
Il 1° maggio a Bivona il Giubileo del Lavoro: preghiera, dialogo e impegno nel ricordo di Papa Francesco
L’evento quest’anno assume un significato ancora più profondo, intrecciandosi con il lutto che ha colpito la Chiesa universale.
Il Consiglio delle conferenze episcopali d'Europa in un messaggio a firma di monsignor Angelo Massafra, responsabile della sezione Salvaguardia del Creato, rilancia sulla scia di quanto affermato da papa Francesco l'urgenza di una conversione di abitudini e atteggiamenti per arginare il disastro cui il pianeta sta assistendo in termini di inquinamento, incendi e guerre. Ecco il testo diffuso in vista del Tempo del Creato che si celebra dal primo settembre al 4 ottobre.
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Il Messaggio di papa Francesco per la celebrazione della Giornata mondiale di Preghiera per la Cura del Creato che si terrà il prossimo 1 settembre 2022 è stato pubblicato lo scorso 16 luglio, «un momento particolare che ha visto diverse parti del mondo interessate dalla devastazione dei roghi che hanno distrutto buona parte delle aree verdi del pianeta», esordisce monsignor Angelo Massafra, arcivescovo della diocesi di Scutari- Pult, presidente della Conferenza episcopale albanese e membro della Commissione di Pastorale sociale del Consiglio delle Conferenze episcopali europee.
«Particolarmente la nostra Europa si è trovata di fronte ad una vera e propria catastrofe ambientale che, nel 97% dei casi, è attribuibile alla mano dell’uomo. Nei 27 paesi dell’Unione Europea, secondo una recente stima, da inizio anno i roghi hanno già devastato un totale di 517.881 ettari contro i 470.359 dell’anno precedente».
È preoccupante, prosegue monsignor Massafra, «il fatto che gli studiosi stiano già ipotizzando il passaggio dalla nostra epoca (antropocene) a quella successiva, alla quale hanno già dato il nome di “pirocene”, i cui effetti sono già visibili, se si considera che le emissioni di CO2 hanno raggiunto livelli che il pianeta non conosceva da ben più di 3 milioni di anni».
A tutto questo, ancora il responsabile della sezione Salvaguardia del Creato del Consiglio delle conferenze episcopali d’Europa, «va aggiunto l’enorme, e forse ancora incalcolabile, danno all’ambiente provocato dai conflitti bellici in atto in Ucraina come in altre aree del pianeta. Già negli anni ’60 del secolo scorso fu coniato il termine “ecocidio”, proprio a seguito della campagna militare in Vietnam, e da allora l’attenzione agli effetti delle guerre sull’ambiente è cresciuta».
A tal proposito, ricorda ancora il presule, «non bisogna dimenticare il pesante inquinamento atmosferico provocato dall’incendio degli impianti petroliferi in Kuwait durante la Guerra del Golfo (1990-1991), e le guerre in Yemen e Siria con le contaminazioni del suolo e dei corsi d’acqua. Gli esperti ucraini, al momento, stimano che gli effetti a lungo termine di questo conflitto potranno provocare tumori, malattie respiratorie e ritardo nello sviluppo dei bambini».
Non tutto è perduto. «Se la mano dell’uomo è la causa principale di questo stato di cose, fa anche ben sperare che la stessa mano può porre un limite a tutto questo. Ed è qui – continua monsignor Massafra – che assume grande importanza il Messaggio del Santo Padre Francesco: non una pia esortazione, ma una vera e propria sfida lanciata ai potenti della terra e ai responsabili delle singole nazioni (ricche o povere che siano), ciascuno per la propria parte; come anche l’appello ad atteggiamenti di conversione che siano concreti da parte di tutti i cristiani, per essere noi quella mano capace di porre un freno ad una distruzione annunciata».
«Così la prossima Giornata Mondiale di Preghiera per la Cura del Creato, così come tutto il Tempo del Creato che dal primo settembre si prolungherà fino al 4 ottobre, potranno essere sì un tempo di preghiera, ma anche un tempo di seria conversione di atteggiamenti e abitudini», ha motivo di ritenere ancora il presidenze della Conferenza episcopale albanese.
«Noi, Vescovi europei – ancora il messaggio di monsignor Massafra – ci uniamo all’appello lanciato da Papa Francesco, invitando tutti i cristiani a farsi portavoce di queste istanze del Pianeta, la cui voce rivela “una sorta di dissonanza. Da un lato, è un dolce canto che loda il nostro amato Creatore; dall’altro, è un grido amaro che si lamenta dei nostri maltrattamenti umani”».
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«Il Signore ascolti questo grido e conceda all’umanità un cuore nuovo, capace di compassione con tutta la creazione, così da porre in atto gesti concreti che permettano a tutte le creature di tornare a lodare il Creatore e a noi di unirci a questo “grandioso coro cosmico di innumerevoli creature che cantano le lodi a Dio”».
L’evento quest’anno assume un significato ancora più profondo, intrecciandosi con il lutto che ha colpito la Chiesa universale.
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