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Venerdì scorso presso l'Hotel "Presenze" di Barritteri, si è concluso il ritiro del clero reggino che ha partecipato agli esercizi spirituali insieme all'arcivescovo, monsignor Fortunato Morrone. A guidarli, il noto biblista padre Ernesto Della Corte.
Dall’annuncio più antico nei vangeli «convertitevi e credete al Vangelo» al «cominciò a sentire paura e provare angoscia» nel Getsemani. Questo il percorso degli Esercizi spirituali del Clero reggino, vissuti a Barritteri dal 4 all’8 marzo e guidati da padre Ernesto Della Corte.
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Il religioso ha fatto attraversare tutto il Vangelo secondo Marco invitando a seguire le orme di Gesù per diventare fraternità. Illustrando esegeticamente ed esperienzialmente i vari episodi, ha messo in luce gli aspetti relazionali che il Signore ha vissuto e proposto ai suoi discepoli.
Il lebbroso, il paralitico, l’uomo dalla mano paralizzata, la “nuova” famiglia di Gesù, le parabole e l’esperienza della tempesta, gli esorcismi, il “vangelo delle donne”: l’emorroissa, la figlia di Giairo, la donna siro-fenicia, la donna dell’unzione col profumo di nardo; e poi ancora: l’uomo sordo/balbuziente, il cieco di Betsaida, l’abbraccio dei bambini, l’incontro col giovane ricco hanno permesso di conoscere in tutta la loro profondità i sentimenti e gli atteggiamenti umani di Gesù attraverso i quali la divinità si è compiaciuta di manifestarsi, nel desiderio/missione del Figlio di far conoscere l’amore salvifico del Padre.
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Il modo competente e semplice di porgere i contenuti ha coinvolto tutti. Il suo consistente profilo culturale non ha impedito a padre Ernesto di regalare ai presenti ampie condivisioni del suo vissuto: il suo ateo “punto di partenza”, l’esperienza del dolore e della malattia, la guarigione/chiamata, i suoi studi e il suo vasto ministero a servizio della Parola.
Cordiali ringraziamenti, sentiti ed espressi dall’arcivescovo Morrone e da tutti, hanno naturalmente preso forma nell’augurio di poter in futuro usufruire ancora della sua competenza/ testimonianza: le occasioni certamente non mancheranno.
Accanto alla Liturgia celebrata, per tutto il tempo degli Esercizi si è potuta sperimentare anche la “celebrazione” della fraternità sacerdotale, culminata nella collatio dell’ultima sera in cui tutti i presenti hanno avuto la possibilità di esprimersi e di testimoniare, attraverso le risonanze della Parola accolta, la rinnovata gioia di essere stati scelti dal Signore.
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Unanime il desiderio non soltanto di ripetere esperienze di questo genere, ma soprattutto di portare nel proprio vissuto quotidiano la relazione fraterna col Signore e in presbiterio, che in questi giorni hanno ripreso vitalità e sapore.
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