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Consueta apertura dell'Anno giudiziario durante la quale il presidente del Tar Calabria è tornato a chiedere più magistrati in organico. Tra i temi affrontati anche le tipologie di cause che vengono gestiste dagli uffici giudiziari del Tar calabrese tra cui le interdittive antimafia.
«L'arretrato continuiamo a intaccarlo e ridurlo nonostante l’organico non sia completo. Noi tra prima e seconda sezione abbiamo 7 magistrati, dovrebbero essere 12. Io sto chiedendo da molto tempo almeno tre magistrati almeno già da giugno. E’ un sistema che non può andare avanti evidentemente». A rilevarlo il presidente del Tar Calabria, Giancarlo Pennetti, incontrando i giornalisti per l’inaugurazione dell’anno giudiziario del Tribunale amministrativo regionale a Catanzaro.
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«Poi - ha osservato il presidente del Tar Calabria - c'è stato un restringimento degli spazi di ricorso a questo meccanismo da parte degli organi di autogoverno a determinati Tar che hanno grossi arretrati, come il Tar del Lazio, della Campania-Napoli, della Lombardia-Milano. Noi siamo usciti dal Pnrr, peccato perché correvamo moltissimo nell’eliminazione dell’arretrato, avremmo finito nell’agosto del 2023 invece che nel 2026. Ovviamente io continuo con il lavoro ordinario. Noi, lo dico a costo di essere ripetitivo, dobbiamo essere messi nelle condizioni di fare di più, meglio e in tempi ancora più brevi. Questo Tar ha magistrati validissimi, e un foro che sollecita e stimola, ma se vogliamo mantenere un trend per cui l’utenza, la gente è soddisfatta - ha aggiunto Pennetti - dobbiamo avere qualche magistrato in più».
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“Spesso – ha detto Pennetti – l’andamento del contenzioso riflette gli equilibri più generali sul piano sociale ed economico di un territorio, nel caso di una regione. In fondo si tratta di un sistema che cerca di uscire ma è ancora trattenuto. C’è un calo di ricorsi di circa 200 e rotti in meno in ingresso nel 2022 rispetto al 2021: pensiamo che questo sia legato all’aumento del costo della vita e alla spirale inflazionistica nel 2022 per Omicron e la guerra, all’aumento dei costi energetici, del costo della vita e dell’impatto sulle famiglie, soprattutto in Calabria dove c’è un reddito pro capite più basso, e quindi anche il fattore di stimolo della ripresa economica che forse arranca in qualche caso, compreso quello del Pnrr.
Insomma, un quadro chiaroscurale a livello ed economico che si riflette probabilmente sui ricorsi. Calano i ricorsi in materia di appalto, spesso non sono cali drammatici ma percepibili come significativi. Le interdittive antimafie – ha proseguito il presidente del Tar Calabria – sono sempre numerose, purtroppo, ancorché anche qui i ricorsi siano stati in diminuzione, aumenta il pubblico impiego, altre voci meno importanti sul piano statistico restano stabili”.
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