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Da decenni la Calabria attende un’infrastruttura ferroviaria che garantisca collegamenti veloci con il resto d’Italia. L'Alta Velocità quali benefici apporterà, in quanto tempo sarà realizzata e quali le possibili alternative? Ecco tutto ciò che c’è da sapere in questa analisi del professor Domenico Gattuso, docente di pianificazione e ingegneria dei trasporti dell’Università Mediterranea.
Le grandi opere calate dall’alto in Calabria fanno pensare al gioco dei 3 bicchieri e un fagiolo. Con destrezza, velocità e malizia, il manipolatore copre il fagiolo sul tavolo con uno dei 3 bicchieri e ti chiede di precisare dove si trova. Naturalmente non ci azzecchi mai e intanto ti spenna i soldi. Nel caso specifico della Fav (ferrovia alta velocità) in Calabria si verifica qualcosa di analogo. Ormai da anni si fanno chiacchiere a vuoto e intanto i servizi, specie a scala regionale, continuano a rimanere di mediocre qualità.
Nel 2020, Rfi ha presentato il progetto di una nuova Fav in grado di collegare Salerno a Reggio Calabria in 4 ore e 15 minuti su un percorso di 445 km di lunghezza; il costo complessivo delle opere, a carico dello Stato, era stimato in 22,8 miliardi di euro, con una media di ben 51 milioni di euro a km. La nuova linea avrebbe abbandonato il percorso lungo la costa tirrenica, per correre in adiacenza all’autostrada A2, con molte opere d’arte (180 km di gallerie e numerosi ponti e viadotti). L’opera, con 7 lotti, avrebbe dovuto essere realizzata entro il 2026.
Nel dicembre 2023 però Rfi fa marcia indietro e comunica che il percorso da Praia a Tarsia è irrealizzabile. Si dichiara che: «Gli approfondimenti progettuali successivi al primo documento di fattibilità hanno evidenziato forti criticità. Da un punto di vista tecnico la realizzazione e manutenzione di quel tracciato risultava molto complessa. I costi economici e quelli ambientali non erano sostenibili». Si opta per un’alternativa ritenuta fattibile come quella litoranea sul Tirreno. Comunque si prevede un nuovo tracciato e non l’adeguamento di quello esistente.
Intanto si viene a sapere che il primo lotto del progetto è pronto e prevede l’arrivo dell’alta velocità a Praia entro il 2032: 9 anni solo per il primo lotto (ne erano previsti 6 per la realizzazione dell’intera Tav e dei 7 lotti, sic!). Dalle analisi di progetto si osserva inoltre che la velocità media di viaggio sarebbe dell’ordine di 160 km/h, ben lontana dai 250 km/h per i quali una linea possa qualificarsi come Fav. Dalla proposta Rfi non si desumono rilevanti guadagni di tempo di viaggio per le persone. Una linea Fav ha una capacità di almeno 150 treni al giorno, di gran lunga sovradimensionata rispetto alle reali esigenze.
PER APPROFONDIRE: Alta Velocità in Calabria, «basta ritardi»
Si può intuire che la domanda di trasporto non possa essere consistente in rapporto alla decrescita demografica di Calabria e Sicilia, ai notevoli tempi di accesso dai comprensori locali e dal versante ionico verso le poche nuove stazioni (4 fermate), alla ormai consolidata preferenza dei viaggiatori per il trasporto aereo sulle medio-lunghe distanze. Si prefigura dunque un intervento farlocco, sovradimensionato in termini infrastrutturali e in rapporto alla domanda potenziale, sottodimensionato in termini di prestazioni, costosissimo e completato in data incerta; ai ritmi attuali forse l’opera sarebbe terminata nel 2060.
Tempi di realizzazione e costi d’investimento risulterebbero assai più contenuti nello scenario di ferrovia razionale equo-sostenibile (Fres) proposto da chi scrive (scenario fattibile in 3 anni, investimento di 3 miliardi di euro per potenziamento di infrastrutture e servizi, compresi elettrificazione e acquisto di treni moderni). Tale scenario prevede anche l’adeguamento della linea ionica, permettendo velocità commerciali dell’ordine dei 100 km/h, assicurando un allaccio alla linea veloce adriatica e al Nord Italia (dimensionata per i 200 km/h) e una sostanziale crescita della frequenza del servizio.
Il percorso ionico-adriatico sarebbe anche fruibile, senza limiti di sagoma, dai treni merci di ultima generazione. Lo scenario alternativo Fres renderebbe servizio migliore alla comunità risultando più distribuito, permettendo relazioni ferroviarie appetibili (oggi impossibili) fra le regioni del Meridione. Riguardo alla direttrice tirrenica è bene rilevare che già oggi è possibile raggiungere Roma da Reggio in meno di 5 ore sulla linea tirrenica con treni/frecce adeguati; interventi mirati potrebbero apportare ulteriori incrementi di velocità e quindi rendere la linea competitiva rispetto alla dispendiosa Fav di Rfi dagli impatti prevedibilmente negativi sull’ambiente. Da notare infine che i costi di manutenzione e gestione con la soluzione di progetto Fres rimarrebbero sostanzialmente stabili sull’intera rete del sistema ferroviario calabrese, e di gran lunga minori rispetto allo scenario Fav con 3 ferrovie in parallelo in direzione nord/sud.
In definitiva, a mio avviso, sarebbe meglio lasciare giocare con il fagiolo tarato gli incantatori di piazza mercato e assumere scelte progettuali davvero indirizzate al bene comune, fattibili in tempi ragionevoli, a costi abbordabili, scevre da rischi. Tanto più, in un’epoca come la nostra che induce molta preoccupazione per una corrente di pensiero folle che vorrebbe dirottare ingentissime risorse verso mezzi di trasporto distruttivi di massa.
* docente ordinario Pianificazione e ingegneria dei trasporti Unirc
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