Avvenire di Calabria

Nella sua riflessione, Enzo Petrolino riprende l'invito che papa Francesco non si stanca mai di ripetere: "Camminare insieme"

Unità cristiani, «una settimana all’insegna della fraternità»

Redazione Web

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di Enzo Petrolino*- Una Settimana di preghiera per l’unità, quella di quest’anno, all’insegna dell’amicizia, della preghiera e della gioia. Questo è stato il clima della Settimana, forse la meglio riuscita perché la più sofferta. Gioia vera, voglia di stare insieme, impegno a migliorarci hanno accompagnato l’evento. Quest’anno, inoltre, la Settimana ha assunto un significato particolare per due motivi. Il primo perché nonostante le difficoltà provocate dal virus siamo riusciti a tenere gli incontri di presenza. Forse una delle poche realtà in Italia che hanno realizzato questo, l’altra è data, viste le note vicissitudine che hanno investito il Consiglio delle chiese, dalla consapevolezza della natura e della qualità di questa preghiera per l’unità. È l’amore di Cristo, non altro, che la anima e che ci ha condotto in questo cammino per pregare gli uni per gli altri e invocare «l’unità voluta da Cristo, con i mezzi voluti da lui», fino al pregare insieme l’unico Signore della Chiesa e della storia. E questa obbedienza alla volontà del Signore che ci ha insegnato a pregare dicendo insieme il “Padre nostro” conducendo tutti e ciascuno all’unica conversione che il Signore ci chiede: quella quotidiana al suo Vangelo. Se è vero infatti l’antico adagio lex orandi lex credendi – quello che norma la preghiera norma anche la fede –, che cosa più della preghiera insieme può ricondurre i cristiani a condividere la medesima fede e a testimoniarla? «A pregare si impara pregando», e questo è vero non solo per il singolo cristiano nel suo itinerario di dialogo personale con il Signore, ma anche per le comunità cristiane che, convocate dalla Parola di Dio, proprio nell’ascolto dell’unica Parola di vita imparano a presentarsi davanti al Signore insieme. E la Parola che quest’anno ha accompagnato la predicazione dei pastori è stata sul capitolo 15 di Giovanni: Rimante nel mio amore …. per portare molto frutto. Così l’amore di Cristo ci spinge a portare frutto, a fare dell’ecumenismo non una scelta pastorale opzionale bensì un ineludibile cammino che apre il cammino verso la piena unità visibile. «Camminare insieme» è l’invito che anche papa Francesco non si stanca di ripetere, perché oggi più che mai l’umanità intera ha bisogno della riconciliazione autentica tra i cristiani, quella che sgorga dalla preghiera comune, dal presentarsi insieme di fronte a Colui che vuole che i suoi discepoli siano una cosa sola. Tutti i cristiani, di tutte le chiese, sono chiamati ad unirsi in questa accorata invocazione perché il Signore doni a tutti coloro che professano la fede in Gesù, di crescere nella comunione, nel dialogo fraterno e nella collaborazione di carità. L’ecumenismo non è un optional di alcuni, è l’impegno di ogni cristiano, di qualsiasi confessione, che prenda sul serio la preghiera di Gesù: «Che siano una sola cosa…. perché il mondo creda». In un tempo in cui sentiamo sempre più pressante e drammatica la necessità di annunciare la buona notizia di Gesù a chi non lo conosce o l’ha dimenticato, ci rendiamo conto come la divisione dei cristiani sia uno degli ostacoli più insormontabili per l’evangelizzazione. È necessario rimuoverlo nel confronto franco e rispettoso delle nostre storie e la scoperta delle diverse spiritualità, cogliendo in ciascuna i limiti e i condizionamenti e le conquiste entusiasmanti di verità e di santità; è necessario intessere relazioni di amicizia e di stima personali e comunitarie, ma soprattutto è indispensabile aprire il cuore e la mente ai doni dello Spirito di Gesù e alla sua azione di conversione. Si tratta anche di dare una grande testimonianza di credibilità alla nostra Città.
Un grazie a tutti pastori per la loro accoglienza e per avere gioito insieme per la ricchezza delle loro riflessioni oltre la bellezza dei loro canti. Abbiamo ricordato il detto di Sant’Agostino: chi canta prega due volte.
Un grazie a don Nino Pangallo che ci ha accolto l’ultimo giorno nella sua parrocchia, il 25 nella festa della conversione dell’Apostolo Paolo, dove si sono alternati i pastori nella predicazione i quali hanno presentando anche le proprie chiese. Un momento di grande fraternità alla presenza di tanti fedeli. Come ogni anno anche quest’anno si è voluto fare un gesto concreto di condivisione e di carità verso una realtà di povertà di una struttura sanitaria dell’Africa. Il completamento di un ambulatorio per far partorire le donne in sicurezza. La raccolta ha superato le mille euro. L’ecumenismo della carità è la via direttissima ecumenica, che nulla toglie ad altre vie che riguardano il dialogo dottrinale e la preghiera. L’ecumenismo della carità mi pare sia oggi la sfida ecumenica più interessante da percorrere.
*Presidente pro tempore del Consiglio ecumenico delle chiese di Reggio Calabria

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