Avvenire di Calabria

Ecco una nuova "puntata" della rubrica #essereVolontari pubblicato su Avvenire di Calabria lo scorso 26 settembre.

Nuova Solidarietà si racconta: «Prendersi cura degli anziani non è tempo perso»

Il contenitore di storie e riflessioni è a cura del Centro servizi al Volontariato dei Due Mari di Reggio Calabria

di Redazione Web

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Nuova Solidarietà si racconta: «Prendersi cura degli anziani non è tempo perso». Ecco una nuova "puntata" della rubrica #essereVolontari pubblicato su Avvenire di Calabria lo scorso 26 settembre. Il contenitore di storie è a cura del Centro servizi al Volontariato dei Due Mari di Reggio Calabria.

Nuova Solidarietà si racconta

Nell’ultimo ventennio, da quando improvvisamente la società si è accorta di stare diventando “vecchia”, ha scoperto la generazione degli anziani, sino ad allora solo considerata una generazione di quiescenza a cui destinare alcuni servizi o azioni, non rendendoli risorsa, ma svantaggio della società.

Questo ha portato a generare solitudine, isolamento, insoddisfazione verso i rapporti sociali e scarso senso di appartenenza ad un gruppo, con conseguenze che si sono ripercosse non solo a livello di benessere psico-fisico, ma anche culturale e relazionale.

Con il cambiamento del modello familiare tradizionale e la maggiore vulnerabilità delle famiglie, abbiamo compreso che gli anziani non sono da rottamare.


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Anzi possono essere una risorsa preziosa per la famiglia e per la società, se attivano relazioni personali e sociali. Sempre più spesso sono loro a bilanciare gli equilibri familiari, prendendosi cura dei nipoti, impegnandosi nel sociale, in parrocchia, e anche con i propri genitori anziani.

Quando si realizza un equilibrio, si ha una buona qualità della vita e una soddisfazione personale. Ed è su questo che bisogna focalizzare l’impegno sociale e l’azione progettuale, sull’attivazione di queste risorse, per la famiglia e per la società, che coltivano relazioni tra diverse generazioni, diventando un patrimonio prezioso di conoscenza, esperienza e attività prestata.

Realizzando quel processo di apprendimento che si realizzava spontaneamente all’interno delle famiglie, in cui tutte le persone, di tutte le età possono imparare insieme l’una dall’altra. Nuova Solidarietà ha da sempre, sin dal 1989 portato avanti questa mission, di creare azioni, situazioni, luoghi e contesti, in cui le generazioni potessero condividere le loro differenze e sperimentare le loro affinità, ponendo l’attenzione sui giovani e sugli anziani in particolare, ma alla famiglia in generale.

Nel fare questo bisogna stare molto attenti a non privilegiare i bisogni dell’una o dell’altra generazione, ma lavorare sullo sviluppo del capitale sociale per una società più coesa. Molti sono gli stereotipi da combattere, da entrambi le parti!


PER APPROFONDIRE: Fermenti di comunità, il volontariato si mobilita sulla Piana


Ecco allora che anche noi dobbiamo continuamente essere alla ricerca di nuovi ponti da costruire, nuovi linguaggi da condividere, ma soprattutto di equilibri da creare.

Molti sono stati i progetti in tal senso, i Centri di aggregazione Polivalente, i percorsi educativi, gli eventi. Abbiamo impiegato le nuove tecnologie, le “vecchie feste”, i giochi di società intergenerazionali, il ballo, il canto, il teatro, cercando sempre di coniugare tradizione ed innovazione.

Abbiamo condiviso momenti ludici, ricreativi, formativi e didattici fra generazioni. Cercando di costruire un presente che potesse guardare al futuro, soprattutto per i giovani, facendo sperimentare loro che tutto ciò che si apprende piò essere spendibile per il proprio futuro.

In realtà, nel fare tutto ciò, abbiamo solo impiegato tempo e spazi di relazione, ritagliando con fatica, nel vortice della quotidianità, Tempo per la Persona, sostenendola nelle fragilità e spronandola a sperimentare le sue potenzialità e competenze.

Abbiamo sperimentato che a volte basta solo dare la possibilità di condividere del tempo per creare un mondo di opportunità che spesso generano nuove azioni e nuovi input a fare altro, ma sempre partendo dall’imprescindibile bisogno di condividere idee e percorsi.

È proprio vero ciò che insegna Paulo Freire: «Nessuno insegna a nessuno, tutti imparano da tutti».

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