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La comunità parrocchiale di Archi Carmine ha scelto il bozzetto dell’artista trentino Michele Parisi per la realizzazione di una grande opera d’arte sacra. Sarà il primo intervento di questa portata a Reggio Calabria, frutto di un percorso di discernimento condiviso e partecipativo.
La Parrocchia di Maria Santissima del Carmelo ad Archi, nella periferia nord di Reggio Calabria, ha concluso il suo percorso di discernimento e votazione per la realizzazione di una nuova opera d’arte sacra contemporanea. A risultare vincitore è stato Michele Parisi, artista trentino di fama nazionale, il cui bozzetto è stato scelto all’unanimità dai tre livelli previsti nel metodo sinodale di selezione: la comunità parrocchiale, la diocesi e una commissione di esperti d’arte.
Quella che nascerà nel presbiterio della chiesa non sarà un semplice affresco, ma una monumentale opera iconografica di circa 5x10 metri, in grado di coniugare profondità teologica, identità mariana e linguaggio artistico contemporaneo. Si tratta di un progetto unico nel suo genere per la città di Reggio e tra i pochissimi in Calabria e in Italia in un luogo di culto.
La scelta dell’opera non è stata solo estetica, ma il frutto di un vero e proprio cantiere spirituale e artistico: un laboratorio di progettazione partecipata durato mesi, che ha unito la dimensione pastorale, liturgica, teologica e culturale. Il progetto prende vita da ArchiCarmineLAB, laboratorio promosso dalla parrocchia guidata da don Danilo Latella.
Questo cammino sperimentale è stato organizzato in collaborazione con l’Ufficio Beni Culturali e Edilizia di Culto della diocesi di Reggio Calabria-Bova, il Museo Diocesano “monsignor Aurelio Sorrentino” e ha avuto come guida il gesuita padre Andrea Dall’Asta, direttore della Galleria San Fedele di Milano, tra le voci più autorevoli nel panorama dell’arte sacra contemporanea. Attraverso conferenze, laboratori e incontri formativi, padre Dall’Asta ha aiutato la comunità a comprendere che l’arte sacra non è semplice ornamento, ma luogo di teologia e rivelazione spirituale.
Il progetto si è fondato su tre cardini: bellezza, partecipazione e fede. Non si è trattato di scegliere un quadro da appendere, ma di creare un segno ecclesiale vivo, nato dal cammino condiviso di una Chiesa sinodale che ascolta e agisce.
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La comunità non è stata spettatrice, ma protagonista. I fedeli hanno partecipato a catechesi, laboratori, incontri formativi e momenti di ascolto. Dopo l’arrivo di numerosi bozzetti, sono stati selezionati i due finalisti, poi valutati da una commissione tecnica e dalla comunità attraverso una consultazione pubblica molto partecipata, anche online.
Determinante è stato il supporto di professionisti e istituzioni: Maria Chiara Cardini, critica d’arte, Lucia Lojacono, direttrice del Museo Diocesano, e don Domenico Rodà, vicedirettore dell’Ufficio Beni Culturali, hanno accompagnato ogni fase del percorso, collocando il progetto tra le eccellenze italiane di arte sacra contemporanea.
Michele Parisi, nato a Riva del Garda nel 1983, è noto per la sua produzione che fonde fotografia, pittura e riflessione esistenziale. Le sue opere evocano atmosfere contemplative e spazi sacri, e hanno trovato spazio in importanti gallerie italiane ed europee.
Il bozzetto proposto per Archi rappresenta episodi mariani, in uno stile che parla di silenzio, attesa, bellezza e mistero. Non si tratta di una semplice illustrazione, ma di un’opera che accompagna la preghiera e suscita meraviglia, diventando parte integrante della liturgia.
La realizzazione dell’opera non è solo per la parrocchia, ma per tutta la città. A Reggio Calabria non esistono opere di arte sacra contemporanea di questa portata. Per dimensioni, qualità artistica e valore teologico, il progetto rappresenta una pietra miliare nel rinnovamento del linguaggio sacro contemporaneo.
I temi scelti per l’opera sono tre grandi misteri mariani: Annunciazione, Visitazione e Pentecoste.
L’Annunciazione è il momento del “sì” di Maria, l’inizio del mistero dell’Incarnazione. Nell’interpretazione di Parisi è sottolineata la forza rivoluzionaria della giovane donna che, nell’ascolto, cambia la storia.
La Visitazione è l’incontro tra Maria ed Elisabetta, due donne che condividono la gioia e il peso del mistero. L’opera racconta una Chiesa che si fa prossima, che si apre, che guarda al futuro, rappresentata nell’affaccio sullo Stretto.
La Pentecoste presenta Maria al centro della comunità apostolica. Lo Spirito scende come una cascata d’oro, unendo cielo e terra. Maria è Madre della Chiesa: la rappresentazione evidenzia movimento, luce, diversità e corresponsabilità, chiamando ogni battezzato a vivere da protagonista la storia della salvezza.
Il progetto ArchiCarmineLAB dimostra cosa può accadere quando una comunità cammina unita, intrecciando fede, cultura, arte e partecipazione. L’opera che verrà realizzata non è solo di Michele Parisi: è un’opera corale, nata dall’ascolto dello Spirito, dalla voce della comunità e dalla cura delle istituzioni.
Nei prossimi mesi, la chiesa di Archi Carmine si trasformerà in un cantiere vivo, che coinvolgerà ancora una volta i fedeli, anche nella preparazione liturgica e spirituale. Al termine dei lavori, l’opera sarà inaugurata con una solenne celebrazione, nella quale l’arcivescovo Fortunato Morrone consacrerà l’edificio.
L’affresco nel presbiterio non sarà una semplice immagine su parete, ma un segno vivo, un luogo di incontro, un respiro d’eterno nel cuore della città. Sarà memoria del cammino condiviso, specchio del desiderio di una comunità che ha scelto di non restare spettatrice, ma di essere protagonista in un tempo che spesso dimentica la bellezza come via di salvezza.
ArchiCarmineLAB non finisce qui. Al contrario, è solo l’inizio: il cantiere rimane aperto, nel cuore e nello spirito di chi continuerà a creare, interrogarsi, credere. La Chiesa del Carmine di Archi diventerà un luogo dove la bellezza accompagna il cammino di fede, dove l’arte è porta dell’incontro con Dio.
Come ha scritto papa Francesco: «Evangelizzare anche con l’arte significa risvegliare il senso del bello nelle persone». E da oggi, da Archi, il bello torna a farsi Vangelo. Perché un’opera d’arte sacra non si contempla soltanto: si abita, si vive, si prega. E Reggio Calabria ha un luogo in più dove la bellezza parla di Dio.
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