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L'appuntamento è per questo venerdì mattina in Piazza Municipio
A Bova Marina sarà intitolata questo venerdì una strada a Bettino Craxi. L’uomo politico più rilevante della Prima Repubblica ma anche, tra i più controversi a causa delle vicende giudiziarie che lo hanno visto coinvolto.
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Una sobria cerimonia si svolgerà il 15 Marzo alle ore 10, presso Piazza Municipio a Bova Marina. Prenderanno parte insieme al primo cittadino Saverio Zavettieri, i sindaci dei Comuni limitrofi, altre cariche istituzionali e cittadini. Insieme alla figlia Stefania Craxi, senatrice della Repubblica.
Bettino Craxi, segretario del Psi dal 1976 al 1993 e premier dal 1983 al 1987, fu costretto all’esilio ad Hammamet in Tunisia e qui morì nel 2000. In una terra straniera dove si era rifugiato in seguito alle inchieste per corruzione che lo vedevano coinvolto. In particolare, quella di “Mani pulite” che ha segnato la vicenda storica conosciuta come “Tangentopoli”.
In ricorrenza del decimo anniversario dalla sua morte, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano scrisse una lettera alla moglie e ai figli di Craxi. Per mostrare la sua vicinanza ma, soprattutto, per «mettere in evidenza come sia da acquisire al patrimonio della collocazione e funzione internazionale dell’Italia la conduzione della politica estera ed europea del governo Craxi».
Nel quadriennio della sua esperienza governativa, Craxi «ha lasciato un’impronta incancellabile in un complesso intreccio di luci e ombre, nella vita del nostro Stato democratico». E pur essendo stato una figura sicuramente divisiva, con gli anni è stato rivalutato da molti esponenti politici e dall’opinione pubblica.
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Tante infatti sono le città e i Comuni che hanno dedicato uno spazio pubblico allo statista.
L’intitolazione di una via a Bova Marina e l’emissione del francobollo celebrativo degli Accordi di Villa Madama (emesso il 13 Febbraio 2024 dal Ministero delle Imprese e Made in Italy) è un altro modo come scrisse Roberto Maddaloni, «di ridare ad un uomo che non ebbe nessuna garanzia di un equo processo, di riconoscimento del diritto alla difesa, la dignità che merita nella storia del nostro Paese. E che possa servire da monito alle nuove generazioni che di lui sanno poco o nulla».
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