
La Messa in suffragio del Papa sarà giovedì in Cattedrale a Reggio
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Oggi tante diocesi in Calabria hanno celebrato la Messa del Crisma: vi proponiamo gli spunti di riflessione forniti dalle omelie di alcuni vescovi calabresi.
Vi proponiamo un estratto delle riflessioni di monsignor Claudio Maniago e monsignor Francesco Nolè rispettivamente pastori delle arcidiocesi metropolitane di Catanzaro-Squillace e Cosenza-Bisignano.
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«Abbiamo bisogno di vivere ancora più profondamente la nostra fraternità in Gesù, nel dono del sacerdozio che è già dato, nel ministero nel quale ci ha chiamati. Egli è il centro di tutto questo, la radice e la vita di noi stessi; Egli rinnova sempre il dono a cui è fedele, fino alla fine». Lo ha detto ieri monsignor Claudio Maniago, arcivescovo di Catanzaro-Squillace, celebrando nella concattedrale squillacese la messa crismale.
Ricordando che «quelli che viviamo non sono tempi facili, per nessuno, nemmeno per noi», monsignor Maniago ha sottolineato «il bisogno che abbiamo anche noi di senso, di motivazioni ravvivate, di gioia e di contentezza per quello che viviamo e per quello che siamo, oggi, in questi tempi».
Per questo – evidenziando il senso della messa crismale – ha affermato che essa «ci fa sentire un’unica famiglia intorno a un unico altare che ci fa riscoprire il piacere spirituale di essere popolo». Riguardo alla benedizione degli oli, mons. Maniago lo ha definito come un “segno bello come un profumo che si sprigiona ogni volta che il Signore si dona a noi, che riempie tutta la casa e le dà respiro, forza, sostiene la nostra umanità, ognuno di noi nel suo donarsi”.
PER APPROFONDIRE: Messa del Crisma a Reggio Calabria, l’omelia dell’arcivescovo Morrone
«Svolgere un "ruolo" senza amore e senza fede è tirare Dio alla nostra misura. Svolgere il "compito" con amore è porci noi alla misura di Dio». Il ruolo e il compito, riferiti alla vita del sacerdote, sono state le parole al centro della riflessione di monsignor Francesco Nolè, arcivescovo di Cosenza-Bisignano, nell’omelia della messa crismale celebrata ieri in cattedrale.
«Il mio cuore è capace ancora di amare oggi? Siamo consapevoli di dover portare Cristo ai fratelli e portare i fratelli a Cristo?», le domande poste dall’arcivescovo. Per il presule bruzio, «non dobbiamo essere personaggi ma persone, il nostro compito è di amare, e non di avere molti ruoli».
Monsignor Nolè ha ricordato che «siamo sacerdoti e dunque sotto l’ombra dello Spirito che ci ha consacrati a portare l’annunzio del Vangelo», che «in questo anno – ha detto in riferimento agli 800 anni della cattedrale di Cosenza – coincide con l’anno giubilare». «È lo Spirito che ci rende credibili – ha concluso il presule – che ci dà il compito di amare e di essere trasparenza di Dio».
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