Una conferenza stampa in solitaria, come quella di Nino Minicuci. Ma con un tenore ben diverso: Francesco Cannizzaro non risparmia accuse nell'incontro coi media in cui commenta la debacle di lunedì scorso, culminata con la sconfitta al ballottaggio contro Giuseppe Falcomatà. «Stasera avrei potuto ribadire, a più riprese, "avevo ragione" quando ho mosso profonde critiche sul metodo di scelta del candidato a sindaco di Reggio Calabria. Un profilo, che già all'epoca, mi sembrava inadeguato. Il problema non è Nino Minicuci, galantuomo e luminare della Pubblica Amministrazione. A lui posso solo dire: "Grazie per averci provato"», questo l'esordio del parlamentare forzista.
«La Città desiderava un candidato che conosceva via per via, quartiere per quartiere, la nostra Reggio. L'alternativa - spiega Cannizzaro - doveva essere una donna o un uomo che viveva i problemi quotidiani: mi sono rivolto direttamente a Salvini, Berlusconi e Meloni per cambiare idea». E ancora: «Oggi, però, la responsabilità di questa sconfitta non è di altri, ma è di tutti noi. La coalizione, che è fatta di uomini e di donne che governano partiti e movimenti civici, aveva fretta di presentare il candidato scelto da altri. A quel punto mi sono detto: sono io il "difettoso". Mi sono adattato immediatamente alla maggioranza del centrodestra: non potevo assolutamente rompere la coalizione e scegliere un'altra via».
Cannizzaro, poi, si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «In tanti si stavano prodigando a fare le liste; però all'atto della presentazione, la più competitiva era quella di Forza Italia, che è il primo partito in Città. Tutti quelli che annunciavano il loro impegno che fine hanno fatto? Ecco perché abbiamo perso le elezioni: la politica è fatta di numeri. La Lega, che ha individuato il candidato-sindaco, ha dimezzato i voti rispetto alle regionali; Fratelli d'Italia sono passati dal 14%, ma anche loro hanno perso per strada il 50% dei consensi. Senza parlare dell'Udc che non si è neanche presentato». «Forza Italia - ha concluso il parlamentare originario di Santo Stefano in Aspromonte - è riuscito a confermare i voti, creando anche una lista parallela, quella di ReggioAttiva che si ferma all'1% in meno del primo partito in Italia che è la Lega. Altrettanto positivo è l'impatto di AmaReggio che, con una lista fatta in tre giorni, ha raggiunto il 2%. Quindi se i partiti vincitori alle regionali avessero confermato i loro consensi, noi avremmo vinto al primo turno».
Stamattina, a margine della proclamazione del sindaco Falcomatà, lo sfidante Nino Minicuci ha salutato il primo cittadino, da pochissimo insediatosi a Palazzo San Giorgio, augurandogli buon lavoro. Incalzato dalle domande dei cronisti presenti, Minicuci ha ribadito che resterà a Reggio Calabria al servizio della Città. Un bel gesto di fair play e ritrovato garbo istituzionale dopo gli scontri accesi della bagarre elettorale.