Avvenire di Calabria

Filippo Bova, consigliere delegato alla Sanità della Città Metropolitana, auspica un ritorno alla gestione locale

Bova: «Commissari? Meglio tornare alla gestione diretta»

Redazione Web

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di Filippo Bova * - Il diritto alla salute, il diritto al lavoro, il diritto ad un’assistenza sanitaria di livello, pronta a rispondere in maniera adeguata alle esigenze del nostro territorio. L’articolo 32 della Costituzione tutela «la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti ». Purtroppo ancora oggi in Calabria, cosi come in tante altre regioni del nostro Paese, soprattutto nel sud Italia, non è cosi. La vicenda vissuta nelle ultime settimane con la paventata chiusura dell’Istituto De Blasi, una delle strutture private accreditate più importanti del nostro territorio, non è che l’ultima in ordine di tempo rispetto ad una più complessiva crisi che sta mettendo a serio rischio la tenuta del sistema sanitario regionale. Una crisi profonda, che affonda le sue radici in una sofferenza che ha ormai assunto caratteri quasi strutturali, che di fatto affianca difficoltà storiche, dovute ad un errato ed insufficiente metodo organizzativo del sistema sanitario, a problemi contingenti, che coinvolgono tante strutture, piccole e grandi, pubbliche e private, che dovrebbero invece rappresentare un fiore all’occhiello del comparto. In occasione della manifestazione organizzata con l’obiettivo di solidarizzare con la comunità dell’Istituto De Blasi, abbiamo affermato con forza che la salute dei cittadini è un diritto che non può essere messo in discussione. Ancor più in una terra come la nostra, dove il comparto sanitario rappresenta una delle principali criticità dal punto di vista sociale. Questa vicenda rappresenta infatti l’emblema di uno stato di sofferenza generale al quale sono costrette tante strutture sanitarie reggine. Non solo private ovviamente.

Il piano di rientro per la copertura del debito sanitario contratto negli ultimi decenni, dovrebbe tener conto anzitutto del diritto alla salute dei cittadini. Ad oggi infatti, a fronte di tagli orizzontali e di assurde pastoie burocratiche, stiamo rischiando di mettere alla porta decine di lavoratori, padri e madri di famiglia, e di negare il diritto alla salute per migliaia di cittadini che quotidianamente accedono alle cure offerte dalle strutture convenzionate.

Pensiamo ad esempio all’assurda vicenda dei pazienti nefrodializzati costretti a recarsi addirittura al di là dello Stretto per effettuare le necessarie terapie. In questi mesi abbiamo espresso la nostra più profonda indignazione per la situazione indecorosa alla quale sono costrette queste persone. Come è possibile che non si riesca attraverso provvedimenti concretamente risolutivi a mettere fine a questa vergogna indegna di un paese civile?

Da parte nostra ci siamo soffermati in questi anni a segnalare con spirito costruttivo possibili vie d’uscita rispetto a questa assurda situazione. Ma la risposta da parte della governance del comparto, commissariato ormai da troppo tempo, non è stata all’altezza di risolvere i tanti problemi che tutt’oggi, purtroppo, persistono.

Il danno più grave, oltre ai nefasti effetti concreti di questo sbagliato approccio, è che i cittadini rilevano una distanza sempre maggiore dalle istituzioni che dovrebbero rappresentarli e quindi un sentimento di disillusione che non fa bene alla credibilità degli organi dello Stato. Siamo convinti che non possa bastare la sostituzione di un commissario per cambiare le cose. La nostra non era infatti una battaglia personalistica. E’ quindi l’istituto stesso del commissariamento che va interrotto. Riteniamo che la sanità calabrese debba tornare nelle mani dei cittadini, attraverso i rappresentanti eletti nell’organismo che è deputato a gestirla, cioè la Regione Calabria. Solo in questo modo si tornerà ad avere un approccio più consono ai problemi che, soprattutto nel caso della sanità, non possono essere affrontati solo con la calcolatrice in mano.

* delegato alla Sanità Città Metropolitana di Reggio Calabria

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