Avvenire di Calabria

Il prossimo 8 aprile si terrà un evento di Save the children che farà confrontare i giovani del posto con le istituzioni

Arghillà, è il tempo del sano protagonismo dei ragazzi

Mario Nasone

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Save The Children anche quest’anno propone in tutto il paese una riflessione sul tema delle povertà educative attraverso la campagna illumina il futuro che si svolgerà in diverse città. A Reggio l’iniziativa sarà curata da una rete di associazioni che operano da anni sui temi dell’educazione: Libera, Centro Comunitario Agape, Cereso, Il Tralcio, Nuova solidarietà, Giovani Domani e Artinsieme oltrela scuola Radice–Alighieri e la Parrocchia di Arghillà che ospiteranno le attività che sono state programmate. Una scuola e una struttura pastorale che operano in una zona di frontiera, dove si ritrovano molte di quelle mancanze di servizi e negazioni di opportunità che Save The Children denuncia nell’Atlante dei diritti, il rapporto sulla condizione dei minori in Italia. Arghillà è un quartiere che rappresenta un vero e proprio concentrato di questo malessere. Un «non luogo» che scelte politiche scellerate ha partorito e che rende difficile la vita di questa comunità, ma in particolare dei più deboli, come i bambini e i ragazzi che non vedono garantiti i servizi essenziali per la loro crescita. La giornata prescelta sabato 8 aprile sarà un’occasione per dare voce ai bambini e ai ragazzi. Attraverso scritti, disegni, video, interviste, racconteranno agli adulti, ai referenti istituzionali presenti, i loro disagi ma anche i loro sogni e desideri. Una giornata che parla anche alla nostra chiesa locale, che nel convegno ecclesiale del 2008, «La Chiesa di Reggio – Bova legge i segni di fragilità e i semi di speranza» si concluse con l’impegno per tutta la comunità di fare una scelta di campo per Arghillà. Così come si fece in passato per S. Venere che divenne palestra di condivisione, scuola di vita per generazioni di giovani. In accordo con la comunità parrocchiale del luogo, si decise di avviare una vera e propria misione pastorale di tutta la comunità per far sì che quel quartiere divenisse non il ricettacolo di tante fragilità rifiutate ma lo spazio e il luogo della condivisione, dell’integrazione sociale e della speranza. Monsignor Mondello fece proprio nelle conclusioni quest’appello rilanciandolo come impegno per tutta la Chiesa Locale. L’impegno ci fu. Uffici pastorali, Congregazioni, associazioni, si avvicinarono al quartiere, sostenendo ad esempio la nascita di esperienze come il Tralcio e la Coop Collina del sole che oggi sono segni concreti di speranza in quel territorio, nel deserto d’interventi pubblici che sono stati disattesi. A quasi dieci anni da quell’evento,vista la situazione di degrado che è peggiorata soprattutto ad Arghillà Nord,quell’impegno della chiesa locale a vivere Arghillà come scelta di campo, come sfida pastorale per tutta la comunità va ripreso e rilanciato, anzi si può affermare che quella scelta ha profeticamente anticipato quello che è oggi l’insegnamento pressante di Papa Francesco che ci invita come Chiesa ad abitare in modo ancora più’ coraggioso le periferie esistenziali delle nostre città.

Articoli Correlati

Reggio Calabria, periferie al centro

Dall’impegno condiviso da politica a istituzioni, alle richieste dei cittadini, fino al ruolo del comitati di quartiere: ecco come a Reggio Calabria si parla di rigenerazione urbana partecipata.