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«Nella Chiesa non ci sono comunità di serie A e comunità di serie B e se ciascuna è chiamata a svolgere fino in fondo la propria missione, nessuna può pretendere di fare a meno dell’altra». Lo ha sottolineato monsignor Stefano Russo, segretario generale della Cei, nel suo intervento introduttivo all’Incontro dei vescovi delle aree interne, ospitato al Centro “La Pace”, promosso oggi e domani a Benevento dall’arcivescovo Felice Accrocca.
Monsignor Russo ha ricordato che questo incontro sulle aree interne, «il primo con un coinvolgimento nazionale, è stato preceduto da una serie d’iniziative che hanno avuto proprio qui, nella metropolia di Benevento, il loro momento propulsore».
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«Non è stato uno sviluppo casuale. Il dialogo e le interconnessioni tra le nostre comunità non sono un espediente tattico o meramente organizzativo. Rispondono invece a una logica di sinodalità che ha radici teologiche profonde» ha detto monsignor Russo.
Il segretario generale della Cei ha aggiunto: «Sussiste quindi una solidarietà profonda nelle situazioni positive come in quelle negative». È «una solidarietà circolare, non unidirezionale, perché ‘a ciascuno è data una manifestazione particolare dello Spirito per il bene comune’ (1Cor 12,7)».
«Le nostre comunità sperimentano in modo sensibile, insieme alle difficoltà quotidiane e a vere e proprie emergenze, la ricchezza dei doni che lo Spirito suscita e che siamo chiamati a far fruttificare». Ha evidenziato il segretario generale della Cei.
L’evento sulle aree interne, promosso dal vescovo di Benevento, monsignor Felice Acrocca, è sostenuto da papa Francesco. Il Santo Padre ha scritto un messaggio letto ad inizio lavori. «Il vostro ritrovarvi, nella comunione e nella fraternità, è occasione propizia per affrontare con audacia problemi delle vostre comunità e del territorio nel quale siete inseriti. Non stancatevi di testimoniare alle persone affidate alla vostra cura episcopale l’amore che sperimentate nell’incontro con Gesù».
I vescovi delle diocesi italiane delle aree cosiddette “interne” si sono ritrovati per affrontare, da un punto di vista pastorale, le sfide emergenti nell’odierna società. Rivolgendo a ciascuno il suo «fraterno saluto» ed «esortando ad attingere sempre nuovo entusiasmo dalla fede in Gesù, il Maestro paziente e misericordioso, per proseguire con gioia la missione a servizio del popolo santo di Dio», il Pontefice nel suo messaggio, indica la strada da seguire. «Abbiate uno sguardo preferenziale alle situazioni più disagevoli e a quanti vivono in condizioni precarie», dice rivolto ai vescovi. «Siate presenza consolante. Soprattutto dove maggiore è il disagio, coinvolgendo i sacerdoti, le persone consacrate e i fedeli laici nei vostri progetti pastorali».
Per il Santo Padre, «è necessario che le parrocchie e tutte le realtà ecclesiali diventino sempre più palestre di vita cristiana. Scuole di servizio al prossimo, specialmente ai bisognosi, che attendono concreti gesti di solidarietà. Non lasciatevi paralizzare dalle difficoltà, ma mettetevi sempre in cammino, in movimento, sempre aperti e disponibili agli altri».
«Il nostro tempo – ancora Francesco nel suo messaggio ai vescovi delle aree interne – è caratterizzato da individualismo e indifferenza che determinano solitudini e lo scarto di tante esistenze. La risposta cristiana non sta nella rassegnata constatazione della povertà valoriale di oggi o nel nostalgico rimpianto del passato. Sta nella carità che, animata dalla speranza, sa guardare con tenerezza l’‘oggi’ e, con umiltà, rendere nuove tutte le cose».
A leggere il messaggio di papa Francesco è stato il vescovo di Benevento, ideatore dell’incontro dei vescovi delle aree interne. Monsignor Felice Accrocca ha aperto i lavori. «Questo nostro convegno, come sapete, s’inserisce in un percorso ormai consolidato» ha ricordato. «È volto a restituire alle cosiddette "aree interne" un’attenzione adeguata, di cui dovrebbero godere e che invece non hanno».
«La nostra provenienza geografica (dal Piemonte alla Sicilia) dice di per sé che la questione è trasversale a tutto il Paese – ha osservato il presule -. Oggi e domani proveremo ad abbozzare un’idea di pastorale capace di rispondere alle esigenze poste da questi territori soggetti a un decremento progressivo della popolazione». Un incontro di natura prettamente pastorale. Che segnala però anche un problema di natura politica, «poiché la questione delle aree interne non può continuare a rimanere marginalizzata nell’agenda del Governo».
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