
Pallottole vicino alla Procura di Reggio Calabria, indagini in corso
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Il “Giuditta e Oloferne” conservato presso la chiesa dell'Arciconfraternita di Maria santissima del Rosario a Bagnara tornerà come agli inizi del Settecento, grazie all’Ordine Costantiniano e all’associazione “Lo Presto”.
Il dipinto di scuola napoletana di inizi ‘700 che raffigura Giuditta e Oloferne, attualmente custodito nella chiesa dell’Arciconfraternita di Maria santissima Del Rosario, a Bagnara Calabra, sarà restaurato per iniziativa della delegazione calabrese dell'Ordine Costantiniano di San Giorgio e dell’Associazione “Uccio Lo Presto”.
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Il restauro sarà eseguito da un’equipe interdisciplinare dell’Università degli Studi della Tuscia, diretta dalla professoressa Paola Pogliani e composta dai docenti Anna Arcuri e Lorenza d’Alessandro e da studenti del corso di restauro.
Il quadro - un olio su tela da alcuni attribuito all’allievo del Caravaggio Paolo de Matteis - fu donato dalla famiglia Ruffo alla arciconfraternita, fondata nella prima metà del ‘600, e raffigura Giuditta che con lo sguardo rivolto al cielo, sta per decapitare Oloferne.
Si tratta di uno dei soggetti più ritratti in ambito religioso, soprattutto tra gli autori afferenti la scuola caravaggesca, oltre al Caravaggio, si pensi, ad esempio, ai dipinti di Giuditta e Oloferne realizzati da Artemisia Gentileschi.
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Il restauro è stato presentato il 12 aprile in un convegno a Bagnara Calabra con l’intervento del delegato vicario per la Calabria dell’Ordine Costantiniano di San Giorgio, dottor Aurelio Badolati, del Soprintendente all’Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Reggio Calabria, dottor Fabrizio Sudano, del direttore dell’Ufficio beni culturali della Arcidiocesi di Reggio Calabria - Bova, architetto don Domenico Rodà, e del sindaco di Bagnara Calabra, dottor Adone Pistolesi.
Per gli inquirenti ci potrebbe essere lo zampino della ‘ndrangheta che tornerebbe a intimidire la magistratura.
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