
Reggio Capitale della Cultura, la visione del Rhegium Julii: «Serve una visione comune»
«Reggio Calabria Capitale della Cultura 2027 non è un’impresa facile. Serve una proposta originale, capace
La Regione Calabria si appresta a celebrare il grande scrittore calabrese, nativo di Sant'Agata del Bianco, Saverio Strati di cui, nel 2024, ricorre il 100° anniversario della sua nascita. Proprio in questi giorni è stato aggiunto un importante tassello.
Martedì scorso, alla Cittadella regionale, si sono riuniti per la prima volta il Comitato di coordinamento e il Comitato scientifico, istituiti con delibera di Giunta per la promozione delle iniziative in vista del 100° anniversario della nascita di Saverio Strati che ricorre nel nuovo anno. Il grande scrittore calabrese, nativo di Sant'Agata del Bianco, nella locride, è nato il 16 agosto 1924.
Gli incontri sono stati presieduti dalla vicepresidente della Regione, con delega alla Cultura, Giusi Princi. Il primo incontro, segna l'inizio di un primo confronto ufficiale sulla programmazione delle attività dedicate alle celebrazioni di uno tra i più illustri scrittori calabresi e italiani.
L'istituzionalizzazione dei Comitati vuole dare proprio risalto e valore e «giusto riconoscimento a chi, acuto interprete dei problemi dell'emigrazione e dell'integrazione culturale, attraverso i suoi capolavori letterari, ha saputo raccontare la Calabria e i calabresi, con uno sguardo già proiettato al futuro», spiega Giusi Princi.
I Comitati sono composti da professori, scrittori ricercatori, prefatori di volumi, giornalisti, editori. Ciascuno con la propria visione e sensibilità, contribuiranno a far conoscere la figura di Strati sia scrittore che intellettuale.
«All’interno di questa iniziativa – spiega inoltre Princi - si inserisce anche il progetto di sperimentazione, destinato alle scuole secondarie, elaborato d’intesa con l'Ufficio scolastico regionale, che ha l'obiettivo di promuovere lo studio di importanti scrittori calabresi, come Strati, ma anche come Alvaro o La Cava, le cui opere diventeranno parte integrante dell’insegnamento curriculare».
L'intento, però, è spingersi oltre, coinvolgendo in quest'opera di valorizzazione non solo le scuole della regione, ma di tutta Italia, «promuovendo una narrazione positiva della Calabria, partendo proprio dalle celebrazioni di Saverio Strati», ancora la vicepresidente.
Su delega dei membri effettivi, hanno preso parte alla riunione la professoressa Rossella Marzullo, per l’Università Mediterranea di Reggio Calabria, il professor Fulvio Librandi, per l’Unical di Cosenza, il professor Charlie Barnao per l’Umg di Catanzaro, e il direttore editoriale della casa editrice Rubbettino, Luigi Franco, il quale è stato individuato come presidente del Comitato scientifico. Presente per il Dipartimento regionale all’istruzione la dirigente del settore cultura, Ersilia Amatruda.
PER APPROFONDIRE: Saverio Strati, quel rifiuto che segnò una vita
La vicepresidente ha informato i componenti dei Comitati che la Regione sosterrà finanziariamente il programma delle iniziative e che sarà realizzato un apposito portale attraverso il quale intercettare anche i più giovani.
Al termine si è deciso, accogliendo la proposta della vicepresidente Princi, di rendere i Comitati permanenti per intraprendere lo stesso percorso con altri autori di prestigio della letteratura calabrese.
Il comitato d’indirizzo, oltre alla vicepresidente Princi, è composto da: Domenico Stranieri, sindaco di Sant’Agata del Bianco, Palma Comandè, familiare dello scrittore, Florindo Rubbettino, dell’omonima casa editrice, Antonella Iunti, direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, Giuseppe Zimbalatti, Rettore dell’Università di Reggio Calabria, Nicola Leone, Rettore dell’Universita’ della Calabria, Giovanbattista De Sarro, Rettore dell’Università Magna Grecia di Catanzaro, Maria Mallamace, dirigente generale del Segretariato regionale per la Calabria del Ministero della Cultura.
Non perdere i nostri aggiornamenti, segui il nostro canale Telegram: VAI AL CANALE
Fanno parte del Comitato scientifico: Giuseppe Bova, presidente del Rhegium Julii; Gioacchino Criaco, scrittore; Andrea Di Consoli, scrittore, critico letterario, editorialista, Rai Teche; Goffredo Fofi, scrittore, giornalista e critico cinematografico, letterario e teatrale; Luigi Franco, direttore editoriale Rubettino e curatore della collana delle opere di Saverio Strati; Anna Rosa Macrì, giornalista e scrittrice; Aldo Maria Morace, presidente Fondazione Corrado Alvaro.
Antonio Motta, Centro documentazione Leonardo Sciascia/Archivio del Novecento; Domenico Nunnari, giornalista e scrittore; Walter Pedullà, scrittore, critico letterario, già professore ordinario di storia della letteratura italiana moderna e contemporanea dell’Università La Sapienza; Giusy Staropoli Calafati, scrittrice; Santo Strati, direttore Calabria Live; Luigi Tassoni, semiologo, professore ordinario di letteratura italiana e di semiotica all’Università di Pécs (Ungheria).
Diceva Hegel che lo scrittore è l’anima della società che rappresenta. Perché? Perché lo scrittore (quello vero), nel rappresentare le problematiche socio-culturali-ambientali, ne coglie le dinamiche profonde, la psicologia individuale e collettiva, il dinamismo intrinseco, anche silente, che spinge le masse verso i cambiamenti. Tale dinamismo è stato perfettamente colto in Russia da grandi autori quali Tolstoi, Cechov, Dostojewskij, Turgenev, Gogol e altri.
Da noi, il Realismo Sociale, che nella prima metà del secolo scorso ha dato il meglio di sé con autori della portata di Repaci, Seminara, Perri, La Cava, Alvaro, di fatto si è limitato alla denuncia delle iniquità sociali e relativi dislivelli, pur toccando punte alte di lirismo narrativo.
Il primo che ha rappresentato le masse non come categoria sociale, ma come esseri umani, inaugurando con questo la grande corrente del Realismo Umanistico, fu Saverio Strati.
Con lui, le masse non sono più categorie, ma esseri umani carichi di tensioni e travagli interiori, di bisogni e sogni di cambiamento, di rabbia per ingiustizie e vessazioni, ma anche di impegno a cambiare in meglio la propria vita. Di fatto, da oggetti della storia, mostrano di esserne soggetti, capaci, cioè, di costruirla la storia e modificarne il corso.
In sostanza, nella vasta opera di Strati troviamo l’uomo con le sue dinamiche profonde. Dinamiche che, al di là della società nella quale si estrinsecano, sono uguali in ogni contesto e latitudine, sono, cioè universali. Per questo le opere di Strati ancora oggi sono lette all’estero, e il suo nome, insieme con quello di grandi della letteratura mondiale, si trova in molte antologie straniere, dalla Germania alla Cina. E ciò ha un peso che va oltre la lusinga in quanto intrinsecamente connota il valore universale non solo della sua opera, ma della società in essa narrata, letterariamente sprovincializzata ed elevata al rango della riflessione pura.
È un valore, questo, a cui dovremmo speculativamente accostarci noi calabresi per comprenderci meglio, posto che Strati ha seguito l’evoluzione della società in un arco temporale, l’intero novecento fino ai primi anni duemila, (col romanzo Tutta una vita, Rubbettino editore) nel quale veri e propri stravolgimenti sociali hanno impresso direzioni nuove alla società, pur nell’atavica lentezza dei tempi del Sud.
PER APPROFONDIRE: Reggio Calabria, Saverio Strati in scena per il Seminario Pio XI
Stravolgimenti che egli ha colto e restituito in ogni manifestazione sociale, partendo dall’importante accumulatore di tensione che era la spaventosa miseria dei primi anni del secolo, all’inevitabile sbocco che fu l’emigrazione (ancora persistente), all’affermazione degli emigranti in terre lontane, ai tentativi di sopravvivere in loco sfruttando il nuovo filone di potere, la politica, spesso inquinata, alla via di fuga e alle promesse offerte o imposte dalla criminalità, fino alle scelte “libere” dell’uomo del duemila che tenta una fusione armonica dei mondi che gli convivono dentro in un’altalena di fughe e ritorni in qualche modo elaborati da un’idea di cultura intesa come apertura e riscatto.
Fondamentale il cammino femminile che, pur rallentato da persistenti condizionamenti culturali, vede la donna sottomessa, esclusivamente votata alla maternità e sfiancata di lavoro modificare, strada facendo, la propria visione a vantaggio di un riconoscimento della propria dignità di pensiero e di scelte. Cammino comunque difficile e accidentato perché fortemente condizionato da arcaicità culturale, ma che tuttavia ha prodotto risultati sostanziali, fino alla donna del duemila che Strati mostra (in Tutta una Vita) consapevole di sé e padrona della sua vita sentimentale e materiale.
L’opera di Strati è un cammino vero, ancorché affascinante, nelle dinamiche profonde dell’uomo e della società calabresi per la prima volta non ghettizzati dalla delimitazione geografica, ma proiettati in una dimensione di universalità che li rende oggetto di riflessione e studio, e noi, fruitori contemporanei, caricati della responsabilità di capire e preservare tale patrimonio.
«Reggio Calabria Capitale della Cultura 2027 non è un’impresa facile. Serve una proposta originale, capace
Un viaggio tra storia, tradizione e futuro del tessile nella città dello Stretto.
Venticinque anni fa nasceva l’Associazione dei Portatori della Vara di Reggio Calabria, un anniversario che