Avvenire di Calabria

La rubrica #essereVolontari a cura del Csv dei Due Mari di Reggio Calabria, questa settimana, traccia un profilo del fondatore di Emergency recentemente scomparso

Come ci si dona all’altro, l’esempio di Gino Strada

Come ci si dona all’altro, l’esempio di Gino Strada

di Francesco Chindemi

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Con quale spirito ci approccia nel donarsi all’altro? È spesso l’interrogativo con cui ci si confronta quando si parla oggi di volontariato. Eppure non mancano gli esempi che possano dare risposta ai tanti dubbi. Tra essi, sicuramente, c’è la figura di Gino Strada, recentemente scomparso. Medico atipico, dal fare che a volte poteva apparire anche austero, ma la cui vita è stata caratterizzata dalla cura, non solo sanitaria, del prossimo e dal rispetto dei diritti umani.


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Emergency è la sua “creatura” affidata oggi nelle mani di tantissimi volontari sparsi in tutto il mondo, in cui servizio e gratuità, camminano di pari passo, secondo la via indicata dallo stesso Strada. Ne abbiamo parlato con Bruno Giordano, relatore reggino di Emergency, il quale, in rappresentanza dei volontari calabresi, ha avuto l’onore di rivolgere l’ultimo saluto al “chirurgo di guerra”, presso la camera ardente di Gino Strada allestita nella sede milanese dell’associazione da lui fondata nel 1994.

La figura del fondatore di Emergency «è senza dubbio da esempio per quanti si vogliano avvicinare al mondo del volontariato.

Ti fa capire cosa voglia dire dedicarsi al prossimo, in cambio magari di un semplice “grazie”». Il donarsi agli altri, insomma, in maniera gratuita, prosegue Bruno Giordano, «è un aspetto del suo modo di essere. Più di uno stile di vita che poteva piacere o non piacere. In tanti, infatti, pur riconoscendone il valore quale medico, hanno preso le distanze dal suo modo di fare, il suo essere spesso molto duro nei confronti degli attori politici insensibili ai bisogni degli ultimi, di coloro ad esempio costretti a lasciar la propria terra in cerca di fortuna altrove». Persone per le quali, sia all’estero che in Italia, Gino Strada si è sempre speso a tutela dei loro diritti, non solo quello legati alla sanità.

Cosa lega la Calabria alla figura di Gino Strada?

«Gino era molto legato alla Calabria, proprio perché terra difficile. Emblematico - continua Giordano - il fatto che, ancora prima esplodesse la baraonda mediatica e politica sul commissariamento della sanità calabrese. Ed il nome di Strada è stato tirato in ballo, quando Emergency è stata interpellata la risposta è stata secca: noi siamo presenti in Calabria ormai da diversi anni, nonostante non tutti fossero a conoscenza del fatto che, a Polistena, nel cuore della Piana di Gioia Tauro ci fosse un nostro presidio».


PER APPROFONDIRE: Calabria, sanità senza pace. Strada dice no al ”tandem”


Si tratta del poliambulatorio Emergency, operativo dal 2013 e inaugurato ufficialmente nel 2015 ufficialmente, alla presenza, fra gli altri, di don Luigi Ciotti, istituito per prestare assistenza sanitaria e cura ai migranti impiegati nei campi pianigiani. Un sostegno ai cittadini calabresi, rinnovato, più di recente, con l’esplodere della situazione pandemica. Un legame, ma anche una presenza forte in Calabria, a testimoniare i quali, i tanti volontari dell’organizzazione fondata da Gino Strada.

Ma cosa, significa, oggi essere volontario?

«Significa innanzitutto dover fare i conti con un tessuto economico e sociale - quale quello attuale - che offre poco a livello lavorativo, in cui ti devi barcamenare per arrivare a fine mese. Quindi fare volontariato è forse l’ultima cosa che viene in mente ad una persona che, giustamente, pensa prima a mettere il grano in cascina e poi a tutto il resto. E in molti, guardando alla mia personale esperienza, sono in effetti coloro che mi dicono “ma chi te lo fa fare”. Cosa rispondo ad essi? Io personalmente, guardandomi attorno, a ciò che non va bene per la mia terra, non riesco a fare a meno di impegnarmi per essa e il prossimo».

È facile lamentarsi per ciò che non funziona, ma più difficile fare qualcosa perché le cose cambino in meglio.

«Bisogna uscire fuori dai luoghi comuni e iniziare a guardarsi realmente attorno, a quelli che sono i reali bisogni. Ci sono tante cose per cui impegnarsi. Se ognuno di noi, come soleva affermare, Teresa Sarti Strada, moglie di Gino e prima presidente di Emergency, facesse il suo pezzettino di bene, ci troveremmo in un mondo migliore, senza neanche ce ne accorgessimo. Questa credo, sia la sintesi migliore per definire in poche parole cosa significhi essere volontari».

Non serve, dunque, impegnare gran parte del proprio tempo per dedicarsi alla cura e all’amore dell’altro.

«Già un’ora a settimana impegnata al servizio del prossimo, quasi come si facesse un qualsiasi hobby, sarebbe davvero tanto e aiuterebbe, senza dubbio, a rendere migliore la vita, non solo agli altri, ma anche a noi stessi».

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