Avvenire di Calabria

Mercoledì primo marzo si sono tenute le penultime assemblee del secondo anno di sinodo

Cammino sinodale, il nuovo impegno: «Chiamati alla corresponsabilità»

La missionarietà della Chiesa al centro delle riflessioni delle "Lectio" svolte nelle undici zone pastorali della diocesi

di Francesco Chindemi e Francesco Creazzo

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La missionarietà della Chiesa è stata al centro delle ultime assemblee sinodali che si sono svolte nelle undici zone pastorali della diocesi di Reggio Calabria - Bova. Guardare oltre i propri confini per ritrovarsi protagonisti nella vita di ogni giorno tra i temi delle riflessioni.

Cammino sinodale Reggio Calabria, la riflessione delle ultime "lectio"

Mercoledì primo marzo si è svolto il penultimo incontro del secondo anno di cammino sinodale della diocesi di Reggio Calabria - Bova. Verrebbe da dire: siamo ormai alle battute conclusive di un percorso iniziato un anno fa. In realtà ci si prepara a fare una sintesi di quanto raccolto e seminato, per rinnovare e riprendere, con ancor più vigore, il comune cammino di crescita e rinnovamento.


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Il tempo di quaresima che prepara al triduo pasquale si rivela un’ottima occasione per pregare, riflettere e riprogrammare «insieme» il proprio essere Chiesa e comunità. È questo uno degli aspetti emersi proprio in occasione delle “lectio” che, da novembre ad oggi, hanno animato il primo mercoledì del mese nelle undici foranie della diocesi di Reggio Calabria - Bova. Le meditazioni affidate a testimoni scelti scelti dall’arcivescovo Morrone tra presbiteri, diaconi, consacrati e laici, oltre a fare da filo conduttore per i vari incontri, sono espressione delle diversità che si incontrano nell’unità.

Gli spunti sono davvero tanti e arrivano anche dall’assemblea in cui, a sua volta, ritroviamo, gli uni accanto agli altri, presbiteri, laici, religiosi, consacrati di ogni età.

Ciascuno chiamato ad essere «missionario». Una testimonianza significativa è quella che raccogliamo da padre Antonio Casciaro, superiore dell’Ordine dei minimi e parroco della comunità di San Francesco di Paola di Catona. Il salone parrocchiale ha ospitato, fin qui, tutte le lectio della forania Gallico-Catona. Si parla proprio di «missione» durante l’ultimo incontro, a guidare il quale è Claudio Meliadò della Comunità di Vita cristiana.

Cammino sinodale, guardare oltre i propri confini

«Stiamo vivendo questo cammino sinodale, che è un momento di grazia, come occasione per riscoprire tutti insieme, all’interno delle nostre comunità, il valore della corresponsabilità», afferma padre Antonio. «Corresponsabilità aggiunge - che è una vocazione che appartiene a tutti coloro accomunati dal battesimo. Non ci sono spettatori e protagonisti, tutti siamo chiamati a sentirci parte di una Chiesa che evangelizza. È questo il messaggio che stiamo tentando di far passare in parrocchia, alla luce del cammino intrapreso», spiega ancora il sacerdote. Un cammino sinodale che va oltre i confini della comunità ecclesiale «con la speranza - ancora la testimonianza di padre Casciaro - di raggiungere, attraverso il Vangelo, anche i “lontani”.

Abbiamo pensato di farlo, non a caso, proprio durante la Quaresima, attraverso i nostri centri di ascolto e le famiglie. In modo tale che non siamo noi ad aspettare che i fedeli vengano in chiesa, ma raggiungerli a casa loro, in modo tale che si sentano coinvolti e parte di una comunità. L’augurio conclude il religioso dell’Ordine dei minimi di San Francesco di Paola - è che veramente questo Sinodo ci aiuti ancora di più a crescere nella fede e soprattutto a mettere nel cuore di ogni cristiano, di ogni battezzato, il senso di sentirsi Chiesa e annunciatori nella gioia del Vangelo del Signore».

L'arcivescovo Morrone: «La parola chiave è “ascolto”»

«Manca un solo incontro alla conclusione del secondo anno di cammino ed è una grande opportunità che papa Francesco ci ha offerto, che ci ha un po’ “scombussolato” in senso positivo: questa condizione della Sinodalità è quella in cui possiamo interrogarci su un tema di fondo che unisce tutto il percorso: l’ascolto». Ecco il messaggio dell’arcivescovo di Reggio Calabria - Bova Fortunato Morrone a margine di questo quinto incontro del Cammino Sinodale diocesano.

Per l’occasione, il presule ha partecipato alla lectio che si è tenuta nella zona Nord, esattamente nella parrocchia di Archi Carmine, e ha voluto sottolineare ai nostri microfoni il vero tema unificante di tutto il cammino che, a maggio, vedrà la conclusione della seconda fase nelle zone. «È emerso, nel corso di questo bello e coinvolgente cammino - ha detto l’arcivescovo Morrone che non ci conosciamo, che ci conosciamo superficialmente come chiesa, singoli e comunità. E allora dobbiamo mettere in campo l’ascolto reciproco, prima di mettere in gioco le belle energie che abbiamo e i carismi che ci caratterizzano».

Uno stile da seguire

Un tema, quello dell’ascolto, che deve caratterizzare l’essere Chiesa come stile, e non soltanto in maniera puntiforme: «L’ascolto - ha spiegato il presule - è la precondizione perché si dia vita a quella parolina magica che sembra banale ma è difficilissima da operare: “insieme”. Perché è una parola che ha una radice profonda, totale, per noi credenti».


PER APPROFONDIRE: Repole a Reggio Calabria: «La missione della Chiesa sia stile quotidiano»


«Io auspico come vescovo - ancora Morrone - di poter trarre frutto da questi due anni perché tutto ciò che le nostre comunità ci consegneranno, sarà rielaborato, rilanciato, rimesso in opera, perché su quelle linee di ascolto dello Spirito che discerniamo insieme possiamo camminare, richiamandoci all’essenziale della nostra vita personale, comunitaria, credente ed ecclesiale». Un invito dunque alla partecipazione e all’ascolto reciproco, quello del vescovo, che è stato in questi mesi accolto dalle comunità diocesane: mercoledì scorso l’ampia chiesa della zona Nord era gremita di persone, segno di una Chiesa viva che cammina per le strade del mondo.

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