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Si è in grado oggi di annunciare il cuore della fede cristiana? La morte e la risurrezione di Cristo, centro del Vangelo, diventano annuncio vitale e trovano annunciatori? Da queste provocazioni, emerse dopo l’esperienza della pandemia da Covid-19, è partita anche nella Regione ecclesiastica del Triveneto, come su tutto il territorio nazionale, un’ampia riflessione per cercare di comprendere come sostenere le comunità cristiane, le catechiste e i catechisti nell’annuncio del cuore della fede (il cosiddetto kerigma). E’ nato così un percorso in più tappe, promosso dalla Commissione catechistica regionale della Conferenza episcopale Triveneto, che ha attraversato, con vari appuntamenti e occasioni di studio e approfondimento, tutto l’anno in corso, ed ora il convegno triveneto sulla catechesi, “Un annuncio che incontra la vita. Riscoprire il Battesimo porta della fede”, arriva sabato 28 settembre al suo momento culminante ad Aquileia, luogo altamente simbolico per le Chiese del Nordest. Sabato si daranno appuntamento nella basilica di Aquileia più di 800 persone tra catechiste, catechisti, preti, diaconi, religiose, religiosi e vescovi provenienti da tutte le Diocesi del Triveneto. Ci si ritroverà alle 10 sulla piazza per rinnovare la fede battesimale per poi entrare nel battistero e, successivamente, in basilica: “è il cammino compiuto anticamente e ancor oggi dai catecumeni e forse, quasi senza esserne consapevoli, ogni domenica da ciascun credente che, partendo dalla propria vita quotidiana illuminata dalla fede nel Signore risorto, forma insieme agli altri il Suo corpo che si nutre del Pane di vita per poi ritornare a vivere con la forza di Cristo”.
Nella basilica di Aquileia verranno presentati i frutti del convegno vissuto nelle diverse e precedenti tappe. Alle ore12 sarà celebrata l’Eucaristia, presieduta dal presidente della Conferenza episcopale Triveneto e patriarca di Venezia, Francesco Moraglia. Seguiranno il pranzo al sacco e la visita libera dei luoghi; durante questi momenti sarà, inoltre, possibile vivere un tempo di fraternità prima di fare ritorno alle rispettive diocesi.
Fonte: Agensir