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Vecchie, ma anche nuove povertà. Il rapporto annuale del Centro d’ascolto “Scalabrini” di Reggio Calabria conferma un dato già emerso in parte durante tutto il 2021. La pandemia ha fatto registrare un incremento di persone e famiglie che versano in stato di difficoltà. Non solo stranieri, «ci sono anche tanti italiani che risiedono nel nostro territorio che si rivolgono presso il nostro centro d’ascolto», spiega il direttore, padre Gabriele Bentoglio. Il centro d’ascolto, prosecuzione del “Centro Scalabrini” fondato nel 1991 dalle suore missionarie di San Carlo Borromeo per l’accoglienza dei migranti, ha sede presso la parrocchia dei Santi Filippo e Giacomo in Sant’Agostino.
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È un bilancio che va oltre i numeri e le percentuali. Conferma l’ulteriore dato che è il più importante. Nonostante la pandemia, la solidarietà e la cura per il prossimo non sono mai andate in quarantena. Entrando nel cuore del rapporto e spulciando i numeri, emerge che durante tutto il 2021, il Centro ha registrato 3.278 passaggi. Si tratta di persone che, una o più volte, sono state assistite nelle loro necessità. In percentuale maggiore (56,1%) sono donne: 1.839. Il 43,9% è rappresentato, invece, da uomini: in tutto 1.439.
Rispetto al primo semestre del 2021, la presenza femminile è stata più marcata nel secondo semestre. È passata dal 53,4% al 59%, mentre quella maschile, tra luglio e dicembre, ha avuto una contrazione dal 46,6% al 40,6%. Questo dato - è spiegato nel rapporto del Centro Scalabrini di Reggio Calabria - è legato al cambiamento in atto nel flusso migratorio che parla di un aumento di presenza di immigrati dalla Georgia, oggi ad occupare il primo posto, rispetto ad un anno fa.
Gli utenti con passaporto georgiano che rappresentano il 30% hanno superato i marocchini (22,2%). Ma la comunità marocchina si conferma comunque una presenza stabile in città. Da anni ricorre agli aiuti del Centro per l’accoglienza di nuovi immigrati dall’area nord-africana, ma anche perché il livello di integrazione nel territorio non è ancora sufficiente a garantire un buon tenore di vita. Dalla Georgia, invece, sono in aumento per lo più i flussi femminili.
Si tratta, riferisce il rapporto del Centro Scalabrini di Reggio Calabria, di «giovani donne, mamme e nonne in età lavorativa, in genere sole o accompagnate da altre donne con cui hanno rapporti di parentela o amicizia. Giungono nel territorio reggino, per la cura di anziani a domicilio o per i lavori domestici. Ma si sospetta, anche per qualche attività sommersa nell’illegalità, nascosta e invisibile».
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Nell’ultimo anno si è assistito anche ad un incremento del numero di italiani che si rivolgono al Centro. Dal 11,9% del primo semestre 2021, si è passati al 16,2% nel secondo. Un dato aggravato dalla crisi causata dal Covid che ha accentuato le nuove povertà tra i connazionali. Allo stesso tempo legato al contesto in cui sorge il Centro, nel cuore della città di Reggio Calabria.
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