Avvenire di Calabria

Nel pomeriggio a Sant'Antonio, l’incontro promosso dall’Ufficio di pastorale della salute e dall’Ufficio educazione, scuola e università dell’arcidiocesi

“Fragile, maneggiare con cura”: a Reggio Calabria un incontro sulla fragilità con don Massimo Angelelli

Il direttore dell’Ufficio pastorale della salute della Cei incontra docenti e animatori giovanili

di Redazione Web

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La fragilità umana non è una debolezza, ma una parte essenziale della nostra identità. Un tema profondo che sarà al centro dell’incontro promosso dall’arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova, un’opportunità di riflessione e confronto aperta al mondo della scuola e ai giovani.

Con don Massimo Angelelli (CEI) per riflettere sulla fragilità

L’Ufficio di pastorale della salute e l’Ufficio educazione, scuola e università dell’arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova invitano il mondo della scuola e chi anima il tempo libero delle giovani generazioni all’incontro con don Massimo Angelelli, direttore dell’Ufficio pastorale della salute della Conferenza episcopale italiana.



L’incontro si terrà all’Auditorium Don Orione presso il Santuario di Sant’Antonio di Reggio Calabria (luogo giubilare), oggi pomeriggio, giovedì 20 marzo, alle 17.30


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Dopo l’introduzione di don Stefano Iacopino, direttore dell’Ufficio pastorale della salute di Reggio Calabria e cappellano del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria, interverrà il dottor Piergiuseppe Marcelli del Servizio diocesano per la tutela minori e delle persone vulnerabili dell’arcidiocesi.

Un ciclo di incontri che fa tappa a Reggio Calabria

Il tema dell’incontro sarà "Fragile, maneggiare con cura". La fragilità umana è un argomento che l’Ufficio pastorale della salute della Cei sta affrontando attraverso una serie di incontri di formazione proposti da esperti e sostenuti da una riflessione di don Massimo Angelelli, che introduce così il tema: «La parte che emerge visibile ai nostri occhi è la fragilità intrinseca nell'essere persona. Non un difetto o una mancanza, ma un componente dell'identità antropologica della persona stessa. Siamo fragili: e non è un difetto, ma una caratteristica. Questo non ci rende meno belli o meno preziosi, ma comporta la necessità di essere trattati con cura. Come il cristallo, che sul suo contenitore porta proprio questa avvertenza: fragile, maneggiare con cura. E le persone sono molto più di un cristallo».

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