Avvenire di Calabria

Il pastore della Chiesa di Reggio Calabria - Bova ha visitato la parrocchia di Maria Santissima del Carmelo

Archi Carmine, la comunità accoglie il vescovo Morrone

Il presule ha speso parole di grande incoraggiamento e speranza per il quartiere invitando tutti alla «condivisione»

di Giusy Cartella

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È stato un grandissimo dono per la comunità di Maria Santissima del Carmelo di Archi poter vivere insieme al vescovo, monsignor Fortunato Morrone il momento più alto dell’incontro con Cristo che è la Messa domenicale.

Ma il dono ancor più grande è stato incontrarlo in modo informale e senza nessuna motivazione specifica se non il ritrovarsi per condividere. È proprio in quest’ultima parola che risiede il cuore di quanto vissuto in particolar modo, ed il segreto per vivere bene anche tutto quello che verrà.


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Condividere è un verbo che incarna il “Verbo” stesso, riproponendone la Grazia ogni volta che si aderisce a questo atteggiamento; è quello spezzare insieme, che fa pulsare in modo vivo e non fraintendibile le parole che Gesù disse nell’ultima cena e che riascoltiamo e raccogliamo in ogni Santa Messa: «fate questo in memoria di me».

Condividere è la perfetta sintesi di un’omelia fervente, sentita e coinvolgente che il vescovo ha fatto risuonare, in modo forte e deciso, nei cuori di ciascuno di noi, estrapolando dal Vangelo del giorno la tentazione madre di tutte le tentazioni: dimenticarci di essere figli; dimenticarci di avere un Padre con cui condividere i nostri momenti di prova, proprio come Gesù ci ha mostrato senza equivoci, cadendo in quella tentazione di onnipotenza che divora le nostre anime, facendoci desiderare o nel peggiore dei casi credere, che siamo noi stessi il dio della nostra vita, o facendoci volere o credere, se proprio non ci dimentichiamo di essere figli, di essere però figli unici e quindi ponendo l’inesistenza della grande famiglia di Dio di cui facciamo parte e in cui siamo tutti fratelli.

L'esortazione del vescovo Morrone alla comunità di Archi Carmine

Essere fratelli è bello, ma è anche tanto scomodo perché chiama all’accoglienza nel suo senso più autentico. Ecco qui che ritorna il verbo «Con-di-videre»: vedute diverse che si mettono insieme, probabilmente per un qualcosa di più grande, similmente a tante diverse tessere che messe insieme diventano un mosaico bellissimo. Ed è qui che ritroviamo anche il cuore del sinodo.

«Il pane - ha detto Morrone - è più buono quando è condiviso». Una presenza del vescovo definita «una grande Grazia» dalla comunità di Archi Carmine che ha ringraziato anche don Danilo per aver invitato il vescovo, oltre che per il gran lavoro fatto insieme agli altri due giovani sacerdoti di Archi, don Antonio e don Giovanni, per questo grande quartiere.


PER APPROFONDIRE: Archi Carmine, le associazioni «anima del quartiere»


Quartiere per il quale il vescovo Fortunato ha speso parole di grande incoraggiamento e speranza. Archi merita di risorgere da quelle etichette che da troppo tempo si porta dietro, per mostrare la meraviglia che è e in cui c’è tanta Luce di Dio.

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