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Singolare esperienza tra arte e spiritualità, quella vissuta dai giovanissimi della comunità di San Cristoforo che hanno visitato il Museo regionale di Messina dove sono custodite due preziose tele di Caravaggio. Grazie alla guida di una storica dell'arte i ragazzi hanno potuto cogliere tutta la bellezza del messaggio evangelico trasmesso dall’artista.
Era il 26 marzo scorso quando durante la celebrazione eucaristica domenicale è stato proclamato il Vangelo della Resurrezione di Lazzaro. Il significativo episodio del percorso liturgico quaresimale è diventato uno spunto per avviare un percorso di pastorale giovanile.
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Il gruppo giovanissimi di San Cristoforo, già dalla settimana antecedente alla proclamazione liturgica dalla resurrezione avvenuta a Betania e raccontata dall’evangelista Giovanni, si è attivato per recarsi al Museo regionale di Messina. Qui, infatti, sono custoditi due preziosi dipinti di Michelangelo Merisi da Caravaggio, meglio conosciuto come Caravaggio: uno ritrae l’adorazione dei pastori, l’altro è centrato proprio sull’episodio della Resurrezione di Lazzaro.
La data scelta per questa particolare “uscita” è sabato 22 aprile: alle 14, terminate le lezioni scolastiche, i giovanissimi si sono ritrovati nella piazza antistante la Chiesa di San Cristoforo e sono partiti alla volta di Villa San Giovanni. Poi, attraversato lo Stretto con la Caronte e senza macchina al seguito, hanno raggiunto il Museo regionale di Messina, distante dagli imbarchi poche centinaia di metri. Alle 15.30 è iniziata la visita guidata tenuta dalla dottoressa Gabriella Papa (Aditus srl), la giovane storica dell’arte è riuscita a coinvolgere subito i ragazzi nel percorso museale, rendendo molto interessante la spiegazione delle opere, la loro contestualizzazione e la lettura dei segni più ricercati che, in molti casi, sarebbero stati ignorati senza una guida.
Così i giovanissimi sono stati attratti dalla storia del Polittico di San Gregorio eseguito da Antonello da Messina, dove la Madonna gioca con alcune ciliegie con il piccolo Gesù, ma anche dai resti del soffitto della antica cattedrale di Messina, dove affiora un disegno di Giona che finisce nel ventre della balena. E poi ancora: le scritte arabe, gli antichi graduali, le statue di Scilla e Cariddi una volta collocate nella piazza antistante la Prefettura di Messina, la carrozza del Senato di Messina, i resti della cripta del complesso monastico del Santissimo Salvatore dei Greci.
Ed infine le due tele di Caravaggio, davanti ad esse i ragazzi si sono seduti per contemplare la bellezza di cui era capace il pennello dell’artista lombardo: da una parte la Resurrezione di Lazzaro, dall’altra l’adorazione dei pastori. Un percorso artistico, ma soprattutto spirituale: in entrambi i dipinti è evidente la lotta della vita che cerca di resistere all’ombra delle tenebre aggrappandosi al chiarore della luce.
Da questo punto di vista il Caravaggio ha interpretato perfettamente la sintesi teologica dell’evangelista Giovanni: la mano di Lazzaro che riemerge dal sepolcro non è tesa verso Gesù che lo sta rianimando, ma verso l’alto, e il palmo della mano è esposto verso la fonte della luce, quasi a volerla catturare per rimanere aggrappato alla vita. Accanto a Lazzaro le due sorelle, Marta e Maria, ritratte l’una in abiti ordinari, l’altra in indumenti disposti in modo quasi claustrale. Caravaggio sembra quasi ispirarsi al ritratto che l’evangelista Luca propone riguardo alle due sorelle di Lazzaro: Marta, affannata dalle cose da fare; Maria, seduta in un ascolto contemplativo della parola del Signore.
La dottoressa Papa si è soffermata a lungo sulla descrizione storico-artistica del dipinto della Resurrezione di Lazzaro, suscitando l’interesse dei ragazzi anche grazie ad un particolare molto suggestivo: tra i personaggi del dipinto figura anche l’autoritratto di Caravaggio. Anche l’artista, spesso vittima delle sue profonde inquietudini, ha scelto di collocarsi tra i cercatori della luce che solo la fede può dare: è l’unico dei personaggi a non osservare il miracolo, ma a rivolgersi proprio verso la fonte della luce, origine della resurrezione di Lazzaro. La visita si è conclusa poco dopo le 17.
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I giovanissimi, soddisfatti per l’incontro con i capolavori custoditi nel Museo regionale di Messina, si sono diretti verso Torre Faro per una spensierata passeggiata tra i Laghi e il lungomare. Non è mancata la caratteristica granita e il classico arancino, anche se, a saziare davvero, è stato l’incontro con la vita di Gesù raccontata attraverso il pennello dell’illustre Caravaggio. Arte, fede e catechesi sono l’una a supporto dell’altra, così anche in un Museo è possibile incontrare il Risorto.
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