
Limbadi, il 6 maggio si illumina per Maria Chindamo: memoria viva contro la ‘ndrangheta
Nel nono anniversario della scomparsa di Maria Chindamo, il luogo del delitto si trasforma in
'Ndrangheta nella sanità, arrestato il consigliere regionale Paris. Indagine della Guardia di Finanza: 24 persone indagate di cui 9 finiti in cella e sette ai domiciliari (tra cui Paris). L'accusa è corruzione e delitti contro la Pubblica amministrazione. Coinvolte le cosche Serraino di Reggio Calabria, Iamonte di Melito Porto Salvo e Floccari di Locri.
L'inchiesta si chiama in codice "Inter Nos". La sanità reggina sarebbe stata, secondo le Fiamme gialle, un affare di famiglia. Sotto inchiesta politici, imprenditori e professionisti della Salute. Un vero e proprio tsunami che coinvolge alcuni casati storici della 'ndrangheta come i Serraino e gli Iamonte o emergenti come i Floccari.
Tra gli indagati Nicola Paris, consigliere regionale eletto tra le fila dell'Udc, ma dato dai bookmakers della politica a un passo dalla Lega Nord in vista delle prossime regionali.
Sequestrate aziende per 12 milioni di euro. I tentacoli della 'ndrangheta avevano raggiunto Roma, Livorno, Verona e Milano oltre che la vicina Catanzaro. L'indagine è stata coordinata dal Procuratore Bombardieri, con l'ausilio dell'aggiunto, Dominijanni, e dai pm Ignazitto, Scavello e Mastrapasqua.
Gli inquirenti hanno scoperto tutta una serie di corruzioni finalizzate al pagamento privilegiato di fatture. Sono emersi elementi, inoltre, su illeciti legati alle sanificazioni e alle mascherine nel periodo della pandemia.
Ritenuto vicino alle cosche di 'ndrangheta. Secondo la Procura di Reggio Calabria, il consigliere regionale si sarebbe impegnato per la conferma di un funzionario infedele che avrebbe favorito i clan. Tra gli arrestati, infatti, ci sono anche alcuni funzionari dell’Asp come il direttore finanziario dell’Azienda sanitaria provinciale, Giuseppe Corea.
Tra i nomi noti indagati ci sono Grazia Rosanna Squillacioti, già direttore generale dell'Asp di Reggio Calabria, e Franco Sarica, già direttore sanitario della stessa Asp reggina con un passato di assessore ai Lavori pubblici del Comune di Reggio Calabria.
In carcere. Chilà Domenico (cl.’63), Chilà Antonino (cl. 67), Lauro Giovanni (cl. ’77), D’Andrea Antonino (cl. ’85), Macheda Francesco (cl. ’49), Calabrò Nicola (cl. ’50), Corea Giuseppe (cl. ’69), Costarella Massimo (cl. ’64), D’Andrea Mario Carmelo (cl. ’55)
Agli arresti domiciliari. Ambrogio Filomena (cl. ’57), Zaccuri Angelo (cl. ’56), Delfino Lorenzo (cl. ’67), Piccolo Sergio (cl. ’77), Valente Gianluca (cl. ’75), Idà Salvatore (cl. ’64), Paris Nicola (cl. ’81).
A piede libero. Martorano Bruno (cl. '75), Costantino Antonio (cl. ‘67), Luvarà Fortunato (cl. ‘51), Pennestrì Rosalba (cl. ‘57), Minniti Angela (cl. ‘63), Squillacioti Grazia Rosa Anna (cl. ‘50), Sarica Francesco (cl. ‘51).
Sospensione dai pubblici uffici. Galletta Giuseppe Giovanni (cl. ‘58).
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