Avvenire di Calabria

Il 19 e 20 febbraio al Teatro Comunale è tornato il capolavoro portato al successo da Johnny Dorelli

”Aggiungi un posto a tavola”, che spettacolo al Cilea

La voce di ''Dio'', nella rappresentazione dal vivo, è stata interpretata dal maestro Enzo Garinei

Antonio Marino

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È appena scoccata la mezzanotte allorquando dal palchetto che, sulla destra, sporge proprio sul palcoscenico, appare, raggiante, la piccola sagoma di uno dei giganti del Teatro del Diciannovesimo Secolo: Enzo Garinei.
Il pubblico, che gremisce, fino all’inverosimile, il Teatro Cilea, già in visibilio per la straordinaria performance di Gianluca Guidi e della sua compagnia, scatta in piedi, e, intensificando con vero trasporto d’amore e gratitudine gli applausi, tributa l’ennesima standing ovation ad Enzo Garinei, fratello di quel Pietro Garinei che, assieme a Sandro Giovannini, scrisse uno dei capolavori della Commedia Musicale: “Aggiungi un posto a tavola”.
È all’interno della rassegna “La maschera e i volti”, messa in piedi al Teatro Cilea da Lillo Chilà e dalla sua PolisCultura, che il 19 e il 20 febbraio “Aggiungi un posto a tavola” entusiasma e fa riflettere, strappa ripetuti applausi, molteplici sorrisi, e lascia piccoli semini di “buone prassi” nell’animo dei tantissimi reggini che scelgono di spendere dei quattrini per comperar biglietti per assistere ad una magica serata teatrale.
E si, perché se quel famoso “e se qualcuno arriva non chiedergli: chi sei?”E se qualcuno arriva non chiedergli: che vuoi? che, dal vivo, attori e ballerini cantano magistralmente, mentre i reggini e i calabresi – lo spirito d’accoglienza e la gioia nell’aggiungere un posto a tavola – lo vivono quotidianamente – testimonianza vivente lo sono le realtà che spesso si son trovate e si trovano alle prese con gli sbarchi al porto… - quel sibillino “se si trascura il corpo, finisce che anche l’anima mette su pancia”, che don Silvestro, vivificato da un superbo Gianluca Guidi – figlio di Lauretta Masiero e di Johnny Dorelli, che quel ruolo interpretò e che proprio il 20 febbraio ha soffiato su una torta con 82 candeline… - che don Silvestro, dicevamo, sussurra, nel primo atto, a Toto, uno dei giovani della sua parrocchia, è una specie di campanellino d’allarme per tutti noi che spendiamo una porzione della nostra storia terrena all’ombra del campanile e che tante volte, lasciandoci prendere dal nervosismo del tanto “da fare”, ci rifugiamo in qualche tramezzino di troppo, piuttosto che in qualche utile, al corpo e allo spirito, oretta di sincera Adorazione Eucaristica…
E mentre i centottanta minuti dello spettacolo scorrono, purtroppo, rapidamente via, alla fine, in un tripudio d’applausi e di urla festanti, Gianluca Guidi saluta Reggio ed il suo Teatro Cilea, “dal quale – dice – mancavo dal 1992. È una bella cosa andare a Teatro – argomenta Gianluca Guidi – Si sta insieme, e al buio si partecipa a, chiamiamola così, tra virgolette, ad una piccola liturgia. Amate il Teatro, innamoratevi del vostro Teatro Cilea, ben ristrutturato, e non lasciatelo mai solo, mai vuoto”.
Il sipario, lentamente, si chiude. Gli attori tornano in camerino, pronti a riprendere il cammino dell’Arte e della Vita.
I reggini escono in strada, s’incamminano verso casa.
Forse, quella favola di cui “Dio”, la cui voce è proprio, dal vivo, quella di Enzo Garinei, parlava all’inizio della commedia, “c’era una volta…anzi c’è, o meglio ancora: potrebbe esserci un piccolo paese di montagna che sta qui, lì, dovunque piaccia a chi sta ascoltando. Il paese che io, da quassù, ho scelto per questa favola”, in riva allo Stretto pare che si possa addirittura tramutare in vita…
Perché, in fondo, “se sposti un po’ la seggiola stai comodo anche tu, gli amici a questo servono, a stare in compagnia, sorridi al nuovo ospite, non farlo andare via…”

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