Avvenire di Calabria

Tanta preoccupazione per interventi approvati e cantieri avvianti, il sindaco facente funzioni del comune di Reggio Calabria fa il punto

Pnrr, un miliardo in meno, Brunetti: «Così i tagli penalizzano Reggio e la Calabria»

Il primo cittadino parla dei progetti a rischio e invita il Governo Meloni e il Ministro Fitto ad aprire al confronto con gli enti locali

di Francesco Chindemi

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Progetti e cantieri avviati o pronti a partire grazie ai fondi messi a disposizione dal Pnrr. La preoccupazione legata ai paventati tagli delle risorse da parte del governo nazionale che significa «enti locali e, soprattutto, comunità penalizzati».


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«Non chiamatela rimodulazione o riduzione di fondi, è una vera e propria mannaia dall’impatto devastante», ha motivo di ritenere il sindaco facente funzioni del comune di Reggio Calabria, Paolo Brunetti.

Il Pnrr come ha fin qui inciso sul territorio reggino?

C’è stato un grosso investimento in termini di progettualità. Molte idee sono già in fase esecutiva, altre sono addirittura partite o stanno prendendo forma. Si pensi, per esempio, all’importante opera di riforestazione che coinvolge la zona collinare di Reggio e tantissime altre realtà del comprensorio, ma anche l’efficientamento energetico nelle scuole o in altri edifici pubblici, al tema della riqualificazione dei beni confiscati. O anche, per rimanere su un’opera che appartiene all’immaginario collettivo, al “Museo del mare” di Zaha Hadid, inserito dal Ministero della Cultura tra i progetti strategici.

Quale è stato il lavoro svolto dal Comune di Reggio?

Al di là dei singoli progetti o cantieri, il Pnrr è servito al nostro territorio per sperimentare concretamente ancora una volta un metodo di lavoro improntato alla partecipazione ed coinvolgimento della comunità. Questa intuizione, frutto della volontà politica e strategica del sindaco Giuseppe Falcomatà, è stata riconosciuta dal Governo e replicata nel resto del Paese. Sforzi importanti, insomma, che oggi sarebbero messi a repentaglio dal taglio netto e lineare delle risorse che dobbiamo tentare di scongiurare con tutte le nostre forze.

Preoccupa la possibile rimodulazione e riduzione dei fondi destinati ai territori attraverso il Piano di ripresa e resilienza?

Non si tratta di una rimodulazione o di una semplice riduzione dei fondi. È, invece, una mannaia lanciata sul destino delle nostre realtà locali. Complessivamente in Calabria si parla di circa un miliardo di euro in meno, con un taglio di circa il 50% anche sui progetti comunali che sarebbero, si dice, “spondati” sulla nuova programmazione, sottraendo risorse al futuro della nostra terra. Una scelta presa dal Governo in completa solitudine che non chiarisce il fine ultimo di questi tagli e che abbandona al disorientamento totale ed alla confusione ammini-stratori e comunità, oltre a mortificare il lavoro di tantissimi tecnici che si sono messi a disposizione dei Comuni per offrire il miglior contributo possibile.

Quale lo scenario che si verrebbe a creare e che situazione si troverebbero a gestire gli enti?

L’impatto sarà devastante. Rischiamo di dire addio, per sempre, ai “PinQua”, tre grossi progetti sulla qualità dell’abitare per un investimento, compressivo, di 45 milioni rivolti alla riqualificazione di Arghillà, del rione Marconi e della zona di Ciccarello. Ma ripercussioni si avranno su tantissimi altri comparti: dalle strutture sportive, alla rigenerazione energetica fino agli edifici scolastici o alle grandi opere. Il governo Draghi ha inserito il “Museo del Mediterraneo” di Zaha Hadid fra le opere strategiche dell’intero Paese. È ancora così? Noi stiamo andando avanti e il ministro Fitto, da questo punto di vista, si sta assumendo un carico di responsabilità molto significativo.


PER APPROFONDIRE: Salvare il Pnrr dalle infiltrazioni mafiose, confronto a Reggio Calabria


Come territorio, quale peso nell’interlocuzione con il Governo centrale?

Fino ad oggi in governo non ha inteso avviare alcun confronto formale con le amministrazioni locali. Non ci sono state comunicazioni ufficiali di alcun genere. Sta facendo tutto in autonomia senza spiegare quali progetti verranno definanziati e quali comunità perderanno un’occasione di crescita e sviluppo determinate. Non hanno lasciato alcuno spazio al dialogo. Si spera, vivamente, che il ministro Fitto possa avviare un ragionamento condiviso che, fin qui, è mancato. Solo ascoltando i territori, soltanto dalla viva voce dei sindaci, si potranno comprendere gli interventi da fare senza arrecare troppi danni alle comunità. La Calabria perde un miliardo di euro di finanziamenti comunitari, un prezzo altissimo rispetto al quale le istituzioni regionali, stanno reagendo in maniera fin troppo passiva.

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