Avvenire di Calabria

Carceri: si registrano sul territorio iniziative meritevoli di attenzione

C’è una seconda opportunità

Francesco Bolognese

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«Le pene devono tendere alla rieducazione del condannato». La realtà è ancora lontana dalla ratio della norma costituzionale.
A suffragare questa amara verità ci sono i tanti “ritorni” nelle patrie galere. In attesa di un programma di ampio respiro si registrano sul territorio iniziative meritevoli di attenzione che potrebbero fungere da apripista. Una coinvolge il carcere di Opera, dove, proprio in questi giorni, al fine di «rendere concreto il processo d’integrazione socio–territoriale dell’istituzione penitenziaria è stato inaugurato lo Sportello lavoro “Centro per l’impiego” (presente il ministro per il Lavoro Giuliano Poletti), dopo la firma del protocollo d’intesa tra l’Agenzia per la formazione, l’orientamento e il lavoro e la Casa Reclusione milanese». In buona sostanza « questo ufficio di collocamento per detenuti prevede una serie di azioni di politiche attive del lavoro. I detenuti impegnati in attività lavorative e quindi interessati al servizio sono 460, il 45% circa dell’istituto. Di questi, 110 lavorano per aziende e cooperative in attività che spaziano dall’assemblaggio, alla saldatura, alla digitalizzazione dei archivi documentali, al call center, giardinaggio alla produzione di prodotti alimentari, mentre 350 lavorano per i servizi interni dell’istituto, come quello di cucina, di lavanderia, di manutenzione ordinaria e di pulizia» .
Dal cuore industriale del paese alla capitale, dove è stata presentato «un nuovo corso di laurea in scienze motorie per i detenuti del carcere romano di Rebibbia». Il corso triennale registra «già nove iscritti».

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