Avvenire di Calabria

Si è appena concluso un anno "speciale" dedicato al piccolo santo nativo di Chorio di San Lorenzo festeggiato il 20 settembre

San Gaetano Catanoso, il santo di Reggio Calabria

Il ricordo di chi lo ha conosciuto in vita o attraverso le sue opere: «La sua testimonianza preziosa per Reggio e la Calabria»

di Redazione Web

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Si è appena concluso un “anno speciale” dedicato alla figura di una santo già in vita molto amato tra gli ultimi e i poveri anche in spirito. Il 20 settembre la Chiesa ha fatto memoria del primo sacerdote reggino e calabrese canonizzato: padre Geatano Catanoso, umile servo di Dio che ha dedicato i suoi giorni al servizio del Signore e degli ultimi.

San Gaetano Catanoso, santo della "porta accanto"

«Santo della porta accanto», ma anche «coraggioso testimone d’amore», il suo carisma vive ancora oggi grazie all’opera preziosa svolta dalle sue “figlie”, le suore Veroniche del Volto Santo. È nell’icona, nel volto sofferente e sanguinante di Cristo, che sta la grandezza del suo “miracolo”.

Visitare i luoghi santi, cari al patrono della città metropolitana di Reggio Calabria, è sempre una bella scoperta. Sia a Chorio di San Lorenzo, suo paese natale, che a Reggio, al Santuario del Volto Santo, si avverte forte quell’aurea di santità che ha reso grande un piccolo prete, capace di accorciare le distanze tra Cristo misericordioso e consolatore e gli ultimi: i vinti della vita, gli orfani, i bambini e i peccatori, più di altri «poveri tra poveri».


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In quello che per volontà di padre Catanoso è oggi “centro” di “spiritualità” e “riparazione” dell’intera Calabria, troviamo ad accoglierci don Giovanni Imbalzano, cappellano del Santuario. Nei giorni di festa, davanti al corpo incorrotto del santo reggino, ci racconta, «si sono riuniti in preghiera diversi gruppi provenienti da tutta la provincia e la Calabria. Abbiamo avuto la gioia di pregare insieme alla comunità parrocchiale di Gioia Tauro e alla comunità “sorella” di San Nico di Corigliano-Rossano, entrambe dedicate a San Gaetano Catanoso». E poi altre realtà durante il triduo che si è concluso, mercoledì scorso, con la messa solenne presieduta dall’arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, monsignor Fortunato Morrone.

Un ricco anno dedicato a San Gaetano Catanoso

Il 20 settembre, solennità di San Gaetano Catanoso, è coinciso con la tappa conclusiva di un intero anno, spiega ancora don Giovanni, «dedicato alla valorizzazione e alla conoscenza della figura del nostro santo reggino». 

Un anno iniziato con la ricorrenza del 120° anniversario della sua ordinazione sacerdotale e coinciso, lo scorso 4 aprile, con il 60° della sua nascita al cielo. «Questo anno speciale dedicato a padre Catanoso è solo l’inizio di un nuovo percorso che ci porterà nei prossimi anni alla celebrazione del ventennale della canonizzazione, il 23 ottobre del 2025, in pieno Giubileo».

L’auspicio è contribuire a far conoscere ancora meglio «l’importante, quanto preziosa figura di San Gaetano Catanoso sia per la nostra diocesi che per la nostra provincia». Un Santo, ammette don Imbalzano, «tuttavia rimasto per per una serie di motivi nell’ombra.

Se da una parte la sua umiltà ha voluto che la sua vita fosse vissuta nell’offerta silenziosa al Signore, è bello rilanciare la sua testimonianza, la sua spiritualità e il messaggio ancora attuale che San Gaetano è ancora in grado di trasmettere». Un’opera di valorizzazione «a cui è chiamata non solo la Chiesa regginabovese, ma anche le istituzioni locali e regionali, perché la santità di padre Catanoso è patrimonio di tutti».

Tra le idee in cantiere, la peregrinatio delle reliquie del santo reggino nella parrocchie dell’arcidiocesi, anche in occasione della Visita pastorale annunciata dall’arcivescovo Morrone. «Iniziative diverse - conclude Imbalzano - che possono essere complementari che partono dalle radici per proiettarci nel futuro».

Folgorato dal volto sofferente di Cristo

A Pentidattilo padre Catanoso fu come incendiato dalla devozione al Volto sofferente del Signore. Abbracciò la missione di diffonderne il culto tra il popolo e di coinvolgere i sacerdoti e i laici nell’apostolato della riparazione dei peccati, specialmente della bestemmia e della profanazione delle feste religiose.

«Il Volto Santo - affermava - è la mia vita. Lui è la mia forza »; ed ancora: «Gesù ha bisogno di molte Veroniche per i peccati di bestemmia e di sacrilegio e di molti Cirenei per la Croce sempre più pesante dei più poveri senza conforto e senza aiuto». Con una felice intuizione unì questa devozione alla pietà eucaristica.


PER APPROFONDIRE: San Gaetano Catanoso, il santo confessore dei reggini


Al riguardo scriveva: «La devozione al Volto Santo si incentra nel sacro velo della Veronica dove nostro Signore impresse col suo preziosissimo sangue i lineamenti della sua Faccia divina. È una reliquia preziosissima che la Chiesa conserva e che noi adoriamo. Ma se vogliamo adorare il Volto reale di Gesù, non l’immagine sola, questo Volto noi lo troviamo nella divina Eucaristia, ove col Corpo e Sangue di Gesù Cristo si nasconde sotto il bianco velo dell’ostia il Volto di No-stro Signore».

E siccome Cristo è presente anche in ogni uomo che soffre, si sforzò di riportare l’immagine del Creatore sul volto di tutti coloro che fossero privi a causa del peccato. Nel 1918 divenne “Missionario del Volto Santo”, iscrivendosi all’Arciconfaternita di Tours.

L’anno successivo istituì a Pentidattilo la Pia Unione del Volto Santo e nel 1920 fondò un bollettino mensile che diffondeva tale devozione anche al Nord Italia. Fino alla fondazione il 2 dicembre del 1934 della Congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo. «Le Figlie di Santa Veronica, - scriveva nel gennaio 1937 - hanno per missione speciale la propagazione della devozione al Volto Santo di Gesù, con conseguente riparazione delle bestemmie e delle profanazioni contro il nome santo di Dio».

Continua padre Catanoso: «A tal fine il loro apostolato operoso viene svolto fra la gente umile, nei paesi remoti e nelle borgate di campagna dove si giunge camminando a piedi, con la scuola di catechismo, asili per l’infanzia, laboratori per le ragazze, assistenza ai moribondi, cura della suppellettile delle chiese delle cappelle e in tutte le altre forme che la divina carità di nostro Signore sa suscitare per il ministero di anime votate al suo servizio». E rivolgendosi a loro diceva: «Il vostro posto è quello che gli altri hanno rifiutato, tra la gente più povera e più umile».

Il Santuario, l’ultima opera Casa delle suore e di preghiera

«Signore mostraci il tuo volto e saremo salvi». È la frase che era anche il saluto del piccolo, santo prete di Chorio di San Lorenzo, padre Gaetano Catanoso.

Una frase che suona, ancora oggi, come “benvenuto” per quanti raggiungono il luogo sacro, così tanto desiderato e voluto dal sacerdote, che sorge lungo la via Andiloro, nella zona alta a ridosso del centro storico di Reggio Calabria e a pochi passi dallo svincolo di “Spirito Santo” del raccordo autostradale.

La frase che campeggia sulla facciata del santuario dedicato al Volto Santo e che richiama al Salmo 26, «ci aiuta a cogliere la grande spiritualità eucaristica e mariana del nostro fondatore», ci dice una delle tante “figlie” di San Gaetano Catanoso. Accanto al santuario, sorge la Casa generalizia delle Suore Veroniche del Volto Santo, la congregazione fondata dallo stesso Santo presbitero reggino il 2 dicembre del 1934. San Gaetano Catanoso voleva che proprio come la Veronica sulla strada del Calvario, le suore asciugassero il “Volto” di tutti i fratelli incontrati sulla propria strada. Una richiesta ancora viva e attuale rivolta alla sue figlie: continuare ad essere presenza, mettendo in pratica, ovunque sono chiamate, il carisma della prossimità trasmesso da padre Catanoso e che ancora resiste nel tempo.

Le suore Veroniche del Volto Santo, in missione nelle "periferie" del mondo

In Italia le suore Veroniche operano nelle scuole materne e nei pensionati per anziani. Collaborano inoltre con le parrocchie, visitando gli ammalati a domicilio. Sono impegnate nell’Adorazione riparatrice e accolgono i pellegrini che visitano il Santuario. Sono, inoltre, presenti a Tor Bella Monaca a Roma, a Salerno, al rione Mercatello e a San Nico di Corigliano-Rossano, in provincia di Cosenza.

In provincia di Reggio Calabria, oltre che nella Casa Generalizia di Spirito Santo, le suore sono presenti anche a Serrata, Pellegrina di Bagnara, Scilla, Sambatello, Gallico, Chorio di San Lorenzo, Santa Caterina e Casa Martino. Negli ultimi anni è stata aperta la cosa di formazione anche nelle Filippine, a Manila, il 29 giugno 1989 e, più di recente, anche in Tanzania, nel continente africano. Qui svolgono servizio nelle scuole, nell’apostolato parrocchiale e nell’assistenza ai poveri.

Il ricordo di don Mimmo Geraci: «Il suo testamento spirituale fondato sulla Carità»

Vi proponiamo qui di seguito la testimonianza di un altro amato e compianto sacerdote di Reggio Calabria, don Mimmo Geraci che ci propone il profilo spirituale di San Gaetano Catanoso.

Il programma di tutta la vita di Padre Gaetano Catanoso è decisamente fissato nel grido significativo del salmo 27, imperniato sulla esperienza biblica della storia di Israele. Una ricerca protesa alla contemplazione che delinea globalmente la fisionomia caratteristica della spiritualità del nuovo santo, e sintetizza il desiderio profondo del suo cuore e il bisogno estremo della sua vita. Una ricerca molto chiara che gli impone una professione diuturna e appassionata di fede e di amore.


PER APPROFONDIRE: Chi era san Gaetano Catanoso? Denisi: «Luminoso nella semplicità»


In questa linea intensa di ascesi potrei raccogliere, come in una forza di insieme, le appassionate e preziose deposizioni delle centotrentadue “sessioni” di udienze seguite in parte, come Giudice Delegato, per uno di quei disegni particolari della bontà di Dio relative al processo cognizionale sulla vita e virtù del Santo Gaetano Catanoso. L’istruttoria del processo ebbe inizio il 9 febbraio 1982, proseguendo nello svolgimento, dopo qualche anno di sosta si concluse il 21 novembre 1987.

Furono ascoltati oltre quaranta testi, espressione di una corale venerazione che ha circondato e accompagnato da sempre la maestosa figura dell’amato padre Gaetano Catanoso. Non è facile impresa porre lettura, pensiero e impegno nel fare memoria degli Atti del processo cognizionale del Servo di Dio Padre Gaetano Catanoso, nel quale è intensa la vita dell’uomo e chiarissima la voce di Dio. Padre Catanoso ebbe una tale costante dimensione di fede che lo portò ad una permanente comunione col Signore, da trasformarlo in costante contemplazione orante liturgia quotidiana.

La preghiera era il vero respiro della sua vita, il suo clima abituale. Una preghiera semplice, feconda; una preghiera ardente fatta di ascolto, di accoglienza e di immolazione. Una preghiera che in linea con il Vangelo, non “sprecava parole”. Una preghiera che lo manifestava sereno, forte, luminoso. A questa scuola di comunione orante, conobbe il grande dono di chi crede nella preghiera, per essere costantemente libero, serenamente instancabile, profondamente gioioso. Padre Catanoso, uomo di grande semplicità, uomo del quotidiano e della fedeltà totale alla volontà di Dio: In Domino, ecco il grande segreto avvincente della sua semplicità che disarmava, riprendeva, riconciliava, rivelando il vero significato delle cose e il volto genuino dell’esistenza.

Padre Catanoso era convinto che il suo cammino doveva percorrere, non strade di successo e neppure di insuccesso, ma vie ripide e sassose di amore. La sua parola si riduceva all’essenzialità del Vangelo, all’efficacia dell’intervento, all’autenticità della vita. “Bastava aprisse la bocca, parlava sempre di Dio”, afferma un teste. La vita di Padre Catanoso è stata carità. Una carità che si è nutrita della speranza profonda dell’amore di un Dio provvido, misericordioso, vicino e intimo. Da qui nasceva in lui la necessità di essere un dono per gli altri ed un’offerta di riparazione e di umiliazione a Cristo.

don Mimmo Geraci

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