Avvenire di Calabria

Annunziata Caccamo ha vissuto nel desiderio di “ardere” per Dio

Bagaladi, scoperti gli scritti di una mistica del ‘900

Oggi la Chiesa di Reggio fa tesoro della profondità spirituale di questa donna

Gaetana Covelli

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Una mistica dall’animo semplice e l’intuito vivace. Annunziata Caccamo nasce a Bagaladi, un piccolo paese dell’entroterra reggino il 24 gennaio 1911 mentre tutto il paese era coperto di neve. Di recente sono stati ritrovati alcuni suoi scritti e gli «Amici del cuore eucaristico» hanno cercato di far tesoro del testamento spirituale della donna calabrese. Dal punto di vista spirituale Annunziata è condotta dall’esempio della nonna; insieme a lei prega ogni giorno e si nutre di una fede pura e autentica. Quando per caso riceve in regalo un’immagine di Santa Teresa del Bambino Gesù, Annunziata, con la massima ingenuità, esclama: «Io debbo farmi come Santa Teresa». Il suo amore per Gesù cresce di giorno in giorno tanto da sentirsi attratta dalla penitenza e dalla preghiera. Un evento cambia la sua vita in modo straordinario, un evento che contrassegna il suo percorso di fede: è l’8 dicembre del 1931, giorno dell’Immacolata Concezione e mentre Annunziata riceve Gesù Sacramentato con le lacrime agli occhi sente una chiamata particolare. «Da quel giorno incominciò il mio cuore a divampare come una fornace – scrive la mistica – Vorrei ricevere il pane di vita ogni giorno, ma, non mi lasciano; quindi lotto, gemo e prego». Rapita da un amore indicibile decide di donarsi a Gesù fiduciosa che «Gesù dà le sue grazie; ed lei desidera di soffrire per Lui». Annunziata è una donna che cerca sempre la gloria di Dio e il bene delle anime, amando il prossimo in Gesù, arriva a scrivere «Mi costituisco schiava di Gesù. La schiava deve essere ubbidiente e pronta al cenno del padrone. Io sono la schiava di Gesù! Castigherò me stessa se la mia natura cercherà di ribellarsi. Mi sento il cuore come tra le fiamme!» (Scritti dicembre 1936). Persa la speranza di farsi suora confida al suo padre spirituale la sofferenza di rimanere nel mondo e riconosce il peso della croce «ma, se così ha scelto il Signore, sia fatta la sua volontà! – afferma la mistica – Però, il desiderio della vocazione religiosa lo porterò fino alla tomba». Nei giorni di aridità spirituale rimane spesso silenziosa e di tanto in tanto nei suoi dialoghi intimi con lo sposo esclama: «Se nell’inferno Vi potessi amare, o Gesù, vi starei volentieri!». Annunziata, nonostante le premurose cure, si consuma lentamente giorno dopo giorno. Il 7 agosto del 1942, la sua mamma, fissandola con tenerezza comprende che la vita della figlia è breve. Aveva ragione, il 12 dicembre 1942, infatti, con gli occhi fissi al Cuore di Gesù e ai Santi che l’attorniavano sull’altarino, stringendosi al petto un quadretto e l’abitino del Sacro Cuore, Annunziata Caccamo va incontro allo Sposo celeste. Oggi la Chiesa di Reggio fa tesoro della profondità spirituale di una donna che ha amato Dio fino a vivere nell’abnegazione e nella donazione di sé fino alla fine.

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