Avvenire di Calabria

Il tempio rinnovato con le firme di tutti

di Redazione Web

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A Lazzaro, sulla costa della provincia di Reggio Calabria che si affaccia sullo Ionio, grazie alle risorse destinate dai contribuenti alla Chiesa cattolica attraverso la firma dell’8xmille è stata restituita al culto dei fedeli la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. Un intervento che ha permesso non solo di salvaguardare e riportare al su antico splendore l’edificio sacro caro alla comunità, ma rilanciare la propria sfida pastorale: portare Dio ai lontani e agli ultimi.


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Il restyling e gli interventi di consolidamento sono stati terminati in tempo per festeggiare i 90 anni del tempio. «È bello poter celebrare in un luogo bello, anche il luogo deve riflettere la bellezza di Dio», afferma don Mimmo Rodà, parroco della comunità di Lazzaro dal 2016. Dal suo predecessore, don Mimmo Cartella, ha raccolto il testimone, contribuendo a portare a termine i lavori.

«Ci son voluti quattro anni e tanta pazienza perché questi lavori hanno costretto la comunità di Lazzaro a un esilio forzato presso altre strutture. Ma alla fine – sottolinea il sacerdote nel ricordare le varie fasi degli interventi – ne è valsa la pena». Prima che gli venisse affidata la parrocchia, don Mimmo Rodà, venne per la prima volta per un sopralluogo a vedere questa chiesa (allora non era ancora parroco). Si augurò con tutto il cuore di non essere inviato in parrocchie con “lavori in corso”. E invece proprio per lui, architetto donato a Dio, il vescovo riservò questo luogo. Impolverato, inutilizzabile, con i ponteggi e gli operai.

«È stato un modo per evangelizzare, per parlare anche con loro, per portare il messaggio di salvezza dentro la chiesa, ma senza omelie: con la sola vicinanza durante tutto l’iter di ristrutturazione», ricorda ancora. Con i fondi dell’8xmille e il cofinanziamento dei parrocchiani, oggi la chiesa di Lazzaro risplende. E si è subito messa in cammino, perché «dopo il restyling alle mura andava rinsaldata la comunità».

Gli interventi effettuati, inoltre, hanno permesso di restituire al culto importanti spazi oramai dismessi dell’edificio. Ma la «vera chicca», ricorda ancora don Mimmo, è la statua originale della Madonna delle Grazie, risalente a prima del terremoto del 28 dicembre del 1908, i cui frammenti sono stati recuperati proprio grazie a questi lavori finanziati con i fondi destinati al sostentamento della Chiesa cattolica.

8xmille, una firma che fa bene

Quella della parrocchia di Santa Maria della Grazie in Lazzaro, nell’arcidiocesi di Reggio Calabria Bova, è solo uno dei tanti esempi concreti di quanto una semplice firma quella dell’8xmille alla Chiesa cattolica possa davvero far bene, contribuendo a migliorare e far crescere comunità e territori. La parrocchia, per le tante “periferie” delle nostre realtà territoriali, infatti, rappresentano un vero e proprio punto di riferimento non solo per i fedeli che la frequentano, ma anche per molta gente che vive, “lontana”, fragilità e debolezze. A volte, l’unico approdo sicuro in un mare di sofferenza.

Da qui il valore e l’importanza che si riflettono dietro ad ogni intervento volto ad abbellire anche i luoghi di preghiera e di culto. È lo stesso don Rodà, del resto, a sottolinearlo: «Qualsiasi cosa bella possa riflettere la bellezza di Dio è un dono per l’intera comunità. Sarebbe una grave perdita privarci di tutto questo».

Rinsaldare “materialmente” le fondamenta di un tempio, aiuta a rafforzarle anche a livello spirituale e comunitario. Del resto, a prescindere dal credo religioso, i luoghi di culto appartengono all’intera comunità. Contribuire a preservarli significa essere parte di un’economia del benessere che sostiene il settore lavorativo, turistico, oltre che la memoria affettiva dei fedeli. «Le nostre chiese sono anche il punto di riferimento per tanti, dove vivere i valori cristiani ed essere comunità attiva».

Perché firmare è importante e fa davvero bene

«Firmare è importante perché permette di riscoprire i valori fondamentali dell’8xmille: il bene comune, la condivisione, la corresponsabilità, il sostegno economico delle Chiese nella loro missione – afferma il segretario Generale della Cei, monsignor Giuseppe Baturi - È fondamentale comprendere il significato che questo gesto rappresenta per tutti, credenti e non, in termini di solidarietà e democrazia. Destinare l’8xmille alla Chiesa cattolica è una scelta di libertà per lo Stato e non di convenienza economica. Con le risorse a disposizione si va incontro ai bisogni delle persone indigenti, dei migranti, di chi cerca una casa, di chi ha necessità di curarsi, dei più poveri, italiani e stranieri».

Come firmare per l’8xmille alla Chiesa cattolica?

Al contribuente la firma non costa nulla e possono apporla tutti coloro che concorrono al gettito Irpef: chi presenta il 730 o il Modello redditi, ma anche chi dispone solamente del Modello Cu, perché possiede unicamente redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati e non è obbligato a presentare la dichiarazione.

Come è noto, la decisione di chi si esprime serve a stabilire la destinazione dell’intera quota da assegnare, supplendo dunque anche alla mancata espressione di una preferenza da parte di chi non firma. Quali le opere finanziate dalla Chiesa cattolica nell’ultimo anno?

Nell’anno 2022 chi firma per la Chiesa cattolica ha contribuito a rendere possibile lo stanziamento di 150 milioni di euro per la carità delle diocesi italiane (mense, centri di ascolto, soccorso a disoccupati, vittime dell’usura, immigrati, emarginati, anziani abbandonati); 53 milioni di euro per altre esigenze di rilievo nazionale; 80 milioni per progetti di sviluppo e solidarietà nel Sud del mondo; 84 milioni per la manutenzione e il restauro delle chiese e 410 milioni per mantenere dignitosamente i circa 32.000 sacerdoti che operano nelle diocesi, 300 dei quali missionari fidei donum nei Paesi più poveri. È possibile visionare un rendiconto dettagliato su www.8xmille.it oppure su https://rendiconto8xmille.chiesacattolica.it/.

Investimento per l’intera comunità

L’8xmille provvede alle necessità di culto e pastorale di 226 diocesi italiane, al sostentamento dei sacerdoti, a opere relative ai beni culturali, e sempre di più a progetti caritativi diffusi in tutta Italia e in parte all’estero.

Grazie all’8xmille, dal 1990 a oggi la Chiesa cattolica ha potuto realizzare opere e interventi nel settore cultuale e pastorale e nel campo caritativo che si distinguono per qualità progettuale, per la loro capillare diffusione sul territorio, per la capacità di aggregazione e di socializzazione che hanno disseminato, per l’apporto che hanno dato all’occupazione e allo sviluppo, per la tutela che hanno garantito a una quota importante del patrimonio storico-culturale e artistico. Ma anche per la solidarietà che hanno testimoniato ai Paesi in via di sviluppo, promuovendo lo sviluppo di tante comunità in condizioni di povertà e fragilità sociale.

La ripartizione e la scelta delle destinazioni dell’8xmille per finalità di culto e pastorale e per interventi caritativi vengono assunte secondo precisi criteri programmatici - dal vescovo, che coinvolge nella scelta l’economo diocesano, l’eventuale direttore dell’Ufficio amministrativo, l’incaricato diocesano per la promozione del sostegno economico alla Chiesa e, per gli interventi caritativi, il direttore della Caritas diocesana. Della ripartizione annuale viene fornito dettagliato rendiconto alla Cei.


PER APPROFONDIRE: La tela ritrovata, grazie all'8xmille Reggio Calabria riscopre il prodigio di San Paolo


Nella grande parte dei casi gli impieghi prevedono una compartecipazione dei destinatari (diocesi, parrocchie, associazioni, altri enti), e contribuiscono in generale a una “attivazione dal basso” che amplifica i benefici di ogni singolo euro destinato. La strutturazione di iter relativi a ogni impegno guida, inoltre, allo sviluppo di una capacità di programmazione strategica rispetto ai bisogni e alle esigenze che consente di massimizzare l’efficacia

di ogni impiego e di costruire nel tempo, anche all’interno delle Chiese particolari, una visione prospettica e non dettata (solo) dall’urgenza e dalla contingenza. In questo senso, l’8xmille può essere considerato non una spesa, ma un costante investimento che porta a una ricaduta positiva e tangibile per tutta la comunità, a partire da coloro che vivono in condizioni di bisogno e difficoltà.

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