Avvenire di Calabria

Oggi presso il Santuario del Volto Santo sarà celebrata una Messa in memoria del fondatore delle suore Veroniche del Volto Santo

61 anni fa la nascita al cielo di San Gaetano Catanoso: il santo di Reggio Calabria

Il 4 aprile del 1963 la nascita al cielo del presbitero che spese la sua vita al servizio degli ultimi e delle vocazioni

di Redazione Web

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Ricorrono oggi, 4 aprile, i sessantuno anni dalla morte di San Gaetano Catanoso, sacerdote reggino canonizzato da papa Benedetto XVI il 23 ottobre del 2005 e patrono della città metropolitana di Reggio Calabria.

La Chiesa reggina ricorda oggi i 61 anni dal Pio transito di San Gaetano Catanoso. In serata è prevista una messa in memoria, presso il Santuario del Volto Santo da lui fondato e dove si è spento il 4 aprile del 1963, circondato dalla cura e dall'amore delle sue figlie, le suore Veroniche del Volto Santo. A presiedere la celebrazione eucaristica alle 18, don Giovanni Imbalzano, Cappellano del Santuario del Volto Santo.

Chi era San Gaetano Catanoso

San Gaetano Catanoso è nato a Chorio di San Lorenzo il 14 febbraio 1879 da genitori (Antonio Catanoso e Antonina Tripodi) entrambi agricoltori da di profonda fede cristiana. Lo stesso giorno ricevette il Battesimo e nel 1882 il sacramento della Confermazione. All'età di dieci anni avvertita la chiamata al sacerdozio, entrò nel Seminario Arcivescovile di Reggio.


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Terminato il periodo di formazione, fu ordinato sacerdote dal Cardinale Gennaro Portanova, il 20 settembre 1902. In quella occasione manifestò pubblicamente il proposito di voler essere un degno ministro di Cristo e ai parenti ed amici domandò di pregare per lui affinché il Cuore di Gesù lo avesse condotto alla santità. Fece allora la promessa di non commettere mai alcun peccato deliberato e di stare alla presenza di Dio ogni istante della vita.

San Gaetano Catanoso nel ricordo di monsignor Denisi

San Gaetano Catanoso - ricorda il decano del Capitolo della Cattedrale, monsignor Antonino Denisi - «era un prete “diverso”. Diverso e straordinario perché luminoso nella sua semplicità, povertà e carità. Un prete che tutti identificavano col volto di Cristo, pronto sempre a incontrare gli emarginati, i vinti della vita, a consolare i piccoli, gli orfani, i devastati dalle privazioni; a riguadagnare a Cristo e a sé stessi i peccatori, i più poveri tra i poveri».

«Ogni sua parola, ogni suo pensiero, le sue esortazioni non furono mai un puro esercizio mentale, una riproduzione concettuale o teorica, staccata dalla sua vita quotidiana, ma - ancora il ricordo di monsignor Denisi - furono azione messa in opera, come gli suggeriva la parola di Dio, da lui bene assimilata. In questo aveva già anticipato le affermazioni di oggi di Papa Francesco. Tutti spontaneamente lo chiamavano Padre, quasi carisma personale a lui concesso da Dio, Padre Nostro».


PER APPROFONDIRE: San Gaetano Catanoso, il santo di Reggio Calabria


Ricorda ancora il decano del Capitolo della Cattedrale di Reggio Calabria - Bova: «La sua spiritualità sacerdotale trovava l’ispirazione per il suo apostolato, nell’Eucaristia. Pietà eucaristica che identificava con quella del Volto Santo. Diceva: "Se vogliamo adorare il volto reale di Gesù, non la sola immagine, questo Volto noi lo troviamo nella divina Eucaristia". E allargando lo sguardo aggiungeva: "Gesù ha bisogno oggi di molte Veroniche per i peccati di bestemmia e per i sacrilegi, e di molti Cirenei per la croce sempre più pesante dei più poveri senza conforto e senza aiuto"».

Il Volto Salto nella sofferenza degli ultimi

Dopo l'ordinazione sacerdotale, padre Catanoso è stato per due anni fu d’ordine in Seminario. Quindi, nel 1904, venne nominato parroco di Pentidattilo, dove prosperava la povertà, l’analfabetismo, l’ignoranza religiosa e dove la gente viveva in silenzio il dramma dell’emarginazione e talvolta della prepotenza. Proprio a Pentidattilo San Gaetano Catanoso fu come incendiato dalla devozione al Volto sofferente del Signore.

Abbracciò la missione di diffonderne il culto tra il popolo e di coinvolgere i sacerdoti e i laici nell’apostolato della riparazione dei peccati, specialmente della bestemmia e della profanazione delle feste religiose. «Il Volto Santo — affermava — è la mia vita. Lui è la mia forza». Ed ancora: «Gesù ha bisogno di molte Veroniche per i peccati di bestemmia e di sacrilegio e di molti Cirenei per la Croce sempre più pesante dei più poveri senza conforto e senza aiuto».

Con una felice intuizione unì questa devozione alla pietà eucaristica. Al riguardo scriveva: «La devozione al Volto Santo si incentra nel sacro velo della Veronica dove nostro Signore impresse col suo preziosissimo sangue i lineamenti della sua Faccia divina. È una reliquia preziosissima che la Chiesa conserva e che noi adoriamo. Ma se vogliamo adorare il Volto reale di Gesù, non l’immagine sola, questo Volto noi lo troviamo nella divina Eucaristia, ove col Corpo e Sangue di Gesù Cristo si nasconde sotto il bianco velo dell’ostia il Volto di Nostro Signore». E siccome Cristo è presente anche in ogni uomo che soffre, si sforzò di riportare l’immagine del Creatore sul volto di tutti coloro che ne fossero privi a causa del peccato.

Al servizio delle vocazioni

Per oltre vent'anni San Gaetano Catanoso è stato direttore spirituale del Seminario Arcivescovile Pio XI (1922-1949). Ma il suo impegno per le vocazioni è legato a tutto il suo ministero pastorale. Convinto, infatti, che la rinascita spirituale e morale delle popolazioni calabresi non sarebbe stata possibile senza l'attività pastorale dei sacerdoti, promosse l’Opera dei Chierici Poveri, il cui scopo era quello di offrire ai giovani, sprovvisti di mezzi, il necessario per poter raggiungere il Sacerdozio.

«Chiamiamo a raccolta — scriveva — tutte le nostre energie per dare alla Chiesa molti e santi sacerdoti, aiutando le vocazioni povere. È specialmente nelle nostre campagne dove si trovano i fiori più belli che aspettano la mano pietosa che li raccolga e li trapianti nell’aiuola del Signore. Non sono dunque le vocazioni che vengono a mancare, come vanno ripetendo alcuni che hanno il cuore chiuso alla generosità».

Ed aggiungeva: «Ben volentieri vorrei si convertisse in lagrime tutto il mio sangue, se con questo sacrificio potessi portare avanti tante vocazioni povere, che domani diminuiranno il pianto della Chiesa, che è madre delle anime, e il pianto di tante anime confortate dal ministero sacerdotale».

Papa Benedetto XVI su San Gaetano Catanoso

Queste le parole di papa Benedetto XVI pronunciate nella sua omelia in occasione della canonizzazione di San Gaetano Catanoso, a Piazza San Pietro, il 23 ottobre 2005, Giornata Missionaria Mondiale:

«San Gaetano Catanoso fu cultore ed apostolo del Volto Santo di Cristo. "Il Volto Santo - affermava - è la mia vita. È lui la mia forza". Con una felice intuizione egli coniugò questa devozione alla pietà eucaristica».


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«Così si esprimeva - ricordava il Santo Padre - : "Se vogliamo adorare il Volto reale di Gesù… noi lo troviamo nella divina Eucaristia, ove col Corpo e Sangue di Gesù Cristo si nasconde sotto il bianco velo dell'Ostia il Volto di Nostro Signore"».

«La Messa quotidiana e la frequente adorazione del Sacramento dell'altare - ancora le parole di papa Benedetto su San Gaetano Catanoso - furono l'anima del suo sacerdozio: con ardente ed instancabile carità pastorale egli si dedicò alla predicazione, alla catechesi, al ministero delle Confessioni, ai poveri, ai malati, alla cura delle vocazioni sacerdotali. Alle Suore Veroniche del Volto Santo, che egli fondò, trasmise lo spirito di carità, di umiltà e di sacrificio, che ha animato l'intera sua esistenza».

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