Avvenire di Calabria

Vocazioni e università: Mortari (Univ. Verona), “il prendersi cura è costitutivo dell’essere umano”

di Redazione Web

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Cura di sé, degli altri, della vita, della natura, delle istituzioni sono i temi al centro della riflessione di Luigina Mortari, ordinario di pedagogia generale e sociale all’ Università di Verona, incentrata sul verbo “curare”. Nel suo contributo video alla seconda giornata del convegno nazionale vocazioni e università, “Creare casa”, promosso a Roma dagli Uffici nazionali della Cei per la pastorale delle vocazioni e per l’educazione, la scuola e l’università, che si chiude domani, Mortari afferma: “Il prendersi cura costituisce la condizione fondamentale dell’essere umano, la sua essenza”.

“Ogni essere umano – spiega – è fortemente relazionale, dipendente da altri esseri umani. Suo compito non è solo aver cura di sé, ma anche degli altri”; tuttavia la cura, avverte la pedagogista, “è una pratica, non è un’emozione”, una pratica che “troviamo esercitata innanzitutto nelle due professioni fondamentali della vita umana: la professione dell’educare e le professioni sanitarie, i due pilastri sui quali si fonda la società: l’educazione che coltiva l’essere, e l’azione sanitaria che ripara le ferite dell’essere”.

“La prima e fondamentale azione della cura – afferma ancora Mortari – è il dare attenzione all’altro, tutta la considerazione necessaria, mostrargli che per noi ha valore”. Importanti anche l’ascolto e la “capacità di non intrusività, di essere presente e prendersi cura dell’altro senza sostituirsi alla sua persona”. Strettamente connessa, la “capacità di avvicinare l’altro con delicatezza, di evitare la durezza affinché l’altro si senta accolto”. Per realizzarsi pienamente – sottolinea la pedagogista – l’azione di cura ha bisogno anche di fermezza: “Non ci possiamo permettere di perdere un ragazzo a scuola perché ha perso la fiducia nelle sue capacità di realizzarsi: dolcezza e fermezza fanno parte della postura della cura”.

Occorre però “una coltivazione dell’anima, capace di nutrire quei modi dell’essere che gli antichi definivano virtù. Parola non di moda, ma che indica i modi di essere che ci spingono alla ricerca delle cose buone, di valore per la vita”. Due le virtù fondamentali per la cura. rispetto e generosità. Infine il tempo: “fare dono all’altro di un tempo di ascolto, di attenzione, di parola, di cura del corpo su un bimbo piccolo, di cura dell’anima su un ragazzo, un adulto o un malato; questo tempo dato – conclude Mortari – è il segno più grande dell’essere in una relazione di cura con l’altro”.



Fonte: Agensir

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