Diocesi: Termoli-Larino, aperto l’ottobre missionario
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Si terrà a Bologna il 9 novembre, alle 11, a Palazzo Hercolani, sede del Dipartimento di Sociologia ed Economia del Diritto, il seminario nazionale intitolato “Sfide per l’integrazione delle madri sopravvissute alla tratta”. Il seminario è promosso nell’ambito del progetto Net-Works, finanziato dall’Unione europea e guidato dalla Comunità Papa Giovanni XXIII. Il progetto ha l’obiettivo di favorire l’integrazione di donne sopravvissute alla tratta a fini di sfruttamento sessuale in Europa, e in particolare per il supporto di quelle madri che necessitano opportunità specifiche per conciliare vita e lavoro.
Il seminario sarà introdotto da Francesca Mantovani, docente che da anni dirige il corso di laurea in Scienze sociali all’Università di Bologna. Saranno presenti anche Filippo Diaco, consigliere comunale impegnato nelle Acli provinciali e vincitore del premio don Oreste Benzi sulla tratta nel 2020, per l’impegno dimostrato a favore delle donne migranti vulnerabili e della loro reintegrazione; Liliana Ocmin, referente nazionale per Inas Cisl, da anni impegnata nel sostegno delle donne vittime di violenza. Entrambi sono coinvolti in patronati che offrono opportunità e consulenza alle lavoratrici.
Enkolina Shqau, coordinatrice del progetto europeo Net-Works, presenterà i risultati ottenuti: il progetto ha permesso di sostenere l’integrazione sociale e lavorativa di 40 donne in Italia, Spagna, Lituania, Lettonia, Svezia e Germania. Verrà data voce alle cooperative e ai comuni di tre regioni italiane – Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna – impegnati nel reinserimento lavorativo delle vittime di tratta, anche grazie ad un lavoro in rete con i progetti regionali coordinati dal Numero verde nazionale antitratta.
L’evento sarà occasione per la presentazione del videotutorial “Integrated, non invisibil”, rivolto a donne migranti e a vittime di tratta. L’obiettivo del cortometraggio, realizzato da esperti nel settore della comunicazione e della grafica, è aiutare queste persone nel comprendere i propri diritti e nel sapere a chi rivolgersi per uscire dalla tratta.
Queste donne si ritrovano spesso ad un bivio: possono arrendersi a situazioni illegali e di sfruttamento, oppure possono affidarsi ad enti ed associazioni competenti per scegliere una vita di riscatto e di dignità.
Spiegano gli ideatori del filmato: “Le persone migranti si trovano ad affrontare ostacoli di vario tipo, che vanno dallo sfruttamento sessuale e lavorativo, alla discriminazione etnica e di genere, fino al reinserimento dei propri figli e l’acquisizione dei documenti necessari per vivere una vita dignitosa al pari dei cittadini europei. Attraverso otto brevi sequenze video animate, ci rivolgiamo direttamente a loro illustrando in modo coinvolgente i diritti di cui godono nei Paesi europei e a chi possono rivolgersi per uscire dai circuiti della tratta, vivendo come donne integrate e non più invisibili”.
Martina Taricco e Irene Ciambezi organizzatrici dell’iniziativa e referenti del settore internazionale anti-tratta dell’associazione di Don Benzi sottolineano: “La maggioranza delle vittime della tratta ha tra i 20 e i 30 anni. Ogni donna migrante ha il diritto di essere sostenuta nella sua integrazione da persone capaci di ascolto attivo e con sensibilità interculturale, piuttosto che essere incasellata da stereotipi come ‘straniera’, ‘giovane’, ‘vulnerabile'”.
Fonte: Agensir
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