Avvenire di Calabria

«Perché non devo mangiare?». Viaggio nella spiegazione del senso profondo dei gesti ai bambini

Come far entrare i bambini nel clima giusto della Quaresima?

Fare riferimento al Vangelo, senza dare interpretazioni. La storia del Salvatore, infatti, coinvolge tutti

di Redazione Web

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Usare parole semplici. Far entrare i piccoli nel clima giusto della Quaresima. «Perché non devo mangiare?». Viaggio nella spiegazione del senso profondo dei gesti ai bambini. Fare riferimento al Vangelo, senza dare interpretazioni.

Come far entrare i bambini nel clima giusto della Quaresima?

Per i bambini esiste Carnevale e poi Pasqua, due momenti di festa, pieni di dolci e divertimento. Per spiegare la Quaresima ad un bambino è bene cominciare dicendo che inizia proprio dopo Carnevale, una festa che lui conosce bene. Un periodo felice, ricco di feste e dolciumi. Ora però inizia la Quaresima, che durerà fino a Pasqua.


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Ma come inizia? Proprio con il Mercoledì delle Ceneri, che rappresentail pentimento. Parlare della Quaresima ai bambini significa fare riferimento a un lungo periodo, che dura 40 giorni. In questo modo i cristiani si preparano a vivere la Pasqua senza peccati, purificati.

La preparazione spirituale è caratterizzata dal digiuno, il venerdì di ogni settimana, astinenza, partecipazione a momenti di preghiera durante i quali viene ricordata la Via Crucis di Gesù. In questo modo i bambini possono dedicarsi alla preghiera, ad aiutare gli altri, compiendo così piccoli gesti. Il catechista, un genitore a casa, deve raccontare semplicemente la verità che è riportata nei Vangeli, non deve mai sminuire o tentare di “giustificare” qualcosa, fosse anche, incomprensibile.

Si deve amare e far amare la Scrittura, familiarizzare con Essa attraverso, per esempio, i Salmi, con i racconti di Gesù e così via, familiarizzare, non cambiare, non modificare il contenuto. Bisogna, poi, allenarsi alle loro domande: ad esempio, se un piccolo chiede: «Noi bambini come possiamo digiunare?». Non dobbiamo avere paura di parlare di piccoli gesti, piccole rinunce quotidiane da fare per amore di Gesù che lo ha fatto per noi.

Ci sono storie autentiche di molti Santi che fin da bambini – dopo aver imparato la storia di Gesù – per amor suo rinunciavano a tante cose. Quando santa Giacinta di Fatima – aveva solo 7 anni – comprese tante cose su Gesù che soffriva per i peccatori e a causa loro, iniziò a fare tante piccole penitenze privandosi per esempio di un dolce, di una merenda, persino di bere l’acqua, affinché Gesù stesso, raggiunto da questi pensieri e gesti di amore , potesse essere felice e consolato e potesse convertire, salvare qualche anima peccatrice.

Così faceva anche san Francisco di Fatima che di anni ne aveva solo 9. E dicevano tanti Rosari al giorno, in riparazione delle offese che si facevano ai Cuori di Gesù e Maria, e per la conversione dei peccatori.


PER APPROFONDIRE: Quaresima, al via un tempo intenso tra preghiera, digiuno e carità


A tal proposito, un’altra domanda ricorrente riguarda proprio i peccati. «Ma io sono piccolo, piccola, non ho fatto peccati, cosa è il peccato? Se il diavolo mi fa le tentazioni, io cosa c’entro?». È importante insegnare i bambini a leggere i Vangeli, o ad ascoltarli, senza giustificare ciò che non si comprende, senza inventare nulla, senza togliere nulla. E dunque, nessuno “è senza peccato”, i bambini lo hanno debellato, ucciso, mediante il Battesimo che hanno ricevuto. Ma crescendo è necessario conoscere più da vicino il Sacramento della Confessione.

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