Avvenire di Calabria

Il retroscena. Regione Calabria e Città Metropolitana reggina vogliono replicare il modello Ryanair

Aeroporto-Alitalia, la separazione è consensuale

Redazione Web

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La sensazione è che l’Aeroporto dello Stretto «supererà » la data del 27 marzo. L’addio di Alitalia sembrerebbe metabolizzato così come c’è ottimismo rispetto alla proroga dell’esercizio provvisorio di Sogas sino al 30 giugno prossimo. La soluzione “tampone” dovrebbe garantirla Blu Express, compagnia che già opera nello scalo da diversi anni e che sarebbe già disponibile a “raddoppiare” le frequenze su Roma e Milano Linate. Sul versante Alitalia, la riunione romana tra Enti locali, Enac, Enav e Governo sembra aver allontanato una soluzione. L’ex compagnia di bandiera è alle prese col varo di un nuovo piano industriale che andrà a ridurre sensibilmente i costi relativi alle tratte interne (come quelle da e per il “Tito Minniti”) subordinando ogni ragionamento al taglio del personale, compresi gli operativi (una sessantina) che operano in riva allo Stretto. Una macro–vicenda che si inserisce in una crisi perenne dello scalo reggino. Luca Cordero di Montezemolo è già ai saluti, al suo posto al timone di Alitalia ci sarà Luigi Gubitosi, ex direttore generale della Rai, nome gradito al Partito Democratico.
La sua partita sarà «far digerire» tagli per un milardo di euro. Tra questi dovrebbero rientrare anche gli attuali operatori aeroportuali, come confermano le parti sociali. Fronte occupazionale che è il vero campanello d’allarme: a Lamezia, Sacal Gh, società che cura l’handling dello scalo (e per tanti gettonatissima a integrare gli ex dipendenti Sogas/Alitalia) è in perdita. Non una buona notizia. Rispetto al comparto operativo di Alitalia, Cramer Ball ne resterà alla guida e il messaggio alla Regione è chiaro: i fondi del co–marketing non vanno solo spesi per le low–cost. Una mossa che anticipa l’intenzione dell’ex compagnia di bandiera di una soluzione a corto–medio raggio snello. Da questo assunto sono partiti Oliverio, Falcomatà e Accorinti: Alitalia sta attraversando una crisi senza precedenti, è giunta l’ora – secondo quanti oggi siedono ai tavoli che contano – di tagliare il cordone ombelicale al “Minniti”. A recidere ci penserà Sacal, società di gestione dei tre aeroporti calabresi. La Regione ed Enac vogliono stringere i tempi sulle certificazioni per avere una carta in più rispetto alla pronuncia del Consiglio di Stato sul bando “incriminato”. Una data, quella del 5 dicembre, che diventa il vero spartiacque. Con la concessione definitiva (e trentennale) in Sacal è già pronto un ampliamento della dotazione finanziaria societaria: dopo la scalata dell’Eurobed, azienda operante nel settore delle slot machine, sia la Città Metropolitana di Reggio Calabria (acquisendo il 100% delle disponibilità “pubbliche” pari a due milioni) che Confindustria reggina (che potrebbe opzionare il restante milione) sarebbe disponibili a investire nuove risorse previo l’ingresso nella governance dello scalo. Non investiranno – al momento – gli enti siciliani. L’obiettivo (neanche troppo celato) è quello di replicare il modello–Ryanair. Per farlo il Governo con Enac ed Enav si è premurato di agevolare l’installazione del Ground Based Augmentation System. Un “satellite” che corregge gli errori Gps e fornisce una guida verticale ed orizzontale interfacciandosi al pilota come un normale sistema Ils. Fino ad oggi è stato installato solo a Linate e Palermo, sul “Minniti” sarebbe la prima volta su un sentiero di atterraggio curvilineo. Dal tavolo ministeriale sarebbe emersa la volontà di partire proprio all’aeroporto dello Stretto. Le low–cost, ovviamente, gongolano.

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