Avvenire di Calabria

Dal piccolo magazzino del quartiere Archi di Reggio Calabria, al moderno stabilimento industriale

Buonafede, la buona impresa nata in periferia

"È successo in Calabria" ci racconta la storia di una famiglia reggina che ha realizzato un'industria innovativa in riva allo Stretto

di Francesco Chindemi

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È un’altra storia di successo tutto calabrese quella che vi proponiamo quest'oggi, raccontata nel secondo appuntamento del nostro nuovo format crossmediale, "È successo in Calabria" dedicato alle realtà imprenditoriali calabresi che hanno deciso di scommettere e investire nella propria terra. Una storia iniziata negli anni cinquanta del secolo scorso in un piccolo magazzino nella periferia nord di Reggio Calabria, nel quartiere Archi.

Buonafede, una storia di successo tutto calabrese

L’azienda Buonafede è un autentico fiore all’occhiello del comparto industriale non solo calabrese, ma internazionale. Attiva in più settori, come il ferroviario, il navale, il nucleare, la difesa e le opere civili, opera sia sul mercato nazionale che estero, in partnership anche con importanti multinazionali.


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Eppure, guardando alla realtà contemporanea, verrebbe difficile immaginare da dove tutto questo ha avuto origine. E, soprattutto, sembra strano pensare che a Reggio ci possa essere un’industria così all’avanguardia. Il segreto di questo successo è semplice. Sta nell’aver mantenuto umiltà, impegno e passione dell’originaria piccola impresa artigianale di riparazione e riavvolgimento motori, fondata, oltre settant’anni fa da Nestore Buonafede. Ex tranviere reggino costretto a “reinventarsi” dopo esser rimasto senza lavoro.

Siamo andati a conoscere questa realtà. La prima cosa che colpisce è il grande stabilimento, una struttura all’avanguardia di ben 18.000 metri quadri, che non ha nulla da invidiare ai grandi agglomerati industriali del Nord Italia. Varcato il grande cancello d’ingresso, ci accoglie chi oggi rappresenta il presente, ma anche il futuro dell’azienda: Nino Buonafede ( amministratore delegato) e il fratello Nestore (direttore e responsabile tecnico). C’è anche il figlio di quest’ultimo, Filippo, giovane ingegnere gestionale, che oltre a rappresentare la quarta generazione, segue da vicino il processo di Industria 4.0.

Se è vero che l’azienda è stata sempre al passo con i tempi, sapendo intercettare e cogliere ogni opportunità per innovarsi e rilanciarsi, anche nei momenti di crisi, qui non ci si è mai dimenticati delle proprie origini. Elemento, anche questo, indispensabile del know how aziendale, ad alimentare e a far accrescere il quale è il personale, rigorosamente «della nostra terra», sottolinea l’Ad, Nino Buonafede.

Il primo investimento della famiglia Buonafede è la formazione

Accanto all'affiancamento del personale più giovane con quello che ha maturato una certa esperienza, l’azienda “Buonafede” ha investito, oltre che in innovazione, nella formazione delle nuove leve. La logica è quello della buona madre che accompagna i propri figli dalla crescita allo svezzamento. La prima selezione avviene nelle scuole. L’alternanza scuola-lavoro, insieme alle attività di laboratorio, oggi facilitate anche dalle nuove tecnologie, è il primo banco di prova. «È nostra cura, poi - spiega Nestore Buonafede, direttore dell’Azienda - formare i ragazzi neo diplomati, attraverso un percorso formativo di quasi due anni». Un’attività, aggiunge, «fatta a nostre spese, perché crediamo fermamente in questo tipo di investimento».

Accanto a questo, l’impresa “Buonafede” sta portando avanti un progetto per incentivare l’emigrazione di ritorno e «rilanciare la nostra terra». «Un progetto - racconta Nestore - al quale mio padre credeva molto e che a portare avanti, adesso, ci siamo io e mio fratello Nino, insieme a mio figlio Filippo».

Il prossimo passo: la Smart Factory

È l'ambizione del più giovane del gruppo, Filippo Buonafede, che cura i processi innovativi e produttivi dell'azienda di famiglia.  L’ultimo importante piano di investimenti è stato orientato alla realizzazione della fabbrica del futuro. «Integrare le nuove tecnologie al processo produttivo e, in particolare, alle macchine utilizzate è un aspetto importante per rimanere competitivi», spiega.

«L'obiettivo che ci siamo prefissati da qui ai prossimi cinque anni - aggiunge il giovane imprenditore - è diventare una Smart factory: una fabbrica intelligente». Insomma, un terreno fertile per le future generazioni del territorio per fare esperienza, crescere e lavorare.

Il moderno stabilimento con vista sullo Stretto

Un consiglio ai giovani? Filippo, esempio di emigrazione di ritorno («sono stato assunto da una grande multinazionale americana della logistica, ma ho preferito rischiare a casa mia»), non ha dubbi: «Studiare tanto». Solo chi è formato, a suo giudizio, «non avrà difficoltà a trovare occupazione anche in contesti, come quello reggino, che pur sembrando depressi non mancano di opportunità».

È successo in Calabria, un format che racconta storie di successo

È successo in Calabria: con questo nuovo format crossmediale (video, carta stampata, web e Social), l’Ufficio per le Comunicazioni sociali e la redazione di Avvenire di Calabria contribuiscono alla sfida educativa intrapresa dalla Chiesa reggina in termini di formazione al lavoro e promozione dell’autoimprenditorialità in Calabria.

L’intento è quello di consegnare ai giovani, soprattutto agli studenti delle scuole superiori, alcune buone prassi di riferimento, storie e modelli di imprese che hanno costruito il loro business a partire dalla Calabria e che sono riuscite a creare posti di lavoro e occupazione nella terra dei bronzi.

Tutto il materiale sarà messo a disposizione della comunità educante. In particolar modo i video, accompagnati da apposite schede di approfondimento, saranno consegnati all’ufficio scuola diocesano affinché inviti gli insegnanti di religione a offrire alle classi dei momenti di riflessione su lavoro e impresa in Calabria. Se tra gli studenti si registreranno delle manifestazioni di interesse o semplicemente il desiderio di approfondire le modalità di creazione di un’impresa, allora sarà proposto agli studenti di rivolgersi agli sportelli di Job in progress.

La sfida educativa

Quest’ultimo è il patto multisettoriale promosso dalle comunità diocesane della Città metropolitana di Reggio Calabria e dalla Camera di Commercio presieduta da Antonino Tramontana, ed è finalizzato all’accompagnamento dei giovani e delle persone inoccupate alla creazione o alla ricerca di un lavoro. Le imprese protagoniste del format “È successo in Calabria” saranno selezionate dalla redazione di Avvenire di Calabria in partnership con la Camera di Commercio e con Banca Generali.

Dietro la realizzazione del video non c’è alcun accordo pubblicitario o interessi economici di alcun tipo: le aziende non potranno “acquistare” la loro partecipazione al format promosso dai media diocesani, né potranno proporsi per essere selezionate.


PER APPROFONDIRE: Storie di successo, Scutellà: «Quando restare è la vera scommessa»


L’obiettivo, quindi, è unicamente quello di sensibilizzare i giovani alla possibilità di un lavoro in Calabria, mostrando loro le storie di successo, cercando di estrapolare dai vari racconti i “segreti” che hanno permesso ad ogni azienda di affermarsi nel mercato calabrese e non solo. Sarà un modo di proporre un’alternativa “a casa nostra” prima di pensare ad un’eventuale migrazione al di fuori della Calabria.

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