Avvenire di Calabria

La Custodia comunica un nuovo passo in avanti fatto nella riscoperta e nel rilancio di "Betania ospitale"

Terra Santa, restaurata la tomba di Lazzaro

Daniele Rocchi

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Un nuovo passo in avanti nella riscoperta e nel rilancio di Betania, l’araba Al-Azariya, il villaggio di Marta, Maria e Lazzaro. Dopo cinque mesi di lavori, sfruttando l’assenza di visitatori dovuta alla pandemia di Coronavirus, è stato completato il restauro della tomba di Lazzaro. Lo riferisce la Custodia di Terra Santa. Il sito, inserito nel progetto “Betania ospitale” portato avanti da oltre tre anni dal Mosaic Centre di Gerico e dall’Associazione “Pro Terra Sancta” con il sostegno dell’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo, è stato visitato nei giorni scorsi dal console generale d’Italia a Gerusalemme, Giuseppe Fedele. «L’Italia – ha detto Fedele – con i finanziamenti della cooperazione italiana sta promuovendo un progetto di grandissimo interesse. Il luogo rappresenta anche oggi una bella testimonianza di convivenza, coesistenza e dialogo tra le religioni visto che ospita un sito religioso musulmano e una serie di siti cristiani». Per Osama Hamdan, coordinatore del progetto “Betania Ospitale”, «l’obiettivo principale del restauro era migliorare la visita per i pellegrini e il clima dentro la tomba perché c’era una grande umidità». Durante i lavori sono stati rinvenuti anche due ossari contenenti alcune ossa ancora da studiare e da datare con precisione. Anche se la cosa più preziosa rimangono i rilievi e gli studi effettuati per approfondire la conoscenza di un sito archeologico davvero complesso: nei secoli sono sorte ben quattro chiese nei pressi della tomba di Lazzaro, che dal XIV secolo confina con la Moschea Al-Uzeir. Solo due secoli dopo i frati francescani hanno scavato il nuovo accesso, quello appunto appena restaurato. Per il sindaco di Betania, Issam Faroun, «questo è un giorno molto importante per noi, per sviluppare l’unità tra musulmani e cristiani. Nella nostra mentalità qui è molto presente il concetto del ‘ritorno alla vita’. Vogliamo salvare questo patrimonio, di cui siamo molto orgogliosi: per questo siamo molto riconoscenti al governo e alla cooperazione italiana, a ‘Pro Terra Sancta’ e a tutto il team di persone che hanno svolto questi importanti lavori, e intendiamo continuare a costruire nel futuro l’unità nell’antica città di Al-Azariya».

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