Avvenire di Calabria

Sul prossimo numero in edicola (10 aprile) vi proponiamo un ampio reportage sul mondo dello spettro autistico

Autismo e scuola, non più puro “contenimento”: parola ai formatori

I nuovi linguaggi espressivi aprono scenari inesplorati fino a poco tempo fa in tutti gli istituti scolastici del Belpaese

di Redazione Web

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Meno contenimento, più apprendimento: così l'autismo sale in cattedra nella scuola italiana. Può sembrare un gioco di parole, ma in realtà in ballo c'è molto di più. Parliamo dell'autonomia dei ragazzi e di nuove (e stimolanti) tecniche di insegnamento.

Il cambiamento radicale dei prof di sostegno sull'autismo a scuola

Il tema del "sostegno" a scuola troppo spesso è delegato a dinamiche occupazionali (più avanti vi spiegheremo come e perché). In realtà si tratta di un mondo in continua evoluzione che necessita di un tasso di professionalità crescente tra i docenti. Ne abbiamo parlato con Massimiliano Lo Iacono, docente di Tecnologie applicate alla didattica presso l'Università "Mediterranea" di Reggio Calabria.

Lo Iacono, in un approfondimento che sarà pubblicato domenica prossima su Avvenire di Calabria, parla della «attenzione profusa per lo sviluppo di nuove forme di didattica indirizzate agli alunni affetti da disturbo dello spettro autistico».

In particolare il docente-formatore si sofferma sul «potenziamento delle non-cognitive skills, la gestione della consapevolezza emozionale, lo sviluppo di linguaggi alternativi a quello verbale o la capacità di relazionarsi con il mondo esterno ed i contesti, vengono intercettati dalle discipline non verbali quali la musica e l’arte». Un modo per potenziare «l’autodeterminazione e l’autoefficacia» nell'alunno affetto da disturbo dello spettro autistico.


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Parlavamo del variegato universo occupazionale che orbita attorno ai docenti di sostegno, figure spesso irreperibili e che molte volte - specialmente nelle regione del centro nord - ricorrono a supplenti anche alle prime esperienze.

Cos'è il Tfa?

In realtà per diventare docente di sostegno è necessario frequentare il Tirocinio formativo attivo (Tfa). Si tratta di un percorso di specializzazione a livello universitario per insegnare attività di sostegno nelle classi in cui sia presente un alunno con disabilità certificata.

È un corso a numero programmato, pertanto per accedere al Tfa occorre superare un’articolata prova selettiva, collocandosi utilmente nella graduatoria finale. Anche su questo aspetto torneremo domenica nel nostro reportage.


PER APPROFONDIRE: Asperger, Schipani: «Scoprire la bellezza della neurodiversità»


Quello che avete letto è soltanto un'anteprima del reportage che potrete trovare domenica 10 aprile su Avvenire di Calabria in edicola e in parrocchia con Avvenire, il quotidiano dei cattolici italiani.

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