Avvenire di Calabria

La fotografia della situazione offerta dalla Caritas reggina in occasione della prima settimana di Avvento

Tutela dei diritti, specie ai minori non accompagnati

Redazione Web

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di Giovanni Fortugno - Inizia il periodo di avvento, quest’anno la storia dell’uomo è cambiata significativamente, il Covid sta tracciando solchi nuovi nella nostra umanità senza fare distinzioni di razza, di continente, di ceti sociali, ovviamente chi vive in una condizione di povertà è certamente più segnato, più che mai il Cristiano è portato ad aprirsi ed aprire il proprio cuore agli ultimi, a partire da coloro che incontriamo nella nostra prossimità fino ad arrivare e farci prossimo di chi continua ad arrivare dai posti più disparati della terra, come Gesù che nella fuga in Egitto il piccolo Gesù sperimenta, assieme ai suoi genitori, la tragica condizione di sfollato e profugo «segnata da paura, incertezza, disagi (cfr Mt 2,13-15.19-23).

Le paure e i pregiudizi tanti pregiudizi ci fanno mantenere le distanze dagli altri e spesso ci impediscono di “farci prossimi” a loro e di servirli con amore. Avvicinarsi al prossimo spesso significa essere disposti a correre dei rischi, come ci hanno insegnato tanti dottori e infermieri negli ultimi mesi.
Siamo tutti chiamati a fare un salto “verso”, la Chiesa Reggina Bovese attraverso le sue parrocchie e in particolare con le azioni della sua Caritas Diocesana che è impegnata con tutti i suoi settori ad intervenire nelle varie forme di povertà, il nostro settore “Mondialità” interviene tra l’altro nella sua azione Pastorale e i suoi interventi concreti verso quei fratelli definiti “immigrati”, come abbiamo sempre fatto negli ultimi 10 anni.
Ci teniamo a precisare a questo proposito che non sono una categoria, sono persone e tra loro ci sono quelli più piccoli i così detti “Vulnerabili” a loro che in questi giorni sono ancora una volta rivolte le nostre attenzioni e azioni, è nel pensarle come persone che aiuterebbe tutti a non fare il distinguo tra poveri, perché i poveri sono poveri è basta!

Sono passati cinque anni da quando Alan Kurdi ha perso la vita al largo delle coste turche, diventando il tragico simbolo della ‘crisi dei rifugiati’.
I leader europei sono stati tra i primi a dire: ‘mai più’.
Tuttavia, da allora hanno solo reso le rotte più difficili e pericolose.
Il modo in cui l’Europa ha trattato i bambini più vulnerabili nel momento del bisogno lascia quanto meno tanti punti di domanda, non più tardi di due settimane fa un altro piccolo ha perso la vita, il mare lo ha strappato dalle braccia della madre a soli sei mesi!
Niente sarà come prima della pandemia …una frase che in questi giorni sentiamo spesso ma che basta guardarsi attorno ci viene confermata da una quotidianità che “abbraccia” tutti.
Vale anche per noi che da tanti anni ci occupiamo di immigrazione, tratta e traffico di essere umani.
Ognuno di noi può sperimentare quanto la nostra quotidianità viene messe in difficoltà, malgrado questo però il traffico di essere umani continua, sempre più però le “vittime” sono costretti a subire oltre modo torture, violenze di ogni genere arrivando da noi in condizioni di stress ancora maggiore di quanto avveniva negli anni precedenti.
Le difficoltà che anche noi operatori siamo costretti a vivere nella gestione dell’accoglienza si amplificano per diversi motivi, le scelte fatte negli ultimi anni in materia di decreti e leggi sull’immigrazione, l’effetto COVID con conseguenti lockdown.

Negli anni trascorsi dal 2013 al 2018 Reggio Calabria ha fatto fronte a diverse centinaia di sbarchi all’interno dei quali sono arrivati ed accolti circa seimila minori, numeri impressionanti alle quali si è riusciti a far fronte con un lavoro sinergico tra istituzioni e associazioni di volontariato e/o specializzate nell’accoglienza dei minori stranieri.
Come già detto gli interventi legislativi che si sono susseguiti hanno fatto si che venisse smantellato un sistema di accoglienza che privilegiava anche la strutture di prossimità territoriali, l’atteggiamento e l’approccio istituzionale non sta aiutando ,spesso gli operatori vivono delle difficoltà anche comunicative che impediscono interventi tempestivi ed immediati volte alla risoluzione dei problemi, ancor più amplificati per le conseguenze del covid, vedi le procedure di regolarizzazione, quindi gli inserimenti scolastici, piuttosto che favorire ed iniziare un processo di integrazione, tenendo conto che la prima fase è molto importante per la messa in sicurezza l’assistenza psicofisica del minore stesso.

Le organizzazioni di trafficanti e sfruttatori continuano ad operare nel nostro territorio, il mercato della tratta non si è fermato assolutamente, si è però diversificato incentivando gli incontri a domicilio, affollando i luoghi di prostituzione al chiuso, dirottando le vittime sul commercio via internet tramite le video-chat e la produzione di materiali pedopornografico rispondendo alla domanda dei clienti che continuano a chiedere prestazioni.
In Questi giorni all’interno del piano formativo organizzato all’interno del programma del progetto “INCIPIT”, la Dottoressa D’Amato già Questore aggiunto della Polizia Postale ha approfondito alcuni aspetti, come il cybercrime connesso alla tratta e allo sfruttamento, questo sistema ha infatti sviluppato negli ultimi mesi enormi capacità operative, con l’aumento della richiesta di sevizi erotici in diretta online. A questo fenomeno se ne associa un altro, con caratteristiche se possibile ancora peggiori, che vede minori vittime di torture e coercizioni perpetrate per produrre e commercializzare materiali pedopornografici. Secondo la Commissione Europea la domanda di pedopornografia sarebbe aumentata durante il lockdown fino al 30%. (fonte Avvenire)

MSNA di chi parliamo? Chi Sono?
Bambini e bambine, ragazzi e ragazze (12-17anni) che si trovano in un Paese diverso da quello di origine senza un genitore o un adulto che sia per loro legalmente responsabile.
Il dato relativo ai MSNA è sottostimato in quanto non comprende:
i minori non accompagnati comunitari (tra cui i rumeni che prima dell’ingresso della Romania in UE erano numerosi);
i minori che restano invisibili alle Istituzioni perché non accedono al sistema di protezione “minori in transito”, un esempio sono i ragazzi, prima afgani dopo eritrei, oggi ancora Afghani, Pakistani, Siriani egiziani, che, fin dal loro ingresso in Italia, cercano di non essere identificati in Italia per poter più facilmente raggiungere Paesi del Nord Europa.
I «Minori In Transito», sono i minori “irreperibili” che scompaiono dopo l’identificazione e l’assegnazione ad una Comunita’ di accoglienza è la categoria a rischio di tratta e di sfruttamento i minori si confermano come gruppo rilevante: Circa il 25% del totale sul traffico mondiale, tutto questo è sempre in mano ai trafficanti organizzazioni che operano è nel paese di origine, poi nei paesi di transito fino alla destinazione definitiva.
In Africa (oltre 40 milioni) globale, almeno 1 vittima su 4 è un bambino o un adolescente.

Gli ambiti in cui i minori vengono venduti e utilizzati sono principalmente quello sessuale e lavorativo.
Nell’anno 2020 in Calabria nei porti di Crotone, Roccella e Reggio Calabria le persone sbarcate risultano essere oltre 1.800 di cui circa 350 Minori, gli sbarchi sono provenienti da oriente con barche a vela organizzati da trafficanti Turchi, Siriani, Egiziani, Ucraini.
Spesso tra di loro si infiltrano altri minori appartenenti alle stesse organizzazioni che hanno il compito di accompagnarli fino alle varie destinazioni Europee, il passaggio tra Turchia e Grecia vede quelli più piccoli o più deboli spesso subire non solo violenze da parte dei trafficanti stessi ma nello stesso territorio Greco finiscono in carcere con gli adulti dove vengono sistematicamente perpetrati abusi.
Davanti a questi numeri se pur minimi rispetto al passato il sistema di accoglienza a Reggio Calabria e provincia è stato messo in crisi sin dallo sbarco, il successivo accesso alle strutture di accoglienza con l’emergenza “Covid” dovrebbe prevedere dei posti di accoglienza per quelli che risultano positivi e/o che necessitano di quarantena.

Come tutti anche la struttura di accoglienza gestita dalla Comunità Papa Giovanni XXIII “ per minori stranieri non accompagnati “Casa dell’Annunziata” si è dovuta organizzare con un piano anti-Covid , la casa accoglie 12 Minori ,nei mesi Agosto e Ottobre ultimo scorso tra sbarchi e allontanamenti arbitrari si sono alternate accoglienze di altri 14 ragazzi, il piano anti- Covid prevede dei posti in ambienti attrezzati per accogliere due minori necessari di quarantena, oltre la sanificazione periodica degli ambienti con sistema ad “ozono”.
Tutti questi interventi hanno un unico scopo quello del superiore interesse del minore (convenzione di New York).
Detto questo, bisogna che risposta di accoglienza sia data rispettando i criteri del superiore interesse del minore in materia di salute e di sicurezza purtroppo negli sbarchi avvenuti nell’ultimo periodo questi aspetti hanno lasciato qualche punto di domanda aperto; come è possibile che i minori in periodo di “Zone Rosse” si possano allontanare “in fuga” senza essere intercettati se non perché dietro come già detto continuano ad operare queste organizzazioni di trafficanti? E’ una criticità la prima accoglienza con l’attenzione alla tutela alla salute legata alla pandemia?
Il lockdown a livello globale ha limitato gli spostamenti e dunque anche la possibilità per le vittime di incontrare altre persone, di trovare aiuto o fuggire. La chiusura delle scuole, poi, in molti casi l’unica occasione di un pasto quotidiano garantito, ha spinto tantissimi bambini in strada in cerca di cibo o di reddito esponendoli al rischio di essere sfruttati o diventare vittime di traffico, accrescendo il pericolo di finire vittime dell’adescamento in rete.

Nel caso delle ragazze destinate alla Prostituzione, vengono spinte a iniziare nuove attività di prostituzione indoor, condividendo a volte in 4 o 5 gli stessi appartamenti, dove ricevere in contemporanea anche 4 o 5 clienti.
Alla luce della crisi, sicuramente nei prossimi mesi ci troveremo ad affrontare mesi con maggiori flussi migratori provenienti da Oriente tra Grecia e Turchia, continueranno gli sbarchi in Sicilia provenienti dalla Tunisia così come è possibile prevedere una riprese di sbarchi provenienti dalla Libia possiamo affermare con certezza di quanto sia critica la situazione in questi paesi l’aumento di arrivi sulle coste calabre è abbastanza significativo , riteniamo già da adesso importante ripristinare al meglio un tavolo di rete che aiuti sulle buone prassi dell’accoglienza con piena disponibilità di tutti gli attori coinvolti, iniziare a pensare ad un potenziamento di un sistema di accoglienza con strutture di accoglienza di prossimità che rispettino determinati standard come previsto dalla legge soprattutto per il bene comune.


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