Avvenire di Calabria

In prefettura, confronto istituzionale per garantire risorse e sostenibilità ai progetti di recupero dei beni confiscati alla criminalità organizzata

Beni confiscati, a Reggio Calabria risorse e progetti per la riqualificazione degli immobili sottratti alla criminalità

Il sindaco Falcomatà al tavolo di monitoraggio del Ministero dell’Interno: «Fondamentale destinare risorse per il recupero e la valorizzazione dei beni assegnati agli Enti locali»

di Redazione Web

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Al tavolo di monitoraggio del Ministero dell’Interno si discute del recupero e della valorizzazione di otto progetti tra Città Metropolitana e Comune di Reggio Calabria, per un totale di 6,4 milioni di euro.

Un confronto per rafforzare il riutilizzo sociale dei beni confiscati

Il sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha partecipato in Prefettura al tavolo di monitoraggio dedicato agli Enti destinatari delle risorse statali per il recupero e la valorizzazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata. Un appuntamento di grande rilievo che ha visto la presenza del Sottosegretario all’Interno, onorevole Wanda Ferro, del Commissario straordinario per i beni confiscati, prefetto Paola Spena, del Prefetto di Reggio Calabria, Clara Vaccaro, e dei sindaci coinvolti nei procedimenti di assegnazione.



«È stato un confronto utile e produttivo – ha affermato il sindaco Falcomatà –. Ringrazio il sottosegretario Wanda Ferro, il commissario Paola Spena con tutta la sua struttura, e il prefetto Clara Vaccaro per l'attenzione dedicata al nostro territorio, realizzando una sessione di monitoraggio specifica sulle risorse del PNRR destinate alla ristrutturazione dei beni confiscati assegnati agli Enti territoriali».

Un impegno per garantire risorse e sostenibilità ai progetti di riuso

Nel corso dell’incontro, il sindaco ha ricordato come l’assegnazione dei beni confiscati ai Comuni debba necessariamente essere accompagnata da risorse economiche mirate, per consentire la ristrutturazione e la messa a norma degli immobili.


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«È un obiettivo che sosteniamo da tempo – ha sottolineato Falcomatà –. Già diversi anni fa, nel confronto all'interno di Anci, con tanti colleghi sindaci che guardavano con attenzione all’esperienza di Reggio Calabria, avevamo evidenziato la necessità che all’assegnazione dei beni confiscati venissero affiancate risorse economiche dello Stato. Spesso, infatti, gli immobili si trovavano in condizioni di degrado tali da rendere difficile per gli Enti locali acquisirli e per le associazioni gestirli in modo virtuoso e produttivo».

L’assegnazione di risorse destinate alla riqualificazione permette quindi di garantire la sostenibilità dei progetti, creando le condizioni affinché la legalità diventi un valore produttivo e conveniente per la comunità. «Si tratta di un tema di assoluta centralità – ha proseguito il sindaco – che oggi trova finalmente riscontro nella sinergia tra Stato ed Enti locali. Grazie a questo meccanismo, numerosi Comuni, sia grandi che piccoli, riescono oggi a sostenere le spese per la ristrutturazione dei beni assegnati, attivando progetti sociali in collaborazione con le realtà più virtuose del territorio».

Otto progetti per il recupero e la valorizzazione del patrimonio confiscato

Durante la riunione, il monitoraggio ha riguardato otto progetti finanziati nel territorio reggino, per un importo complessivo di 6,4 milioni di euro. Sette di questi interventi riguardano beni confiscati alla criminalità organizzata assegnati alla Città Metropolitana di Reggio Calabria, per un totale di circa 4 milioni di euro. Le strutture interessate ospitano progetti già in fase di realizzazione: Centro sportivo e di prima accoglienza "Riparo", Comunità Incontro Santo Stefano, Un futuro per noi, Centro per la tutela della salute del donatore, Impronte a Sud, Yes I Can e Casa del Jazz



A questi si aggiunge un ottavo progetto, di competenza del Comune di Reggio Calabria, per un valore di 2,4 milioni di euro. Il finanziamento è destinato al recupero di un grande immobile a Pellaro, che verrà trasformato in una struttura di housing sociale per il sostegno abitativo di persone in difficoltà. L’assegnazione di questi fondi rappresenta un passo importante per il riutilizzo efficace dei beni confiscati, garantendo che diventino strumenti di coesione sociale e sviluppo per le comunità locali.

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