Avvenire di Calabria

Tra le "tappe" della sosta villese dell'arcivescovo l'incontro con gli studenti degli istituti superiori del territorio

Villa San Giovanni, visita pastorale del vescovo Morrone. Le comunità educanti: «Insieme per accompagnare»

L'occasione per raccogliere e accogliere le voci dei giovani: le ansie, ma anche le attese e la loro visione

di Diana Oppedisano

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Nella tappa appena conclusa della sua visita pastorale a Villa San Giovanni, l'arcivescovo metropolita di Reggio Calabria - Bova, Fortunato Morrone, ha avuto modo di confrontarsi con gli studenti e conoscere le comunità educanti del territorio.

Visita pastorale a Villa San Giovanni, l'incontro con le comunità educanti

Il 12 marzo, all’interno della visita pastorale zonale di monsignor Fortunato Morrone nella zona di Villa San Giovanni, si è tenuto un incontro fortemente voluto dai parroci e dal Consiglio Pastorale zonale, presso i locali dell’Ipalbtur “Giovanni Trecroci”, con tutta la comunità scolastica dell’area.


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Presenti all’incontro i dirigenti scolastici: la professoressa Lucia Antonella Ottanà, dirigente dell’Istituto comprensivo “Rocco Caminiti” e “Giovanni XXIII”; il professor Leonardo Brunetto, dirigente dell’Istituto comprensivo “Campo Calabro e San Roberto” e i collaboratori dei dirigenti, la professoressa Maristella Spezzano, dirigente dell’Istituto “Luigi Nostro- Repaci” e la professoressa Graziella Ramondino, dirigente dell’Istituto “E. Fermi” Ipsia.

Presente inoltre la dirigente stessa dell’Ipalbtur, professoressa Enza Loiero, che ha rivolto il saluto iniziale ai presenti e ha accolto calorosamente l’arcivescovo. Ma, veri protagonisti dell’incontro sono stati i 150 studenti del triennio delle tre scuole secondarie di secondo grado, che hanno rappresentato i loro compagni di classe e gli studenti delle classi più giovani che non erano presenti.


PER APPROFONDIRE: Visita Pastorale dell’arcivescovo Morrone nella zona Reggio Nord: un’occasione di riflessione e comunione


Desiderio di tutti è stato dare spazio ad un dialogo aperto e costruttivo. Nei giorni precedenti l’incontro, gli insegnanti di religione cattolica dei vari istituti hanno collaborato tra loro accompagnando i ragazzi per predisporre positivamente mente e cuore a questo momento.

Il risultato è stato l’aver costruito insieme un dialogo aperto, rispettoso della diversità di pensiero, della laicità della scuola, ma che ha davvero donato la possibilità di mettere a confronto disparati modi di pensare e di percepire la presenza della Chiesa nel territorio. In più occasioni l’arcivescovo, aveva già espresso il desiderio di incontrare i giovani, soprattutto quelli che nelle parrocchie non ci sono più o non hanno mai partecipato.

Morrone in ascolto della voce dei ragazzi

Ecco che l’occasione ha dato la possibilità di ascoltare la voce giovanile, capire cosa si muove nel cuore degli adolescenti. Il confronto ha permesso di metterne in risalto le ansie, le paure, ma anche i sogni più grandi. Qualcuno dei ragazzi ha commentato: «abbiamo ascoltato ogni parola, per la prima volta non abbiamo sentito la necessità di isolarci o distrarci con altro, perché eravamo tutti concentrati sul dialogo instaurato con l’arcivescovo Fortunato».

Tutti i presenti, i docenti; i responsabili della Pastorale scolastica diocesana, Marisa Delfino e Paolo Benoci; il Sindaco di Villa San Giovanni, Giusy Caminiti; i Dirigenti; i sacerdoti della zona e i ragazzi stessi, hanno colto il senso più profondo dell’incontro: sottolineare che la Chiesa è presente nel territorio, anche a distanza, anche silenziosamente e può e vuole camminare accanto alle nuove generazioni, senza imporre nulla.


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La modalità dell’arcivescovo, nel rispondere alle domande dei ragazzi, è stata coinvolgente e provocante. Non ha mai dato risposte preconfezionate, favorendo la riflessione collettiva, mettendosi sullo stesso piano dei ragazzi, proprio per favorire l’idea che il confronto si costruisce insieme.

Questo ha permesso agli studenti di instaurare un dialogo spontaneo e coraggioso che, si spera, continui nel tempo e possa permettere che Chiesa e Scuola, come comunità educanti, collaborino tra loro e camminino l’una accanto all’altra per il bene delle future generazioni.

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