Avvenire di Calabria

L'artista e architetto catalano è conosciuto in particolare per aver ideato e avviato i lavori della Sagrada Familia di Barcellona

Gaudì, 170 anni fa la nascita dell’autore della “Bibbia in Pietra”

Nel 2000 l'avvio del processo di beatificazione dell'artista e la consacrazione del suo capolavoro da parte di Benedetto XVI

di Consolata Maria Gloria Oliveti

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Il 25 giugno di 170 anni fa nasceva Antoni Gaudì che non a caso papa Benedetto XVI ha definito l’autore della “Bibbia in Pietra”. Vita ed opere di un genio e artista che reinterpretò l'architettura come "Catechismo".

Ogni qualvolta l’architettura cristallizza i suoi stilemi, li anchilosa, vive di inezie, occorre tornare a zero o come dice Barthes «creare una scrittura bianca, sciolta da ogni schiavitù a un ordine manifesto del linguaggio».

Antoni Gaudì nacque a Reus , il 25 giugno 1852 in una famiglia di calderai fabbricatori di pentole di rame. Il contatto con l’esperienza lavorativa della famiglia che forgiava il metallo, determinò la sua creatività e capacità che lo portò ad usare diverse materie come la pietra, il ferro, il legno ed altro, creando e sperimentando forme ardite: la retta è la linea degli uomini, la curva è la linea di Dio.


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Frequentò la Scuola Superiore di Architettura. Benché visse in pieno Modernismo, Gaudì si oppose fortemente all’utopismo urbanistico, fortemente legato al laicismo che si andava diffondendo in Catalogna e non solo. Rifiutò l’artificialità dell’architettura industriale, favorendo il ricco vocabolario di segni che sia l’Art Nouveau sia la cultura del passato come il gotico gli forniva.

Il Modernismo non solo abbracciò tutte le arti della cultura ma fu presente anche nella Chiesa dove preti laici cercarono di modernizzarla, cercando di far dialogare il pensiero scientifico con il pensiero cattolico. Questo portò che i principali esponenti cercarono di scardinarne le fondamenta, tanto che papa Pio X condannò nel 1907 con il decreto Lamentabili e l’enciclica Pascendi, una serie di posizioni moderniste introducendo l’obbligo del giuramento antimodernista. Come successe per la Chiesa anche nell’arte, artista o movimento d’avanguardia che cercarono di azzerare la cultura precedente, il percorso di Gaudì fu diverso.

Originalità e tradizione, l'arte di Gaudì

Studiò l’architetto Ruskin che con Morris cercarono di recuperare i valori del passato, del Medioevo, il Gotico, il valore dell’artigianato che la nascente industria ne aveva cancellato i valori, quale l’umanità e la creatività presenti nell’uomo artigiano, che l’industria aveva abbrutito. Recuperare la cultura gotica voleva anche dire recuperarne i valori cristiani, che il Modernismo stava cancellando, recuperarne la trascendenza, la spiritualità. Il contributo di questi due artisti fu fondamentale perché diede vita al connubio tra le arti maggiori: pittura, scultura ed architettura ed arti minori con l’artigianato.

Quindi Gaudì mescolò le tecniche di avanguardia e le capacità artigianali, usò materiali e strumenti a secondo la necessità del momento, alla pietra, al vetro, ai mattoni, al colore, la forma ed il colore dialogavano in modo altamente espressivo, affrontò forme nell’architettura difficilmente realizzabili come l’ellissi, la parabola e l’iperbole. Le forme le cercava osservando la natura, riflesso del Creato dove ne poteva trovare la bellezza e lo splendore della Verità, senza Verità non c’è arte.

Incontrò Eusebi Guell, imprenditore cattolico che lo affiancò nella sua attività divenendone mecenate. Un famoso parco, infatti ne porta il suo nome. Realizzò   sia opere civili che religiose. Fu chiamato anche per la realizzazione del progetto della casa madre e del collegio dell’ordine delle suore di Santa Teresa d’Avila, dovendosi confrontare con mezzi economici esigui, limitò le decorazioni nell’opera, creando un ‘architettura più sobria.

Sagrada Familia: la "Bibbia in Pietra" di Antoni Gaudì

Non fu mai legato sentimentalmente, dedicò la sua vita interamente all’architettura, visse come un monaco, dedito alla preghiera ed al suo lavoro, in totale povertà e semplicità di vita e di costumi. La sua opera più importante che significò per lui anche un cammino spirituale lo accompagnò fino agli ultimi giorni della sua vita è la Sagrada Familia a Barcellona.

Al progetto dedicò 43 anni, ma gli ultimi 12 anni vi dedicò completamente senza sovrapporre altre committenze. Fu concepita come una grande cattedrale gotica, sorta dalla volontà dell’Associazione devoti di San Giuseppe. Un’impresa che non possedeva donazioni, ma che si avvalse delle offerte dei fedeli.

Qui affronta l’opera sperimentandone le possibilità di volta in volta, cercando di mettere a loro agio gli operai secondo le competenze che ne erano provvisti, in quanto sosteneva che quando si lavora bisogna farlo con piacere e con sicurezza, inoltre sosteneva che la Chiesa cresce a poco a poco e che le cose che devono durare a lungo ci vuole del tempo che crescano.

Le tre facciate che raccontano la storia di Gesù

La Chiesa concepita come un bosco in pietra, dove i rami degli alberi s’innalzano verso l’alto, come le anime che contemplano Dio, ha cinque navate ed un transetto a tre. Guardò gli stili neogotici, barocche ed art nouveau, cercò che la forma e la materia diventassero un Catechismo per il fedele. L’idea iniziale di Gaudì era che vi fossero tre facciate dedicate alla storia di Gesù: la Natività che lui stesso riuscì a portare a termine, la Crocifissione inaugurata nel 2000 realizzata dall’architetto Subirachs e la Resurrezione.

Vi sono quattro campanili dedicati agli apostoli Mattia, Giuda Taddeo, Simone e Bartolomeo, anche se inizialmente ne avrebbe voluti fare quattordici: i dodici Apostoli, uno dedicato a Maria e il più alto a Gesù. Sul tetto pensò ad una guglia molto alta che avrebbe diramato i raggi di luce in tutta Barcellona evocando Gesù -Luce.

Stimato come ad un santo, ma quando il 7 giugno 1926 fu investito da un tram, mentre si dirigeva come ogni mattina a pregare nella chiesa di San Filippo Neri, fu travolto e deturpato in viso. Si pensò che fosse un mendicante, non fu riconosciuto e lo portarono all’ospedale di Santa Croce, un ospizio per mendicanti. Fu riconosciuto dal cappellano dell’ospizio, morì il 10 giugno. Fu sepolto nella Chiesa che lo vide lavorare, dormire, vivere fino agli ultimi istanti della sua vita. L’ opera di Gaudì influenzò tutto l’ambiente internazionale ed ha lasciato una preziosa eredità per gli artisti coevi, ma soprattutto per quelli che son venuti dopo. Bruno Zevi disse di lui: «genio incommensurabile influenzò gli espressionisti, gli informali, gli “action-architets”».


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Il Vaticano annunciò l’11 Marzo 2000 l’inizio del processo di Beatificazione. Nel 2010 Papa Benedetto XVI consacrò il capolavoro di Gaudì, vedendo in essa una "Bibbia in pietra", ricordando che Dio è Dio di pace e non di violenza, di libertà e non di contrizione, di concordia e non di discordia. Durante la messa ne esaminò la personalità umana ed artistica, il valore umano e spirituale, l’amore per i poveri, per gli ultimi ricordando che tra le sue opere vi fu anche una scuola per i figli dei poveri muratori.

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