Avvenire di Calabria

Assegnati all’associazione due beni confiscati alla mafia

«Tempo per te»: la nuova sfida di “Attendiamoci”

I locali si trovano nel Comune di Santo Stefano d’Aspromonte

Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Un momento storico, un evento sognato, che si tramuta in ulteriore realtà al servizio dei giovani del territorio: è così che si può sintetizzare ciò che è successo giorno 8 agosto nel cortile antistante uno dei due beni confiscati che l’amministrazione comunale di Santo Stefano d’Aspromonte ha assegnato all’Associazione Attendiamoci ONLUS, risultata aggiudicatrice dell’avviso pubblico per la proposta progettuale meritevole. Con deliberazione della giunta comunale n. 92 del 17-07-2017, è stata disposta la concessione ad Attendiamoci di due unità immobiliari site nel Comune di Santo Stefano d’Aspromonte, beni confiscati alla criminalità organizzata e dati in gestione perché vengano restituiti alla collettività tramite un progetto con finalità sociali.

Alla presenza del sindaco di Santo Stefano, il dott. Francesco Malara, dell’assessore Diego Coppola, dei consiglieri comunali Marco Musolino, Giovanni Trapani e Luigi Belmonte, dei rappresentanti delle forze dell’ordine e della magistratura minorile, dei soci di Attendiamoci e di un gruppo di universitari che, in questi giorni, presso il Villaggio dei Giovani (bene confiscato alla ‘ndrangheta, in gestione dal 2009 all’associazione), stanno vivendo una esperienza residenziale formativa dal significativo titolo “Terra, inferno – paradiso”, è stato presentato da don Valerio Chiovaro, presidente di Attendiamoci, e da Giovanni Mazza, coordinatore del progetto, la nuova sfida dal titolo “Tempo per te”. Come è stato esplicitato, con forte emozione, essendo un evento storico per il Comune (come sottolineato dal suo Primo cittadino) ed un grande onere per l’associazione, che negli ultimi anni ha fatto della gestione di beni confiscati alla criminalità organizzata da restituire alla collettività un punto focale ed uno strumento efficace di educazione alla legalità, lo specifico dell’attività progettuale presso il Comune di Santo Stefano d’Aspromonte riguarda il punto di forza della location: la collocazione in un territorio montano facilmente raggiungibile e che offre la possibilità di residenzialità ed occasioni di vita comunitaria per piccoli gruppi.

L’obiettivo specifico, in sintonia con quanto l’amministrazione comunale sta portando avanti, è quello di favorire nelle giovani generazioni la cultura alla legalità attraverso un rapporto autentico con la natura da curare, rispettare, di cui godere. Si è convinti, infatti, che la lotta alle mafie di qualsiasi genere passi dall’esperienza del bello, dalla rilettura serena ed attenta di una natura da servire, tutelare e valorizzare, attraverso attività sociali che coinvolgano, in particolare, i giovani provenienti dalle Regioni in cui maggiore è il radicamento delle organizzazioni criminali. L’obiettivo è la creazione di un innovativo centro polifunzionale, in cui organizzare occasioni di vita comunitaria, a partire da relazioni umane significative. La strategia formativa prescelta è la residenzialità, mediante esperienze formative su varie tematiche finalizzate alla formazione olistica della persona, a partire dalla valorizzazione dell’ambiente e della natura. Per la modalità operativa propria di Attendiamoci, ovvero la peer education e la relazione con figure adulte significative, come già avviene per il complesso di beni confiscati a Reggio Calabria (il Villaggio dei Giovani e la Bet Midrash) e Milano (Via Massena 4), la gestione del progetto e del bene è già, di per sé, attività educativa: adulti, giovani professionisti, laureati accompagneranno i più piccoli in un processo di coworking finalizzato allo sviluppo di autonome capacità lavorative.

Grande entusiasmo dunque per questa sfida, innovativa per il Comune di Santo Stefano, i cui amministratori presenti si sono detti aperti ad una collaborazione sinergica e propositiva con i giovani che andranno a far rivivere questi luoghi, nella consapevolezza che il vero motore per le nuove generazioni è l’esempio coerente che possono dar loro gli adulti. Prima di visitare le due unità abitative, spazio è stato dato alle domande da parte dei ragazzi che in questi giorni si stanno interrogando sul binomio “inferno-paradiso” quali situazioni e condizioni vissute in questa terra, per concludere infine con l’auspicio, che ha il sapore dell’impegno, affidato alle parole di don Valerio Chiovaro: «Il bene che ci è stato affidato sarà realmente sottratto alla criminalità e restituito alla collettività solo se vissuto. È per questo che il nostro slogan da sempre, nella gestione della rete di beni che ci sono affidati, è “confisca il male, vivi il bene».

Articoli Correlati