Si è concluso a dicembre il percorso formativo “Le Comunità per la Comunione in cammino” voluto dalla Caritas reggina
L’8xmille sostiene la formazione dei nuovi volontari Caritas a Reggio Calabria
Formazione e condivisione. A sostenere questa sfida è stato un progetto finanziato dai fondi per l'8xmille alla Chiesa cattolica
di Federico Minniti
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L'8xmille a Reggio Calabria cammina anche sulle gambe dei volontari della Caritas diocesana. E non lo fa solamente attraverso le tantissime azioni di prossimità verso gli emarginati della società, ma mettendosi in gioco attraverso una sfida formativa innovativa. Scopri di più sul cammino percorso nell'ultimo anno.
8xmille a Reggio Calabria: la sfida formativa
Promuovere comunità. Una sfida tutt'altro che semplice specialmente dopo anni di isolamento forzato. Durante il periodo pandemico ciò che ha coeso le comunità in quarantena è stato proprio la gratuità e il servizio verso i più fragili. Un'attenzione che va ricondotta alla radice dell'impegno dei cattolici: la carità come stile di vita.
Proprio in questa direzione va il progetto “Le Comunità per la Comunione in cammino” promosso dalla Caritas di Reggio Calabria col sostegno dei fondi dell'8xmille alla Chiesa cattolica. Dopo un anno di attività, il progetto è arrivato a conclusione. Ma i frutti dell'impegno promettono di moltiplicarsi.
In tanti ne parlano, ma quanti sanno davvero cos'è l'8xmille alla Chiesa cattolica? Ecco un rapido vademecum prendendo in prestito le parole del Servizio del Sovvenire: l'8xmille «non è una tassa in più», ma «semplicemente una libera scelta di destinare una percentuale della quota totale IRPEF allo Stato per scopi umanitari e sociali, o a confessioni religiose per scopi religiosi e caritativi. Non costa niente, ma è un piccolo gesto che può fare la differenza».
In soldoni: la quota destinata all'8xmille alla Chiesa cattolica non sono soldi "sottratti" ai contribuenti come argomentano faziosamente gli haters. Entrando nel dettaglio: se non si decide di destinare l'8xmille alla Chiesa cattolica o a chiunque altro «la quota del gettito Irpef sarà comunque destinata, e ripartita in proporzione alle preferenze di chi ha firmato».
Un esempio? Se il 10% dei contribuenti, che ha espresso una scelta, ha firmato per una certa confessione religiosa? Il 10% dei fondi andrà a quella confessione, indipendentemente dal numero degli astenuti. In sostanza: se non firmi lasci agli altri cittadini la facoltà di decidere per te. Perché i fondi vengono ripartiti per intero.
La Caritas di Reggio Calabria ha radici profonde basti pensare che don Italo Calabrò fu uno dei pionieri assieme a monsignor Giovanni Nervo a livello di Caritas nazionale. Dal "laboratorio" degli anni '70 a oggi nascono le Opere-segno, le Case d'accoglienza e i Soggiorni sociali: esperienze accanto a tante altre (come dimenticare le mense, il servizio doccia, l'unità di strada per i senzatetto e le donne vittime di violenza) che hanno segnato la coscienza collettiva sul territorio diocesano di Reggio Calabria - Bova.
Mariangela Ambrogio è la prima donna a dirigere la Caritas diocesana di Reggio Calabria - Bova
Dal settembre 2021 a dirigere la Caritas diocesana di Reggio Calabria - Bova è per la prima volta una donna che risponde al nome di Mariangela Ambrogio. Ambrogio succede a don Antonino Pangallo, don Antonino Iachino e don Italo Calabrò, tre sacerdoti che si sono spesi in prima persona al servizio degli emarginati di Reggio Calabria.
Il progetto di formazione sostenuto dai fondi dell'8xmille
Si intitola “Le Comunità per la Comunione in cammino” ed è un progetto della Caritas diocesana di Reggio Calabria sostenuto dai fondi dell’8xmille alla Chiesa cattolica che si è concluso da pochi giorni. Un’iniziativa che mette «al centro la formazione pedagogica degli operatori» come spiegano i promotori. In realtà si tratta di un’urgenza: secondo la Caritas reggina è necessario riscoprire «spazi educativi e testimonianze vive», specialmente dopo la fine dello stato d’emergenza.
Nello specifico l’idea progettuale “Le Comunità per la Comunione in cammino” è partito e si è sviluppato con l'intenzione di allargare la proposta formativa avviata negli anni precedenti in via sperimentale a tutte le foranie dell’arcidiocesi di Reggio Calabria, per risvegliare alcuni valori-guida, tra cui il senso di appartenenza pastorale, la bellezza della formazione, camminare insieme con metodo e stile sinodale, soprattutto nelle parrocchie in cui non è presente la Caritas e che esprimono il desiderio e la volontà di formarsi.
«Le Caritas parrocchiali, ora più che mai, hanno bisogno di sperare la mentalità assistenzialistica per recuperare la dimensione della prossimità e della condivisione» a spiegarlo è l'operatrice della Caritas reggina, Galedea Stelitano, che aggiunge: «Il percorso di formazione si è sviluppato partendo dallo "smitizzare" alcuni luoghi comuni, come quelli che associano Caritas italiana a servizi di assistenza o consegna viveri. Il primo compito, in verità, è testimoniare il senso cristiano della Carità: "Amatevi come io vi ho amato"».
Il valore dell'ascolto e la capacità di comunicare
Suor Lucia Valori è una suora francescana alcantarina che spende la propria missionarietà presso il Centro d'Ascolto "Don Italo Calabrò" di Archi. «In tanti parlano di ascolto empatico - spiega la religiosa - ma cos'è? Il primo grande "sforzo" è quello di provare a entrare in sintonia con la persona che sto ascoltando. Non esistono "soluzioni preconfezionate": dobbiamo costantemente sentirci in condizione potenziale di ascolto».
Aspetto speculare all'ascolto è la capacità di comunicare. Su questo aspetto si è soffermato Gaetano Versace, giovane operatore della Caritas reggina: «L'efficacia della comunicazione si misura dal risultato sortito». Ma come comunicare al meglio? Prova a delineare un profilo ideale Domenica Belmondo, che ha coordinato per la Caritas questo progetto formativo: «Le barriere della comunicazione, quali ad esempio parlare per frasi fatte o avere un atteggiamento moralizzante, certamente non aiuta una comunicazione di prossimità».
La bellezza di fare rete
Simona Scrivo, impegnata in questa attività progettuale spiega ai nostri taccuini cosa voglia dire «fare rete». «La rete sostiene, aggancia e unisce; a volte va in tensione col rischio di spezzarsi; - sottolinea Belmondo - la vera ricchezza è allentare la tensione andare verso l'altro».
Infine, Francesca Pizzimenti, operatrice della Caritas diocesana reggina, partendo dal valore dei Centri d'Ascolto, ha sottolineato l'importanza della raccolta dati: «I dati realmente servono perché aiutano a progettare con un'ottica generativa: solo capendo il bisogno del territorio si può provare a essere strumento di cambiamento per tutta la società».
Al progetto “Le Comunità per la Comunione in cammino” , finanziato col Fondo Cei 8xmille, hanno partecipato le foranie dell'arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova di Reggio Sud, Bagnara-Scilla, Gallico-Catona e Bova. Inoltre, particolare interesse è stato dimostrato dalle parrocchie di San Gregorio Taumaturgo, San Biagio Martire, San Sebastiano martire al Crocefisso, Sant'Antonio da Padova e Santa Caterina e San Michele Arcangelo di Motta San Giovanni.
L’architetto e gesuita direttore della Galleria San Fedele a Milano sarà il protagonista dell’incontro promosso nell’ambito del progetto ArchiCarmineLAB Cantiere di arte sacra contemporanea.
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