Avvenire di Calabria

Alla fine della seduta d'insediamento, il Consiglio regionale ha deciso di bloccare un iter atteso da 20 anni e approvato soltanto pochi mesi fa

Welfare, la Regione «congela» la Riforma del Terzo Settore

Incredule ii portavoce del Terzo Settore, Pensabene: «Realtà no-profit avevano già assunto nuovi lavoratori, come previsto dal Regolamento»

Redazione Web

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Importanti novità dal primo Consiglio regionale della Calabria. Non ci sono stati soltanto gli adempimenti formali previsti dalla Legge (clicca quì per approfondire) per avviare il funzionamento della massima assise calabrese, ma si è parlato di Welfare. E anche in modo significativo: si è proceduto - con un voto muscolare dell'attuale maggioranza di Palazzo Campanella - alla sospesione di una delibera approvata dalla Giunta uscente pochi mesi fa (e il relativo regolamento attuativo). Una riforma arrivata con 20 anni di ritardo, da quanto il Governo dell'epoca - nel 2000 - la promulgò. E già «congelata».

Una novità legislativa fondamentale per il mantenimento dei servizi delle strutture a ciclo residenziale e semiresidenziale socio-assistenziali, nonché dei servizi domiciliari, territoriali e di prossimità. A richiedere l'inserimento di questo punto all'ordine del giorno è stato Baldo Esposito (Casa delle Libertà) che ha voluto «congelare» la riforma. L'unico ad opporsi è il consigliere d'opposizione, Nicola Irto del Partito Democratico. Una spinta, però, decisiva per l'approvazione arriva dall'assessore al ramo, Gianluca Gallo: «Ripristinare la situazione preesistente e garantire la piena operatività delle strutture socio-assistenziali» è il diktat del forzista cosentino. E l'Aula approva.

Immediata la reazione del Forum regionale del Terzo Settore, guidato da Gianni Pensabene: «Con incredulità e preoccupazione, apprendiamo che nella prima seduta del Consiglio regionale della Calabria, dedicata secondo prassi consolidata allo svolgimento di aspetti formali e importanti, sia stato inserito e approvato un ordine del giorno che invita la Giunta regionale a "predisporre apposito provvedimento di modifica o di revoca della delibera di Giunta regionale n.503 del 2019 con la conseguente sospensione della esecutività del regolamento regionale n.22/2019". Ciò pone ancora una volta uno stop all'attuazione della Legge nazionale di riforma del settore Politiche Sociali - anno 2000 - a cui la Calabria, unica regione d'Italia, a vent'anni di distanza non ha ancora dato attuazione. Peraltro l'ordine del giorno non ha tenuto in alcuna considerazione il lungo lavoro svolto dalla Conferenza Permanente regionale sulle politiche sociali "Organismo rappresentativo delle Autonomie Locali e dei soggetti del Terzo Settore", istituita ai sensi della L.R. 23 del 2003, che nel 2019 ha approvato all'unanimità il Regolamento Attuativo che l'ordine del giorno indica di sospendere o revocare. Siamo esterrefatti dal fatto che un organismo creato per legge, non venga consultato né informato per una decisione di così grande importanza».

Prosegue il portavoce del Forum: «Siamo preoccupati per la possibilità che una decisione con carattere di retroattività possa dare origine a contenziosi tra la Regione e le realtà del Terzo Settore, che avevano già adeguato le proprie strutture e assunto nuove unità lavorative per come previsto dal Regolamento attuativo del D.G.R. sopra richiamato. È per tale motivo che chiediamo con forza alla Presidente della Giunta Regionale e all'Assessore al ramo, di avviare, anche con l'ausilio delle nuove tecnologie, una immediata interlocuzione con la Conferenza Permanente sulle Politiche Sociali, che secondo obbligo di legge è costituita dalla Consulta delle Autonomie Locali composta dai Sindaci dei comuni capofila di Ambito e dalla Consulta del Terzo Settore della Calabria. Ciò evidentemente deve avvenire prima dell'assunzione di qualsivoglia provvedimento da parte della Giunta Regionale, altrimenti si verificherebbe una chiara violazione dei principi di concertazione sanciti dalla L.328/00 e dalla L.R.23/03. Principi peraltro più volte richiamati e difesi a spada tratta dagli stessi promotori dell'ordine del giorno di ieri».

«Ci saremmo francamente aspettati - conclude Pensabene - che nel momento in cui il Paese è investito da una tragedia epocale nella quale soccombono le fasce più vulnerabili e fragili della popolazione, si fosse data precedenza assoluta a provvedimenti di salvaguardia di migliaia di anziani, disabili e altri utenti, ospitati anche nelle 404 realtà che fanno parte del Terzo Settore calabrese».

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