Avvenire di Calabria

Pasquale Manti, natio del borgo grecanico di San Lorenzo, ma trasferito da tanti anni in Lombardia

Un viaggio nella memoria nel borgo grecanico di San Lorenzo

Racconta le sue origini nel suo terzo volume dedicato al paese della sua infanzia tra aneddoti e ricordi

di Fortunato Mangiola

Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram
Share on facebook
Share on twitter
Share on whatsapp
Share on telegram

Pasquale Manti, natio del borgo grecanico di San Lorenzo, ma trasferito da tanti anni in Lombardia, non ha dimenticato le sue origini. Le racconta nel suo terzo volume dedicato al paese della sua infanzia tra aneddoti e ricordi.

Il borgo grecanico di San Lorenzo raccontato da Pasquale Manti

Pasquale Manti di recente ha pubblicato “Il Viaggio della Memoria”, l’ultima, in ordine di tempo, sua fatica letteraria. Ricordiamo velocemente altre due sue opere poetiche, intestate rispettivamente “Orazione laurentina” e “Il Canzoniere dei miei lunghi giorni”. Manti è anche l’autore della storia di “San Lorenzo, il paese dell’olmo. Memorie di Valle Tuccio”.


Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE


Per le vicende della pandemia il manoscritto è rimasto nel cassetto per ben due anni e solo adesso è stato possibile darlo alle stampe. Si tratta di un Poema, lungo ben 86 canti, a loro volta formati da 90 versi endecasillabi intrecciati in terzine.

L’opera è incentrata sulla vita dell’autore, come recita testualmente il sottotitolo “Poema autobiografico in terzine”. Nel volume mantiano le vicende personali si intrecciano con gli eventi locali e la storia nazionale. Il racconto abbraccia un arco di tempo che va dal lontano 1935 al 2020, anno del suo novantesimo anniversario.

Nel 1935 l’autore aveva cinque anni e a quell’età sono legati i primi ricordi, che si sono impressi nella mente e hanno fatto parte del suo memoriale, che ha esternato nel presente lavoro. Ci si potrebbe chiedere sul perché incomincia a narrare gli eventi a partire dai suoi cinque anni? Vien da pensare che a quell’età la sua mente fosse sufficientemente sviluppata a capire ciò che accadeva intorno a lui.

Il Piaget insegna che a cinque anni poco manca alla completa acquisizione del pensiero intuitivo. Sul piano della storia il 1935 è stato un anno cruciale, perché l’Italia entrò in guerra contro l’Etiopia. Un episodio che impressionò il nostro piccolo Pasquale fu la fine tragica del pilota Tito Minniti in terra d’Africa. Così lo rievoca con accenti accorati nel CANTO V:

“Ricordo che irruppe la Milizia / con, in orbace, il podestà in testa, / che, a tutta voce, spiegò la nequizia / tra un silenzio e l’aria manifesta / di incredulità e di tristezza / per tanta deprecata ira funesta. / … / La sua figura (del Minniti) venne devastata / e fatta scempio e simbolo di vanto, / che ebbra rese l’orda assatanata, / dopo l’eco sinistro dello schianto, / … / Gli sono stati resi i giusti onori / e non mancò il marziale schieramento / coi labari listati e i tricolori”.

Rammentiamo che il Minniti nacque a Placanica, fu sottotenente dell’Aeronautica militare e finì i suoi giorni tragicamente nel fiore degli anni. Medaglia d’oro al valore militare, a lui è intitolato l’aeroporto dello Stretto.

Nei versi sopra riportati risalta l’efficacia della comunicazione dell’evento drammatico, riassunto in quell’ “irruppe la Milizia”. Il dinamismo, l’interventismo e il militarismo, insiti nella proposizione suddetta, rimandano al movimento letterario del Futurismo.

Evidenzia in più l’icasticità della tragedia il verso “La sua figura venne devastata e fatta scempio e simbolo di vanto”. L’oltraggio inferto all’eroe Minniti fa ritornare alla mente le atrocità di cui fu vittima Ettore per mano di Achille. In vero la guerra molte volte fa dimenticare ogni sentimento di pietà. Di infiniti altri aneddoti, descritti con vena poetica, si potrebbe narrare. Per ora ci si ferma qui.


PER APPROFONDIRE: Saline Joniche, presentato un libro tra storia e futuro


Ultima annotazione. Pasquale Manti è nato a San Lorenzo nel 1930. È residente a Cantù. L’estate la trascorre in Calabria, dove affondano le sue radici.

Articoli Correlati