Avvenire di Calabria

Dibattito promosso dall'associazione Libera con l'estensore della bozza dello Statuto

Verso la Città metropolitana, uno statuto da condividere

Mario Nasone

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

C’è bisogno di più tempo per ascoltare i cittadini e le associazioni prima di arrivare all’approvazione definitivo dello Statuto della Città Metropolitana. È questa una delle richieste emerse dal dibattito promosso dall’associazione Libera, al quale ha partecipato come relatore il prof. Francesco Manganaro, estensore su mandato del Sindaco della prima bozza di Statuto. Il docente universitario ha fatto una cronistoria di come si è arrivati alla stesura del documento, dopo un primo ascolto del territorio che ha riconosciuto comunque insufficiente, condividendo la richiesta di spostare la scadenza prevista per la presentazione da parte di cittadini ed associazioni di proposte e di emendamenti in modo da potere colmare alcuni vuoti e arricchire il testo. Un esempio tra tanti la mancata citazione dell’aeroporto come infrastruttura fondamentale per garantire mobilità e sviluppo alla città Metropolitana. Presentando la bozza di Statuto ha evidenziato la rilevanza storica che assume questo nuovo Ente nel panorama istituzionale del nostro paese, che ha bisogno di tempo per consolidarsi, con tutte le difficoltà anche di doverne disegnare la cornice istituzionale attraverso lo Statuto. Ha quindi esortato a superare i sentimenti di indifferenza e di scetticismo che stanno accompagnando questo percorso per spiegare alla gente ed in particolare ai giovani l’utilità che la Città Metropolitana può avere nel progetto di sviluppo delle nostre comunità. Un Ente che potrà avere deleghe importanti dalla regione, attrarre risorse importanti, sedere ai tavoli nazionale ed europee con le altre Città metropolitane per scambiare esperienze e progetti. Lo Statuto-ha affermato- è solo uno egli strumenti strategici per attivarla e proprio la partecipazione dei cittadini rappresenta uno dei principi fondanti che sono stati inseriti per costruire una Istituzione partecipata e vicina ai cittadini. Sulla questione cruciale della elezione del Sindaco metropolitano è stata fatta una scelta, sia nel rispetto dei vincoli posti dalla legge Del Rio, ma anche nel merito perché si è ritenuto che dovesse coincidere la figura del Sindaco metropolitano con quella del Sindaco del Comune più grande per popolazione e per capacità di dare servizi a tutta l’area interessata. Nel dibattito che ne è seguito dopo l’apprezzamento per il lavoro svolto che permette comunque finalmente di ragionare su una bozza scritta di Statuto, sono emerse alcune preoccupazioni che andrebbero affrontate pena il fallimento di questa riforma. Tra queste il ruolo del Sindaco, che non disponendo nemmeno di una Giunta che lo coadiuvi, di fatto si troverà a gestire spesso in solitudine nomine, finanziamenti, gestioni di opere pubbliche. Un compito immane che tra l’altro lo esporrebbe anche alle pressioni delle lobby e dei portatori di interesso non sempre leciti. Anche per questo è emersa la proposta di inserire nello statuto dei contrappesi come quelli di prevedere un organismo rappresentativo degli attori istituzionali e sociali del territorio con poteri obbligatori di consultazione preventiva sugli atti più importanti. Ed ancora la previsione dello strumento del bilancio partecipato per dare ai cittadini un vero servizio di trasparenza e di partecipazione attiva alle scelte. Altro punto che andrebbe valorizzato quello delle cosiddette zone omogenee, che sarebbero le cinque aree territoriali nelle quale è stato diviso il territorio provinciale. Anche per evitare un modello reggio-centrico, andrebbero previste delle forme di ascolto e di coinvolgimento puntuali e concrete delle popolazioni di questi territori anche favorendo la nascita di comitati e forum territoriali con i quali interloquire obbligatoriamente.

Articoli Correlati