Avvenire di Calabria

Sudan: Save the children, “nel Darfur centinaia di civili uccisi e abbandonati per strada, scuole distrutte, saccheggi e violenze”

di Redazione Web

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Tantissimi bambini e adulti sarebbero stati attaccati durante l’escalation di violenze nella regione sudanese del Darfur. Lo denuncia oggi Save the children, chiedendo urgentemente alle parti di “concordare un’immediata cessazione delle ostilità dopo quasi tre mesi di conflitto”. Recenti testimonianze dal Darfur occidentale dipingono un quadro terrificante di bambini, uomini e donne uccisi a decine, persone armate che entrano nei villaggi, saccheggiano e bruciano le case e sparano sui residenti in fuga.


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Gli operatori di Save the children, costretti a scappare dalla città di Geneina, raccontano di aver visto i corpi di centinaia di persone – tra cui anche bambini – abbandonati lungo la strada, coperti di mosche: tra i morti c’erano bambini, donne e uomini. “Abbiamo trascorso 49 giorni al chiuso perché fuori i cecchini non si fermavano. Il nostro unico desiderio era quello di alzarci nelle prime ore del mattino per prendere una tanica d’acqua prima che ricominciassero i combattimenti”, ha raccontato Ahmed (nome di fantasia), che lavora per Save the children nel Darfur occidentale e recentemente è fuggito dalle violenze, trovando rifugio nello Stato di Kassala: “Quando finalmente siamo riusciti ad andarcene, nella città di Geneina c’erano corpi ovunque. C’erano migliaia di uomini, donne e bambini, nessuno è stato risparmiato. I leader della comunità hanno stimato che oltre 5 mila persone sono state uccise. Altre quattro scuole sono state saccheggiate e rase al suolo a Geneina. Ormai ci sono solo soldati, tutti i civili sono fuggiti o sono morti. Il percorso è stato molto complicato. Abbiamo incontrato decine di check point lungo la strada. L’autista dell’autobus ha dovuto pagare più di 1 milione di SDG (1.660 dollari) per farci passare. Ora, finalmente, siamo in una zona sicura. Tutti i membri della mia famiglia e il nostro staff sono al sicuro. Tutto ciò a cui riesco a pensare è che le persone hanno bisogno di un sostegno urgente in questo momento”.

Sono state descritte esecuzioni sommarie e l’uccisione di civili sulla strada tra Geneina e il confine. In un Rapporto si parla di 20 bambini uccisi in una città del Darfur occidentale. A maggio, in un altro attacco nella stessa regione, documentato da Human rights watch, almeno 40 civili sono stati uccisi e 14 feriti, tra cui cinque donne e quattro bambini. I minori sopravvissuti hanno dovuto assistere a brutali omicidi e uomini armati hanno poi saccheggiato e bruciato la maggior parte della città, costringendo migliaia di residenti a fuggire attraverso il confine con il Ciad. Nel Darfur meridionale, secondo il governo sudanese, 30 civili sono stati uccisi e 45 feriti tra il 23 e il 27 giugno a causa degli scontri nella città di Nyala.


In tutto il Darfur l’aumento dei combattimenti ha limitato in modo significativo l’accesso umanitario. Secondo le Nazioni Unite, più di 3,1 milioni di persone sono state sfollate dall’escalation di violenza di aprile, tra cui oltre 700 mila sono fuggite nei Paesi vicini. A Geneina molte strutture civili sono state distrutte o rase al suolo, con scuole prese di mira e abbattute e almeno 0,7 km quadrati colpiti o bruciati dal fuoco. Il Sudan stava già affrontando la peggiore crisi umanitaria di sempre, a causa del conflitto in corso, di disastri naturali, epidemie e degrado economico, che hanno lasciato 15,8 milioni di persone in stato di bisogno, un terzo della popolazione.

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