Avvenire di Calabria

Elvira racconta la sua esperienza: «Non c’è spazio per la tristezza»

«Una settimana di paradiso»

Federico Minniti

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Elvira è emozionata, seppure ci confessa questa non è la sua prima intervista. Ha già reso la sua testimonianza sull’esperienza di Cucullaro. Un’emozione che si tramuta, però, in piena condivisione di quello che è lo spirito del Soggiorno Sociale. Per farlo usa parole chiarissime: «Otto giorni di paradiso». Il “gancio” iniziale è stato Alfonso Canale: «Un’accoglienza splendida: sono stato trattata da regina. Nella mia vita non sono stata mai servita, quindi questo aspetto mi ha particolarmente stupito», ci dice.

La sua testimonianza è carica di sentimento: non passa giorno durante l’anno – ci confermano dalla Caritas – in cui non si prepari al nuovo Soggiorno Sociale.

«Questa esperienza – aggiunge – si deve solo vivere; descrivendola non si può immaginare quello che si prova». Elvira Panuccio si concentra nel suo racconto su tutti gli ospiti della Casa “San Paolo” dell’Arcidiocesi di Reggio Calabria – Bova: «Sono delle persone “che ti danno” tanto nonostante ciascuno abbia i suoi problemi». Un messaggio incisivo che aiuta a comprendere a pieno quello che è lo stile della corresponsabilità nel servizio esercitato proprio a Cucullaro. «Adoro l’attività con le bambole, le pigotte: ne ho fatte due che tengono gelosamente conservate a casa», afferma. Una tipa ecclettica, Elvira, a cui piace la compagnia e la musica: «Già dalla sveglia si vive l’entusiasmo fino a tarda sera: non c’è un minuto di tempo per la tristezza, c’è solo divertimento». Una vacanza in cui si sono irrobustite anche tante amicizie ormai divenute “storiche” e che continuano anche una volta ritornati nella quotidianità della Città. «Io non me lo perderei mai» sintentizza con una semplicità che emoziona. E se le chiediamo a cosa proprio non potrebbe fare a meno, Elvira non ha dubbi: «Ti inseriscono negli spettacoli, nei giochi, nelle attività. Sei sempre il protagonista». Una centralità, quella rievocata da Elvira, che richiama a quella che era l’intuizione iniziale di don Italo Calabrò. La priorità è l’individuo: un’attenzione che non è sfiorita per nulla nonostante il mezzo secolo passato. Il servizio non conosce rughe: «Una settimana solare dove però non mancano i momenti in cui riflettere sulla vita: personalmente mi sono trovata sempre straordinariamente bene».

E una volta tornati a Reggio? «Ci penso sempre a Cucullaro. Lì è tutta una gioia».

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