Avvenire di Calabria

Si sono conclusi ad Assisi i lavori della 78ª Assemblea Generale Straordinaria della Conferenza episcopale italiana

Assemblea Cei, le tante “speranze” dei vescovi italiani

Dal bisogno di pace alla preghiera per la Terra Santa, fino alla necessità di guardare alle sfide per il paese e il mondo, i temi

di Redazione Web

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Il tema della speranza ha fatto da filo conduttore ai lavori della 78ª Assemblea Generale Straordinaria che si è svolta ad Assisi (Domus Pacis, Santa Maria Angeli) dal 13 al 16 novembre 2023 sotto la guida del Cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Cei. Hanno preso parte ai lavori il Nunzio Apostolico in Italia, Cardinale Emil Paul Tscherrig, 202 membri e 10 Vescovi emeriti, alcuni rappresentanti di presbiteri, religiosi e religiose, degli Istituti secolari e della Consulta Nazionale delle Aggregazioni laicali.

Assemblea Cei ad Assisi, i vescovi: «Saldi nella speranza»

Il contesto storico in cui stiamo vivendo sembra indurre a pensieri negativi sul presente e sul futuro. Le guerre e, in generale, le rivalità tra singoli, gruppi, nazioni o blocchi di nazioni, trovano ampio spazio nei media e, di conseguenza, scavano nella mente e nel cuore delle persone. Il Cardinale Presidente Matteo Zuppi, introducendo i lavori dell’Assemblea Generale Straordinaria, ha voluto porre l’accento su un tema in controtendenza rispetto all’attualità: «Pensando a questa introduzione mi sono chiesto cosa mi stia più a cuore in questo tempo assai delicato, che la nostra Chiesa e l’umanità intera stanno attraversando: è la speranza. Questa libera dal suo contrario, la velenosa disillusione con quello che comporta e la disperazione che prende quando il buio avvolge tutta la vita».


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


La Chiesa, hanno convenuto i Vescovi, vuole vivere dello spirito di cui viveva Abramo, secondo San Paolo: «Egli credette, saldo nella speranza contro ogni speranza, e così divenne padre di molti popoli, come gli era stato detto: Così sarà la tua discendenza» (Rm 4,18).

È la speranza a costituire la Chiesa nella sua identità più profonda, missionaria di pace e di riconciliazione nel mondo. Per questo, la Chiesa può a sua volta essere generatrice di speranza.

Questo messaggio, è stato evidenziato nei diversi interventi, è rivolto anzitutto alle nuove generazioni, portatrici sane di grandi idee e sempre aperte alle novità positive. Preparare questo futuro è responsabilità di ogni persona di buona volontà e la comunità credente si sente in prima linea in questa sfida. Abitando le periferie e ascoltando il dolore e i desideri della gente, soprattutto dei più poveri, la Chiesa desidera anche farsi voce di chi non ce l’ha. Nell’accoglienza e nella comunione concreta di vita può fiorire la speranza che le cose possano cambiare davvero in meglio.

Lo sguardo alle sfide del Paese

I Vescovi hanno concordato sulla necessità di guardare alle sfide del Paese e del mondo intero con un atteggiamento propositivo e di fiducia, vero antidoto all’individualismo e alla frammentarietà. Va in questa direzione l’invito a prestare maggiore attenzione ai giovani, spesso lontani dalle comunità ma bisognosi di riferimenti. Senza con questo dimenticare alcune fatiche molto concrete, come il caro affitti e quelle condizioni abitative che precludono una certa stabilità.

In linea con quanto emerso anche dal Cammino sinodale e dal percorso del Sinodo universale, occorre allora investire su una pastorale che, con linguaggio e modalità nuovi, riesca a veicolare la speranza nel presente e nel futuro, ovvero in un mondo in cui ciascuno veda riconosciuti e garantiti i propri diritti umani. A partire dai migranti, che rischiano di essere destinatari di scelte di dubbia realizzazione e di dubbio contenuto. E ancora: le persone più deboli e fragili, a cui va assicurato il diritto di vivere dignitosamente e di ricevere sempre cure adeguate.

Dinanzi al rischio di confondere dei meri desideri con libertà garantite dalla legge, i Vescovi hanno ribadito che nel riconoscimento e nell’esercizio dei diritti umani è necessario aver riguardo della rete di relazioni in cui ogni persona è inserita, considerando ogni essere umano nel tessuto della propria comunità e non in un astratto ed egoista individualismo.

La vicinanza alla Terra Santa

La preoccupazione per la situazione internazionale e l’invocazione per la pace hanno caratterizzato tutte le sessioni dei lavori, ma in particolare quella del 15 novembre, aperta con il videocollegamento con il Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, che ha presentato la situazione attuale in Terra Santa. «Sono – ha spiegato – 1.400 le vittime israeliane dell’attacco del 7 ottobre, oltre 11mila i morti accertati a Gaza, gran parte civili di cui almeno 4.000 i minori. Gli sfollati in Israele sono circa 100mila, mentre a Gaza almeno 1 milione».

I cristiani presenti a Gaza, dove «le infrastrutture sono completamente distrutte», sono «meno di un migliaio, accolti in un centro ortodosso e in una parrocchia cattolica nella zona settentrionale, sotto bombardamenti continui e al centro delle operazioni militari».

«Diamo inoltre alloggio – ha aggiunto Pizzaballa – a circa 3.000 musulmani, ospitati nei locali di una scuola”. Grande, ha continuato, “è la preoccupazione anche per i cristiani che si trovano a Betlemme e nelle zone limitrofe e per quelli sparsi in Cisgiordania». Nel ringraziare la Chiesa in Italia per la vicinanza concreta e spirituale, il Patriarca di Gerusalemme dei Latini ha espresso l’auspicio che si arrivi presto a una soluzione che garantisca pace e sicurezza per tutti.

«Preghiamo – ha concluso – per tutte le vittime innocenti. La sofferenza degli innocenti davanti a Dio ha un valore prezioso e redentivo, perché si unisce alla sofferenza redentrice di Cristo. Che la loro sofferenza avvicini sempre di più la pace e non contribuisca a generare altro odio».

Un pensiero particolare alla Terra Santa e a tutti i conflitti in corso è stato rivolto dai Vescovi italiani nella Celebrazione Eucaristica per la pace che si è svolta nel pomeriggio del 15 novembre nella Chiesa Inferiore della Basilica di San Francesco, al termine della processione partita dalla Basilica di Santa Chiara.

L’impegno e la preghiera per la pace

I Presuli hanno approvato una Dichiarazione per la pace, nella quale affermano: «Come Vescovi, riuniti in Assemblea Generale ad Assisi, esprimiamo la nostra preoccupazione per l’escalation di violenza e odio di questi giorni, che sta assumendo proporzioni sempre più tragiche. Sentiamo impellente il compito di denunciare le logiche della contrapposizione e dell’individualismo, e di favorire la collaborazione e la riconciliazione».


PER APPROFONDIRE: Zuppi all’Assemblea Cei: «La guerra genera ogni male, il nostro impegno è per la pace»


«Sogniamo - ancora il loro auspicio - un mondo che sia davvero casa di tutti, dove il riconoscimento della dignità umana cammini di pari passo con il dovere di amare gli altri come fratelli e sorelle. Guardiamo con particolare dolore alla situazione in Medio Oriente e rinnoviamo l’appello al “cessate-il-fuoco”, facendo nostre le parole di Papa Francesco: "Le armi si fermino, non porteranno mai la pace, e il conflitto non si allarghi! Basta! Basta, fratelli, basta! A Gaza, si soccorrano subito i feriti, si proteggano i civili, si facciano arrivare molti più aiuti umanitari a quella popolazione stremata. Si liberino gli ostaggi, tra i quali ci sono tanti anziani e bambini" (Angelus, 12 novembre 2023)».

«Insieme al Medio Oriente - ancora i presuli italiani - il nostro pensiero va anche all’Ucraina, al Sud Sudan e ai tanti altri luoghi segnati da conflitti spesso dimenticati. Non possiamo rassegnarci al silenzio: sentiamo forte l’imperativo a comunicare il Vangelo dell’unità e della riconciliazione in un mondo sprofondato nelle tenebre ma desideroso di luce. Da Assisi, la Città della Pace, con l’intercessione di San Francesco, eleviamo la preghiera a Cristo nostra pace (Ef 2,14), che ha la forza per abbattere il muro di inimicizia. Egli sostenga l’impegno di tutti gli uomini e le donne di buona volontà, nella consapevolezza che la costruzione della pace è responsabilità di tutti. Non vogliamo che la cultura dell’odio e del pregiudizio continui a seminare divisione, distruzione e morte».

Questa, ancora l'esortazione dei vescovi: «è una sfida da affrontare insieme, non più procrastinabile. Nel cantiere della pace c’è posto per tutti: «C’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia» (Fratelli tutti, 225)».

Una nuova Ratio per i Seminari

Il tema principale dell’Assemblea è stato approfondito nell’ampio dibattito che ha fatto seguito alla relazione principale dedicata alla presentazione della Ratio formationis sacerdotalis per i Seminari in Italia. I Vescovi hanno approvato il documento che coniuga l’adeguamento alla Ratio Fundamentalis con i contributi dei Presuli e dei formatori, offrendo orientamenti comuni e indicazioni condivise perché ogni singola Conferenza Episcopale Regionale possa costruire il progetto formativo dei propri Seminari.

Il testo, emendato secondo le indicazioni dell’Assemblea, sarà ora sottoposto alla conferma da parte del Dicastero per il Clero. I Presuli hanno rimarcato l’importanza della formazione permanente per rispondere alle sfide della società attuale e per venire incontro alle mutate condizioni della vita e del ministero dei presbiteri. Riprendendo le parole del Cardinale Presidente, l’Assemblea ha sottolineato che la figura del prete è decisiva in una Chiesa di popolo, che sia vicina alla gente e che sia fermento nella storia del Paese.

Non a caso, la discussione nei gruppi di studio ha fatto emergere la riflessione sulla distribuzione del clero sul territorio e la necessità di una pastorale declinata in una chiave realmente sinodale. I lavori sono stati occasione per ribadire la gratitudine della Conferenza Episcopale Italiana ai sacerdoti per il loro ministero in un contesto in continuo mutamento e, al tempo stesso, per la loro dedizione a creare spazi ecclesiali di ascolto cordiale e di serio accompagnamento vocazionale.

Il Cammino sinodale delle Chiese in Italia

L’Assemblea ha fatto il punto della situazione sul Cammino sinodale delle Chiese in Italia. La Sintesi della prima sessione del Sinodo dei Vescovi, tenutasi in Vaticano dal 4 al 29 ottobre, presenta molti punti in comune con le Linee Guida, lo strumento consegnato alle Chiese in Italia per questo anno sapienziale. La consonanza non è casuale: nel maggio 2021 si è deciso che il primo anno del Cammino sinodale si plasmasse interamente sulle proposte del Sinodo universale. Nel confronto assembleare, i Vescovi hanno chiesto comunque un’attenzione particolare alle indicazioni che la Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi offrirà a tutte le Chiese, integrandole se necessario nei lavori dell’anno di discernimento.

L’Assemblea è stata poi informata circa le tappe del Cammino nell’anno pastorale in corso. Infine, ha stabilito un cronoprogramma per la terza e ultima fase del Cammino, quella “profetica”, nella quale verranno assunti orientamenti e decisioni, approvando la seguente mozione: «I Vescovi italiani riconfermano in questa Assemblea la bontà del percorso intrapreso con il Cammino sinodale che, avendo coinvolto molti fedeli, comunità cristiane e realtà sociali, si avvia verso la fase profetica per maturare proposte condivise. Questa fase del Cammino sarà scandita da due Assemblee sinodali propositive, da tenersi orientativamente nel novembre 2024 e nella primavera 2025. A queste parteciperanno i Vescovi italiani, i referenti diocesani del Cammino sinodale, i membri del Comitato Nazionale ed eventuali altri invitati. L’Assemblea CEI del maggio 2025 raccoglierà le proposizioni e darà loro forma definitiva. Questa Assemblea Generale Straordinaria dà mandato al Consiglio Permanente di approvare un regolamento che stabilisca il calendario delle Assemblee sinodali, insieme alla loro composizione, alle modalità di lavoro e alle finalità».

Tutela dei minori e degli adulti vulnerabili

Alla vigilia della III Giornata di Preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi (18 novembre 2023), i Vescovi hanno ascoltato la toccante audio-testimonianza di una vittima di abusi già incontrata dalla Presidenza CEI e che fa parte di un gruppo di vittime che si sono rese disponibili ad accompagnare il lavoro del Servizio Nazionale per la Tutela dei Minori.

Sono stati dunque presentati i dati della II Rilevazione sulla rete territoriale per la tutela dei minori e degli adulti vulnerabili. Tra gli elementi più significativi certamente l’incremento e il consolidamento della rete dei Servizi e dei Centri di ascolto e il fatto che, dalla prima Rilevazione il numero degli incontri formativi è triplicato così come il numero dei contatti.

Si è dunque dato seguito alle Linee di azione approvate dalla 76ª Assemblea Generale (23-27 maggio 2022), in particolare circa la diffusione capillare dei Servizi e dei Centri di ascolto. Intanto, stanno proseguendo le attività che vedono coinvolti l’Istituto degli Innocenti di Firenze e il Centro Interdisciplinare sulla vittimologia e sulla sicurezza dell’Università di Bologna attraverso la predisposizione di una griglia di lettura di dati statistici. Allo studio poi altre iniziative per favorire l’ascolto anche a livello nazionale e la preparazione di operatori specializzati nell’ambito penale canonico.

Gli altri temi e adempimenti

Ai Vescovi sono stati poi presentati i modelli delle “Convenzioni Diocesi/Parrocchie e Istituti di vita consacrata o Società di vita apostolica”. Distinte comunicazioni hanno riguardato l’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero, il Sovvenire, la 50ª Settimana Sociale dei Cattolici in Italia (3-7 luglio 2024) e gli “Incontri del Mediterraneo” dopo la tappa a Marsiglia dal 16 al 24 settembre 2023.

L’Assemblea ha poi proceduto all’elezione del Presidente della Commissione Episcopale per l’evangelizzazione dei popoli e la cooperazione tra le Chiese. È risultato eletto monsignor Michele Autuoro, Vescovo ausiliare di Napoli.

Il Consiglio Episcopale Permanente, riunitosi il 15 novembre 2023, ha condiviso alcune scelte programmatiche, allo stato attuale, in merito all’assegnazione dei fondi per la nuova edilizia di culto. Ha poi provveduto alle seguenti nomine: Presidente del Movimento di Pax Christi Italia APS: monsignor Giovanni Ricchiuti, Arcivescovo –Vescovo di Altamura – Gravina – Acquaviva delle Fonti;

Assistente Ecclesiastico Nazionale del Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (MEIC): monsignor Giuseppe Lorizio (Roma).

Articoli Correlati