Avvenire di Calabria

Don Angelo Battaglia è il direttore spirituale che accompagna i seminaristi nell'impegnativa scelta di donarsi al Signore

Vocazioni, «Il “Sì” va cercato nel cuore»

Il sacerdote: «Chi sta accanto al vocato deve aiutarlo a porsi le giuste domande per comprendere la natura del suo sentirsi chiamato»

di Redazione Web

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Come si fa a discernere una vocazione? Come fa un giovane o un uomo a capire se il Signore lo sta chiamando al sacerdozio? Un aiuto, in questa ricerca che muove dal profondo del cuore, cerca di offrirlo ai seminaristi del Seminario arcivescovile Pio XI di Reggio Calabria, don Angelo Battaglia. Il sacerdote reggino è uno dei componenti dell’equipe formativa. E proprio a lui, da direttore spirituale, incarico che ricopre da cinque anni, è affidato il delicato compito dell’accompagnamento vocazionale.


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«In questi anni di servizio – racconta don Battaglia – mi è capitato di incontrare giovani che si interrogavano sulla vocazione e si chiedevano in modo particolare se loro fossero chiamati effettivamente al progetto di vivere e servire alla sequela di Dio». Generalmente, prosegue, «un vocato è un giovane o un uomo alla ricerca di senso: che ha un grande desiderio di servire, di cambiare il mondo. Di capire cosa stia accadendo nella sua vita. Comprende che i successi più grandi, ma anche unna grande sofferenza o una malattia, lo spingono a porsi delle domande più importanti, in quanto, in tutto ciò che gli accade, non c’è nulla o nessuno che possa riempire quel desiderio di senso che sente dentro il suo cuore».

Qual è il compito di chi sta accanto ad un giovane in ricerca vocazionale?

Deve aiutarlo a farsi le domande giuste, per fare in modo capisca se realmente quel desiderio che prova non sia soltanto un profondo desiderio di conversione, ma invece mettere completamente la sua vita al servizio di Dio, dei fratelli e della Chiesa. Un aiuto che faccia comprendere se quella è una vocazione che proviene da Dio, se quel «sì» che lo consegnerà alla Chiesa e al Signore, lo renderà davvero felice. Del resto ogni vocazione al sacerdozio, così come alla vita consacrata o al matrimonio è una risposta ad una chiamata che desidera che tu sia veramente felice e che realizzi in te questa pienezza di vita.

Come si fa a discernere una vocazione?

Elemento fondamentale per vivere il discernimento è l’ascolto di sé stessi e degli altri, ossia la strada attraverso la quale Dio parla soprattutto al cuore dei giovani. Una condizione non facile da vivere perché il discernimento non è la vera parte vocazionale, ma come direbbero i latini, è appunto la “discretio”, la capacità di entrare in profondità dentro sé e intercettare la presenza di Dio.

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